Colpita l'area in cui sorgono la Moschea Blu e il Topkapi Palace, frequentate ogni giorno da migliaia di stranieri. Il governo ha imposto ai media turchi il divieto sulla diffusione delle notizie. "Annienteremo i terroristi", ha detto il capo dello Stato. Il premier francese Valls: "E' una guerra"
L’esplosione è stata così forte “da far tremare la terra”, ha raccontato chi attorno alle 10 del mattino (le 9 italian si è trovato a passare nelle vicinanze dell’obelisco di Teodosio, ma abbastanza lontano da non rimanere ucciso. Perché il terrore è tornato a colpire la Turchia, questa volta nel cuore di Sultanahmet, cuore turistico di Istanbul che ospita la Moschea Blu e il Topkapi Palace, uccidendo 10 persone e ferendone altre 15. La deflagrazione – avvenuta in una zona nota in tutto il mondo per le sue bellezze architettoniche e frequentata ogni giorno da migliaia di persone – ha ucciso solo cittadini stranieri: 8 erano cittadini tedeschi, ha confermato il governo di Ankara. La decima vittima aveva cittadinanza peruviana, ha confermato il ministero degli Esteri del Perù.
Il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, ha detto che l’esplosione è stata causata da un “terrorista suicida di origine siriana“. “La Turchia continuerà a lottare sino a quando le organizzazioni terroristiche non saranno totalmente annientate”, ha detto ancora il capo dello Stato. Il kamikaze, ha aggiunto il vicepremier Numan Kurtulmus, era un siriano di 28 anni che autorità lo hanno identificato come Nabil Fadli, nato in Arabia Saudita, ha riferito l’agenzia di stampa Dogan. A ufficializzare ciò che tutti temevano è Ahmet Davutoglu: “L’attentatore suicida è un militante dello Stato islamico“, ha spiegato il primo ministro confermando che le vittime sono tutte straniere. “E’ una guerra“, ha detto il premier francese, Manuel Valls. “Sono minacce che conosciamo”, ha aggiunto.
Un vertice straordinario sulla sicurezza è in programma al palazzo presidenziale di Ankara. La testata turca Hurriyet, citando fonti dell’ufficio del premier, ha fatto sapere che l’incontro sarà presieduto dal primo ministro Ahmet Davutoglu. Tra i partecipanti, il ministro dell’interno Efkan Ala, il vice ministro degli Esteri Feridun Sinirlioglu, il direttore generale della Pubblica sicurezza Celalettin Lekesiz. In mattinata il titolare dell’Interno aveva aggiornato il premier per mezz’ora al telefono.
In un altro quartiere di Istanbul, Maltepe, un incendio si è sviluppato in un hotel di otto piani in costruzione. Tutti gli operai sono stati tratti in salvo, incluso uno che era rimasto bloccato sul tetto dell’edificio: lo scrive l’agenzia turca Cihan. Le fiamme sono divampate al pian terreno dell’hotel verso le 10,30 locali (le 9,30 in Italia), poco dopo cioè l’esplosione di Sultanahmet. Testimoni hanno riferito di avere sentito un’esplosione prima di vedere le fiamme, ma le autorità non si pronunciano ancora sulle cause del rogo. Al momento dell’incendio nel cantiere dell’hotel c’erano almeno 24 persone, ha reso noto in un tweet il sindaco di Maltepe, Ali Kilic.
In giornata la polizia ha arrestato 16 presunti terroristi dello Stato islamico ad Ankara. Gli arrestati sono un cittadino turco e 15 siriani, che preparavano attentati di alto profilo contro edifici pubblici, come hanno aggiunto le fonti della polizia citate dall’agenzia Anadolu. In particolare gli inquirenti ritengono che il cittadino turco, arrestato in una caffè nel quartiere commerciale di Tunali Hilmi, fosse un leader dell’Isis. Gli altri presunti jihadisti sono stati arrestati nei quartieri Polatli, Cubuk e Sincan.
Negli ultimi mesi si sono verificati attacchi sporadici da parte di estremisti di sinistra a Istanbul, mentre sono riprese le violenze tra le forze turche ed i curdi del Pkk – soprattutto nel sudest del Paese – dopo la rottura del cessate il fuoco. La Turchia è stata anche colpita dagli attacchi dell’Isis: due esplosioni provocate da kamikaze ad Ankara hanno ucciso oltre 100 persone lo scorso ottobre, mentre oltre 30 persone sono state uccise a luglio a Suruc, vicino al confine con la Siria.