Se l’amore è il tema più difficile da raccontare, Giuseppe Tornatore ne sceglie la condizione più estrema: quello a distanza. La corrispondenza, il suo nuovo film, si nutre di questo. “Sull’amore si è già detto tutto, troppo, si rischia l’inevitabile retorica nel tentare di dipingere la più grande storia d’amore. Ma io faccio solo i film che mi piacciono e questa storia me la porto dietro da tempo, ho deciso di realizzarla solo quando mi sono persuaso che riusciva a stare in piedi”.
Produzione da 10 milioni di euro firmata dalla Paco Cinematografica con Rai Cinema, è in uscita questo giovedì in oltre 400 sale ed è la sua terza pellicola girata in inglese. “Certo, è più complesso per me ma il mercato lo esige”. Nel cast una star britannica premio Oscar come lui – Jeremy Irons – e la bellissima ucraina Olga Kurylenko. L’intreccio è semplice: lui interpreta un famoso studioso e docente di astrofisica, lei una studentessa universitaria nella stessa materia che arrotonda lavorando come stunt in sequenze cinematografiche pericolose. Sono profondamente e clandestinamente innamorati ma d’improvviso l’uomo scompare dentro a un mistero, lasciandole di sé costanti tracce nel tempo e nello spazio per farle sentire la sua vicinanza. Tali “tracce” si esprimono grazie alle nuove tecnologie comunicative (email, videomessaggi) ma anche attraverso più romantiche lettere e biglietti cartacei, nonché doni diversamente allocati. È chiaro il film non sarebbe stato possibile senza l’evoluzione tecnologica, ma Tornatore resta disincantato: “La tecnologia dà molto, ma toglie sempre qualcosa” afferma il regista precisando che “la più grande macchina tecnologica al mondo resta l’essere umano”.
In breve, la giovane donna non incontra mai il suo amato per tutto il film se non attraverso la sua proiezione, vuoi audiovisiva o grafomorfica. Lo sguardo amoroso è ne La corrispondenza demandato a un simulacro squisitamente cinematografico così come lo era per La miglior offerta ove la parte femminile della coppia “agiva” dietro a un muro restando quindi invisibile. A parte queste similitudini, i due film differiscono radicalmente: laddove il precedente tendeva alla complessificazione narrativa ampliando il mistero della trama, questo semplifica entrambi per esaltare gli aspetti evocativi delle emozioni. La simbologia impera attraverso una cosmologia affermata e sottintesa. Anche la professione pericolosa della donna altro non è che “una terapia per espiare un senso di colpa, mettendo sempre a rischio la propria vita” spiega la Kurylenko che in una carriera iniziata da modella ha sempre prediletto ruoli difficili perché “le sfide animano la vita, le ovvietà la annientano”.
Per quanto Tornatore sembri davvero soddisfatto della sua nuova fatica, la visione del film non sortisce il medesimo esito positivo: La corrispondenza si consuma lentamente dentro a un impianto narrativo e drammaturgico piuttosto vecchio (nonostante le tecnologie avanzate!) arrivando, nelle sue quasi due ore di durata, a celebrare più la noia che non la potenza dell’Amore. Complice è anche la monotona colonna sonora del Maestro Ennio Morricone, vincitore del Golden Globe per la musica di The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Con lui Tornatore si congratula a distanza “Sono felicissimo, e mi sono piaciute molto le parole che gli ha dedicato Tarantino. Ennio è un uomo di 87 anni, che ancora fa concerti e tutte queste cose: per me è un privilegio già solo sapere che esiste”.