I tre deputati e membri del direttorio del Movimento 5 Stelle in una diretta video su Facebook respingono le accuse sulla gestione della vicenda del comune in provincia di Napoli: "Chiunque dirà che sapevamo sarà querelato"
“Abbiamo creduto alla versione del sindaco: non ci ha mai parlato di ricatti o minacce”. I deputati e membri del direttorio M5S Alessandro Di Battista, Roberto Fico e Luigi Di Maio in una diretta video su Facebook hanno respinto le accuse sulla gestione della vicenda del comune di Quarto (Napoli). In alcune intercettazioni agli atti dell’inchiesta della Dda di Napoli, il sindaco (da poche ore ex M5s) Rosa Capuozzo dice di aver avvertito i membri del direttorio. Una ricostruzione che però gli interessati smentiscono. “Abbiamo capito”, attacca Di Battista, “che il sindaco non ha denunciato qualcosa che doveva denunciare e per questo le abbiamo chiesto di dimettersi. E’ un comportamento lineare: noi siamo il M5S e facciamo così. Non siamo il Pd di Mafia capitale. Siamo sotto attacco ma è normale così, siamo una forza che ha alle spalle milioni di cittadini e si propone con forza al governo di questo Paese”.
Nelle intercettazioni vengono citati i nomi dei deputati campani Fico e Di Maio, che però ribattono di essere sempre stati “all’oscuro di tutto”. “Se avessimo saputo com’era la situazione”, continua Fico, “ci saremmo comportati diversamente”. Al centro delle polemiche ci sono alcuni stralci delle telefonata del sindaco. In una conversazione del 16 dicembre ad esempio, il capogruppo M5S di Quarto Alessandro Nicolais parla con la Capuozzo e dice: “Fico mi ha mandato un messaggio e ha detto di andare avanti tranquillamente”. “E’ falso”, ribatte Fico che ha poi pubblicato lo screenshot dell’sms, “dopo l’espulsione del 14 dicembre, il 15 dicembre la Capuozzo mi chiede conto dell’espulsione e mi chiede di andare a Quarto e io le dico di andare avanti. Non riusciranno mai a screditarci perché la nostra coscienza è pulita”.
Non è però il solo punto che viene contestato ai 5 Stelle. Il primo cittadino di Quarto, in una telefonata del 24 novembre parla anche del vicepresidente della Camera e dice “l’ho già avvertito”. Di Maio smentisce tutto: “Chiunque dirà che sapevamo sarà querelato”, dice nel suo intervento. “Anche nel mio caso si sta usando strumentalmente un passaggio dell’intercettazione e si fa sembrare che Rosa mi avesse avvertito del ricatto. Pubblicate tutte le intercettazioni: Rosa si riferisce al capogruppo Nicolais. La sindaca mi aveva avvisato che stava facendo un regolamento del consiglio comunale per aumentare i gettoni di presenza. Aveva il sentore che si stessero aumentando i costi e mi ha chiamato in causa perché mi occupo dei comuni. Chiaramente oggi giornali e tv stanno riportando in modo strumentale la conversazione”.