Sono passati ormai più di sei anni da quando Euro Digital Equipment srl (per altro poi dichiarata fallita, 24 mesi dopo, con sentenza del Tribunale di Monza del 5 luglio 2011), in collaborazione con la Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa di Loreto, presentò coram populo, il rosario digitale. Per un bel po’ di questo aggeggetto mistico-tecnologico si persero le tracce, almeno sui grandi media.
Ma, con l’avvento di papa Francesco, una rinata esigenza religioso-comunicativa di massa ha sollecitato le coscienze e gli appetiti monetari di tutto un sottobosco di imprendibili personaggi. E si è giunti al cattivo gusto di pubblicizzarli in tv, sulle reti Mediaset (e non solo), con un accattivante e mieloso spot di ben un minuto e 29 secondi (dunque assai costoso) che offre uno specialissimo rosario elettronico a 59,90 euro, fra uno spot di assorbenti e quello di un amaro.
Recita la reclame, come si chiamava un tempo: “Dalle rivelazioni private di Santa Faustina nasce la coroncina della divina misericordia. Una richiesta da parte di Gesù di diffondere una particolare preghiera in grado di avvolgere con la sua misericordia tutte le anime che la reciteranno. Direttamente dalla chiesa di Santo Spirito in Sassia a Roma, vi presentiamo l’unica e originale coroncina elettronica della divina misericordia, incluso uno speciale messaggio di papa Francesco”. E appare una statua della santa, ovvero la polacca Helena Kowalska alla quale, nel 1935, Gesù avrebbe suggerito una particolare forma di preghiera detta “coroncina della divina misericordia”.
Ma torniamo allo spot tv. Ecco l’oggettino, una via di mezzo fra un uovo sodo e il droide BB-8 di Star Wars, laddove una donna, bionda con gli occhi chiusi in un sogno irrealizzabile (con collana e orecchini d’oro), stringe al seno il robottino, poi rialza le palpebre puntando gli occhi verso il cielo con aria orgasmatico-estasiata alla santa Teresa d’Avila e recita: “Da quando ho la coroncina della divina misericordia, mi basta stringerla al petto per trovare conforto”.
Ma non finisce qui: un’altra signora, un po’ più giovane, ma non meno ispirata nello sguardo, ripensa al figlio (drogato?) appollaiato sulle scalinate dell’Eur, infreddolito, con berrettino e guanti di lana, solo come un cane, barbuto e con un un look da vecchio hippy suonato. Ergo: “Recitare la coroncina della divina misericordia vi aiuterà a superare i momenti difficili in famiglia”. Tanto è vero che la sequenza successiva mostra il poveretto che si palesa alla porta di casa: pentito (o affamato), abbraccia la madre. E giù pianti.
Terzo tempo: si vede ancora il figlio di prima (ma non era tornato a casa?) ancora conciato da barbone, con felpa e cappuccio, mentre gira frenetico per una città deserta. Ma forse era un’analessi, un flash-back incomprensibile allo spettatore (il regista dello spot non è certo l’Alain Resnais di Hiroshima Mon Amour…). Tant’è vero che l’ex tossico è ora a tavola con mamma, papà e fidanzatina perbene a gustarsi una zuppa calda.
Lo speaker insiste con la promozione: “Recitare la coroncina della misericordia riaccenderà in voi” anche “l’amore dimenticato” visto che la solita mamma, decisamente sfigata, che aveva perso, diciamo così, le attenzioni del marito, riceve da lui una carezza foriera di approcci più sostanziosi. Ed ecco l’intera famigliola riunita davanti al camino. Nonno compreso.
Infine, un epilogo tecnico: “La coroncina della misericordia è un piccolo apparecchio elettronico leggero, tascabile”. E viene inquadrato un uomo che se lo infila con destrezza nella giacca (sembra che lo abbia sottratto di soppiatto a qualcun altro…). Ah, dimenticavo, l’apparecchio è anche “resistente agli urti”, nel caso qualcuno volesse cacciarlo dalla finestra.
Ecco “la misericordia di Dio….”, chiosa la voce del “nostro amato papa Francesco”. A sua insaputa, ovviamente.
E, subito dopo, senza ritegno: “Chiamate il numero che vedete in sovraimpressione”. E sborsate 59,90 euro più spese postali per farvelo spedire a casa. Soddisfatti o rimborsati, naturalmente. Pile incluse. Sulla stessa home-page di Bctv, su Internet, si offrono gli Slenlux jeggings che “modellano il corpo”; il Plug and Safe, il sistema innovativo che vi aiuterà a proteggere la vostra casa dagli intrusi, in vendita con o senza sirena; e le Slide Slim, solette universali per migliorare la postura (non sono quelle che usa Berlusconi…).
L’ antiesteticità, il trash, e la stucchevole costruzione di stereotipi finalizzati al lucro puntando sulla buona fede e la religiosità popolare di questo spot compongono, nel loro insieme, uno scenario che non mi vergogno a definire pornografico. Del resto il verbo greco περνημι (pèrnemi) significa vendere, vendersi. E dubito che papa Francesco approverebbe questo “vendersi”, questo mercato che ci riporta a quello delle indulgenze. La coroncina della divina misericordia è solo una goccia, sia pur inquinata, nel mare magnum di un mercato religioso-speculativo che sarebbe ora di debellare una volta per tutte.