All'origine dell'accaduto la collaborazione tecnica per le formazioni giovanili instaurata un mese fa dalla società della provincia di Brescia con il club nerazzurro. Gli investigatori ritengono che si tratti dell'opera di un cane sciolto e non dell’azione del tifo organizzato. Ma la partnership non era per niente piaciuta ai gruppi ultras
Dalle parole si è passati ben presto ai fatti. La collaborazione tecnica instaurata con l’Atalanta un mese fa dal Gussago Calcio, società della provincia di Brescia non era per niente piaciuta al gruppo ultras che seguiva le partite della prima squadra in Prima Categoria. Così, nella serata di lunedì 11 gennaio, la tifoseria Ultras Terribili Gussago aveva deciso di sciogliersi, ritenendo inaccettabile la collaborazione con i “nemici bergamaschi”. Tuttavia le forti polemiche rimbalzate successivamente sul web non si sono per nulla placate considerando che martedì 12 in serata nella sede del club, vicino al campo sportivo, è esplosa una bomba carta.
All’interno dell’edificio al momento del lancio non c’era nessuno, e di conseguenza non ci sono stati feriti, ma il forte botto si è sentito in tutto il paese. A dare l’allarme, il gruppo del tamburello che spaventato ha interrotto la riunione che si stava svolgendo proprio lì accanto. L’ordigno ha devastato l’ufficio, distruggendo la finestra e la porta. A spiegare il motivo del gesto una lasciata sul muro: “Odio Bg“.
Secondo i carabinieri di Gardone Valtrompia ad esplodere è stato un ordigno rudimentale posizionato sulla finestra degli uffici vicini al palasport, il cui scoppio ha poi mandato in frantumi i vetri delle finestre. Nel frattempo gli inquirenti mantengono lo stretto riserbo sulle indagini, vagliando le telecamere della zona per capire chi sia il responsabile di un episodio che fa tanto male al calcio.
Gli investigatori ritengono che si tratti dell’opera di qualche cane sciolto e non dell’azione di tifosi legati al movimento organizzato del Brescia Calcio, sebbene la rivalità tra le Rondinelle e la squadra bergamasca sia nota e una buona dose di insulti sia proprio giunta da una frangia del tifo bresciano. A smentire la possibilità che si sia trattato di un atto organizzato dalla curva biancoblu, il fatto che il direttivo della Curva Nord avesse chiesto negli scorsi giorni un incontro con la dirigenza del club bresciano previsto nella serata di mercoledì.
“Siamo feriti e scossi, ma in una situazione come questa è lo sport che deve vincere non la delinquenza – ha commentato il presidente del Gussago, Roberto Perotta – il vivaio bergamasco è uno dei migliori d’Italia, ma i nostri colori restano bianco rossi e tifiamo Brescia”.
Ad accendere la miccia era stata un’immagine pubblicata dai quotidiani locali che ritraeva la presenza di un centinaio tra dirigenti e atleti del settore giovanile del Gussago tra la Curva dell’Atalanta in occasione della partita contro il Genoa. I piccoli giocatori bresciani erano stati infatti invitati nella mattinata a Zingonia, il centro sportivo, quartier generale del settore giovanile nerazzurro, successivamente ai giocatori era stata concessa la possibilità di assistere a un incontro di Serie A.