Gli azionisti di minoranza hanno dato il via libera all'operazione con cui il gruppo marchigiano comprerà per 415 milioni il marchio da Gousson. Controllata dallo stesso Della Valle, che reinvestirà poi 207 milioni in azienda attraverso un aumento di capitale. Alcuni analisti ritengono "molto cara" la valutazione
I soci di Tod’s hanno detto sì all’aumento di capitale da 207,5 milioni propedeutica all’acquisizione del marchio Roger Vivier dalla Gousson dello stesso Diego Della Valle. Si tratta di quella che viene definita “operazione con parti correlate“, perché sia il compratore sia il venditore sono controllati dalla famiglia dell’imprenditore marchigiano. Ed è per questo che il gruppo delle calzature ha deciso di vincolarla al via libera degli azionisti di minoranza, purché in assemblea si presentassero soci con in mano nel complesso almeno il 10% del capitale. La procedura, non obbligatoria, si chiama “white wash” e ha l’obiettivo di far prendere la decisione finale alle parti non correlate.
Il voto favorevole è stato quasi unanime: 99,7% di sì. Dopo questo via libera il promotore del movimento Noi italiani può procedere a comprare da se stesso Roger Vivier (finora gestito in licenza) per 415 milioni più 91,3 di Iva. Poi Della Valle ne reinvestirà 207 nella società attraverso un aumento di capitale di Tod’s riservato a Gousson: le nuove azioni saranno sottoscritte a 83,53 euro ciascuna, con un premio di 4,42 euro rispetto all’ultimo valore di borsa del titolo prima della firma dell’accordo.
All’indomani dell’annuncio dell’accordo, gli analisti si erano divisi sulla valutazione data a Roger Vivier, intorno a 2,8 volte il fatturato. “Corretta ma pienamente prezzata” secondo Barclays, non eccessivamente alta rispetto al settore ma “molto cara” visto che era già in licenza secondo Exane Bnp Paribas. Il consiglio di amministrazione ha sostenuto nella sua relazione agli azionisti che, assicurandosi la piena titolarità del marchio, Tod’s ha fatto un’operazione di “elevato valore strategico” perché elimina le incertezze proprie dei contratti di licenza consentendo alla società di avere “piena governabilità” sulla pianificazione a lungo termine del marchio.