Un ritratto pulsante, sincero, senza compromessi con le giustificazioni per essere stati possibili “cattivi maestri”, questo è quello che viene fuori dalla lettura del dinamico e interessante Gruppo d’Azione. Sovvertire l’ordine, creare il caos. Ottobre 1986 di Alessandro Casolari e Filippo Landini (prefazione di Enrico Testa; Hellnation Libri), testo che racconta la storia di un gruppo di adolescenti che, a metà degli anni ’80 provò, riuscendoci, ad affermarsi come la prima linea degli ultrà della Spal, la compagine calcistica ferrarese. Giovanissimi inquieti, il cui ambiente naturale era la strada, prediposti a un’aggressività demenziale dentro e fuori lo stadio, attratti da sballo, violenza e marginalità.
Gruppo d’Azione è un buon libro, che può entrare di diritto nel filone dei docu-romanzi più riusciti, una lettura sanguigna e vibrante, adatta non solo ai tifosi ferraresi ma a chiunque sia interessato alle città di provincia e all’Italia che fu. Gli autori, protagonisti dei fatti narrati, riescono a far rivivere con una genuina dose di autocritica, un piglio obiettivo che non nasconde le pecche, le debolezze e le ingenuità di quella che fu una straordinaria tribù di tifosi, di amici, di ragazzi e, a volte, di compagni, l’atmosfera di un piccolo mondo antico ormai sepolto dall’avanzare di una spietata globalizzazione che ci vuole tutti uguali, anche dentro gli stadi, nelle piazze, nei bar.
I protagonisti del libro sono giovani arrivati troppo tardi per partecipare attivamente al 1977 e ai suoi derivati, sognano quel passato burrascoso e inventano un presente fatto di anarchismo, aggregazione, sballo, musica rock, guerriglia, viaggi cosmici fuori e dentro la propria testa.
Gruppo d’azione è un testo che trasuda ferraresità da tutti i pori, e non solo perché la cornice di tutto è la Spal, squadra col nome che rimanda a un glorioso dopolavoro proletario gustosamente estense, dove appaiono i postriboli della malavita locale, luoghi in cui i ragazzi andavano a impratichirsi con i divieti e gli eccessi, le scuole, le strade della città emiliana, ma può essere letto anche come un tatzebao alternativo di una generazione, il manifesto delle domeniche pomeriggio sui campi di tante province italiane, e così leggiamo di giovani in viaggio verso Amsterdam, ascoltiamo la musica dei Clash ormai allo sfascio e dei Nirvana che ancora non sono diventati quello che diventeranno, conosciamo teppisti di strada in compagnia del libro sul giovane brigatista Walter Alasia, ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia, ci sediamo a tavola con professori alchimisti, pazzi di Dylan e del vino, seguiamo il giro del ciloom mentre i componenti del cerchio discutono di Quadrophenia e di come arrivare a Modena per l’ennesimo scontro con le Brigate Gialloblu. Ed è tutto un sottofondo di molotov, machete, spranghe, treni Espresso, tintinnare di cento lire, bottiglie che vanno in frantumi, accendini che scattano, cori che si alzano nel cielo.
Corredato da fotografie e articoli di giornale Gruppo d’Azione è un riuscito e coraggioso tentativo di raccontare un periodo esplosivo e di quei tanti ragazzi catturati dalla violenza e incapaci di adattarsi (e come dargli torto, a volte) a quello che viene comunemente definito il quotidiano e tranquillo vivere civile.