Tra una sigaretta e l’altra, sui divanetti del Transatlantico di Montecitorio, Giacomo Portas scuote la testa: “Il partito della nazione? No grazie, a noi non interessa”. Il noi sta per i Moderati, il movimento di ispirazione cristiano-democratica nato nel 2005, ora come allora alleato – e secondo alcuni sondaggi determinante – della coalizione di centrosinistra. E che alle prossime comunali di Torino correrà in coalizione con il Partito democratico di Piero Fassino.
Eppure in questi giorni c’è chi parla del capoluogo piemontese come di laboratorio proprio per il Partito della nazione…
“E’ legittimo che ognuno coltivi le sue aspirazioni. Ma il Partito della nazione non riguarda i Moderati. Che in Piemonte, da undici anni, si collocano nel centrosinistra. Oggi con Fassino e il Partito democratico, ieri con Chiamparino e Bresso quando al posto del Pd c’erano i Ds e la Margherita”.
Enzo Ghigo, ex governatore della Regione Piemonte sotto le insegne di Forza Italia, ha dichiarato che a Torino voterà Fassino. Che effetto le fa?
“Ghigo è una persona che stimo. Tutti hanno il diritto di scegliere il candidato che considerano migliore. Un amministratore locale ha il compito di garantire l’ordine pubblico e di tenere pulite le città. E questo non è né di destra né di sinistra. Ma a Torino la coalizione è formata da due movimenti: il Partito democratico e i moderati”.
E all’ex vice presidente del Csm Michele Vietti, che considera le comunali di Torino un esperimento del Partito della nazione, cosa risponde?
“Vietti è la ex quarta carica dello Stato ed è suo diritto vedere all’orizzonte la nascita del partito della nazione. Io, però, la penso diversamente. Lo ringrazio, peraltro, per aver sottolineato che il Partito della nazione che ha in mente lui non passa per i moderati di Portas. Ciò detto, se votasse per Fassino ne sarei ovviamente felice”.
E se il Nuovo centrodestra chiedesse di entrare nella coalizione che sostiene Fassino?
“E’ un’ipotesi che semplicemente non sussiste. Ho parlato con Fassino: l’alleanza è questa e non cambierà”.
Ma se dovesse cambiare proprio con l’ingresso del Ncd?
“Noi non ci staremmo, è una questione di coerenza. Loro governano in Lombardia con il centrodestra non vedo come potrebbero fare altrettanto a Torino con il centrosinistra. Non a caso si chiamano Nuovo centrodestra”.
Basterà il vostro sostegno per garantire a Fassino il secondo mandato?
“Sono per natura ottimista. Anche perché, con tutto il rispetto per il Movimento 5 Stelle, dovunque governano, i grillini hanno difficoltà. Non è un caso che a Venaria Reale, unica città del Piemonte guidata dal M5S, alcuni loro consiglieri comunali hanno aderito al nostro movimento”.
E’ la forza del suo 10 per cento che le dà tutta questa sicurezza?
“Direi piuttosto il fatto che il mio movimento non è scalabile, perché non ci sono tessere da controllare. Senza contare che siamo, da sempre, garanzia di lealtà per il centrosinistra”.
A proposito del vostro 10%, come spiega il successo del suo movimento?
“Non siamo un partito televisivo. Siamo un partito per molti ma non per tutti, radicato nel territorio, votabile da qualunque persona per bene che condivide la nostra proposta”.
Con un futuro nazionale?
“Se ci saranno le condizioni. Ma per ora stiamo bene così. E ci fa piacere, ovviamente, che in questi giorni tutti parlino di noi”.
Alla Camera dei deputati lei è stato eletto come indipendente nelle liste del Pd. Possiamo definirla un renziano?
“Sono amico di Bersani, con il quale ho sottoscritto il programma ‘Italia bene comune’. Ma, allo stesso tempo, non sono nemico di Renzi. E all’interno del Partito democratico cerco di andare d’accordo con tutti”.
Twitter: @Antonio_Pitoni