“Il mio pensiero è irregolare. E in tutti i modi non sono niente di quello che tu pensi che io sia”.
Che fosse un tipo fuori dal comune è risaputo, non a caso, in uno dei più bei pezzi musicali che sia mai stato scritto è definito “Diamante pazzo”: Roger Keith Barrett in arte Syd Barrett è stato una rockstar geniale, un artista a 360 gradi, un pioniere della scena psichedelica britannica oltreché un membro fondatore dei Pink Floyd. E al grande artista è dedicato Wish You Were Here – Syd Barrett e i Pink Floyd, il nuovo graphic novel scritto da Danilo Deninotti (già autore di Kurt Cobain – Quando ero un alieno), e disegnato da Luca Lenci.
I tratti sporchi e bicromatici nero-fucsia, sono gli aspetti che risaltano di questo fumetto onesto e ben fatto, ma con il quale gli autori, anche a livello di racconto, avrebbero potuto osare di più, senza attenersi troppo alla storia, oramai risaputa, visti i tanti speciali e documentari prodotti sul rapporto tra i Pink Floyd e Syd Barrett.
Gli aspetti sui quali principalmente gli autori si concentrano sono due: quello tematico e quello tecnico. Qui si utilizza una storia reale lavorandola in modo che possa narrare la vicenda di Barrett e dei Pink Floyd, ma in modo da essere anche qualcos’altro: un racconto sull’amicizia e sui legami, sul perdersi e sull’assenza, sui demoni personali e l’abisso in cui si può sprofondare e sull’impossibilità, a volte, di ritrovare se stessi. A livello di tecnica c’è il lavoro fatto sulla narrazione per immagini: il tentativo di destrutturazione delle vignette per non fare una tavola simile all’altra, tutto il gioco dinamico fatto di piani sequenza di scelte di regia che mettono in scena in contemporanea avvenimenti che accadono su piani temporali e spaziali diversi. Per un racconto che prova a non essere retorico o didascalico. Che mostra più che narrare.
Si parte dal 1965, quando Syd è ancora uno studente iscritto alla Camberwell Art School di Londra, e da solo scrive The Piper at the Gates of Dawn, una pietra miliare della psichedelìa, il manifesto della Swinging London, un album infarcito di singoli innovativi per l’epoca come Astronomy Domine e attualissimi per i tempi in cui viviamo come Interstellar Overdrive, cronaca di un viaggio che porta l’ascoltatore a esplorare gli anfratti più remoti e bui del cosmo. E fa parte di questo periodo anche See Emily Play. Il successo è quasi immediato, ma dal 1967 Syd Barrett inizia la sua personale calata negli inferi: lui che si rivela un talento vero, un pozzo di idee, un autore seminale, un pezzo imprescindibile della storia della musica, artista che impersona perfettamente quella dicotomia tra la necessità di creare e il venirne sopraffatti, diventa un avido consumatore di sostanze allucinogene, si presenta più volte sul palco strafatto e costringe la band a ingaggiare un altro chitarrista, il compagno di college, David Gilmour.
E se l’anno successivo i Pink Floyd iniziano una gloriosa carriera da 200 milioni di copie vendute in tutto il mondo, Barrett invece precipita negli inferi e da allora rivedrà i vecchi compagni solo una sola volta, nel 1975, quando si presenta a sorpresa negli Abbey Road Studios alle registrazioni di Wish You Were Here, l’album a lui dedicato. L’abuso di Lsd gli provoca danni cerebrali irreversibili che lo portano alla completa incomunicabilità con il mondo esterno. Quel giorno, persino Roger Waters fa fatica a riconoscerlo: il ragazzo dalla bellezza travolgente si è trasformato in un uomo grasso, calvo e con le sopracciglia rasate. La sua rovina, per molti, non è stata una casualità, ma è stata provocata dalle pressioni di una fama alla quale non era interessato. Syd la parte della popstar non la sa proprio recitare, e poi si diverte sempre meno a suonare, odia il playback – l’apice lo raggiunge in una esibizione negli Stati Uniti – e non ha il carisma del leader che i media tanto si aspettano da lui. È un Barrett sempre più a disagio con le luci della ribalta, finché nelle ultime esibizioni smette del tutto di suonare, fermandosi in catalessi con la chitarra in braccio. Di lì a poco, Syd Barrett diventa un peso morto nella band, che viene progressivamente scaricato dai suoi compagni e sostituito, dando l’opportunità a Roger Waters di diventare finalmente il leader incontrastato dei Pink Floyd.
Pasquale Rinaldis
Giornalista
Musica - 14 Gennaio 2016
‘Wish You Were Here’, raccontare Syd Barrett con un fumetto
“Il mio pensiero è irregolare. E in tutti i modi non sono niente di quello che tu pensi che io sia”.
Che fosse un tipo fuori dal comune è risaputo, non a caso, in uno dei più bei pezzi musicali che sia mai stato scritto è definito “Diamante pazzo”: Roger Keith Barrett in arte Syd Barrett è stato una rockstar geniale, un artista a 360 gradi, un pioniere della scena psichedelica britannica oltreché un membro fondatore dei Pink Floyd. E al grande artista è dedicato Wish You Were Here – Syd Barrett e i Pink Floyd, il nuovo graphic novel scritto da Danilo Deninotti (già autore di Kurt Cobain – Quando ero un alieno), e disegnato da Luca Lenci.
I tratti sporchi e bicromatici nero-fucsia, sono gli aspetti che risaltano di questo fumetto onesto e ben fatto, ma con il quale gli autori, anche a livello di racconto, avrebbero potuto osare di più, senza attenersi troppo alla storia, oramai risaputa, visti i tanti speciali e documentari prodotti sul rapporto tra i Pink Floyd e Syd Barrett.
Gli aspetti sui quali principalmente gli autori si concentrano sono due: quello tematico e quello tecnico. Qui si utilizza una storia reale lavorandola in modo che possa narrare la vicenda di Barrett e dei Pink Floyd, ma in modo da essere anche qualcos’altro: un racconto sull’amicizia e sui legami, sul perdersi e sull’assenza, sui demoni personali e l’abisso in cui si può sprofondare e sull’impossibilità, a volte, di ritrovare se stessi. A livello di tecnica c’è il lavoro fatto sulla narrazione per immagini: il tentativo di destrutturazione delle vignette per non fare una tavola simile all’altra, tutto il gioco dinamico fatto di piani sequenza di scelte di regia che mettono in scena in contemporanea avvenimenti che accadono su piani temporali e spaziali diversi. Per un racconto che prova a non essere retorico o didascalico. Che mostra più che narrare.
Si parte dal 1965, quando Syd è ancora uno studente iscritto alla Camberwell Art School di Londra, e da solo scrive The Piper at the Gates of Dawn, una pietra miliare della psichedelìa, il manifesto della Swinging London, un album infarcito di singoli innovativi per l’epoca come Astronomy Domine e attualissimi per i tempi in cui viviamo come Interstellar Overdrive, cronaca di un viaggio che porta l’ascoltatore a esplorare gli anfratti più remoti e bui del cosmo. E fa parte di questo periodo anche See Emily Play. Il successo è quasi immediato, ma dal 1967 Syd Barrett inizia la sua personale calata negli inferi: lui che si rivela un talento vero, un pozzo di idee, un autore seminale, un pezzo imprescindibile della storia della musica, artista che impersona perfettamente quella dicotomia tra la necessità di creare e il venirne sopraffatti, diventa un avido consumatore di sostanze allucinogene, si presenta più volte sul palco strafatto e costringe la band a ingaggiare un altro chitarrista, il compagno di college, David Gilmour.
E se l’anno successivo i Pink Floyd iniziano una gloriosa carriera da 200 milioni di copie vendute in tutto il mondo, Barrett invece precipita negli inferi e da allora rivedrà i vecchi compagni solo una sola volta, nel 1975, quando si presenta a sorpresa negli Abbey Road Studios alle registrazioni di Wish You Were Here, l’album a lui dedicato. L’abuso di Lsd gli provoca danni cerebrali irreversibili che lo portano alla completa incomunicabilità con il mondo esterno. Quel giorno, persino Roger Waters fa fatica a riconoscerlo: il ragazzo dalla bellezza travolgente si è trasformato in un uomo grasso, calvo e con le sopracciglia rasate. La sua rovina, per molti, non è stata una casualità, ma è stata provocata dalle pressioni di una fama alla quale non era interessato. Syd la parte della popstar non la sa proprio recitare, e poi si diverte sempre meno a suonare, odia il playback – l’apice lo raggiunge in una esibizione negli Stati Uniti – e non ha il carisma del leader che i media tanto si aspettano da lui. È un Barrett sempre più a disagio con le luci della ribalta, finché nelle ultime esibizioni smette del tutto di suonare, fermandosi in catalessi con la chitarra in braccio. Di lì a poco, Syd Barrett diventa un peso morto nella band, che viene progressivamente scaricato dai suoi compagni e sostituito, dando l’opportunità a Roger Waters di diventare finalmente il leader incontrastato dei Pink Floyd.
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(Adnkronos) - La Roma batte la Lazio per 2-0 e si aggiudica il derby del 5 gennaio 2025, valido per la 19esima giornata della Serie A. I giallorossi si impongono con i gol di Pellegrini (10') e Saelemakers (18'). Il successo consente alla formazione allenata da Ranieri di salire a 23 punti, a metà classifica. La Lazio rimane a quota 35 punti, al quarto posto, e perde la chance di guadagnare terreno su Juventus e Fiorentina, appaiate a 32.
Ranieri per il derby sceglie, un po' a sorpresa, Pellegrini dal 1' a supporto di Dybala e Dovbyk. In mezzo al campo Konè e Paredes, e sulle corsie laterali confermati Saelemakers e Angelino. Baroni dall'altra parte opta per Isaksen preferito a Tchaouna a destra per completare la trequarti con Dele-Bashiru e Zaccagni. In avanti Castellanos.
Al 3' Koné si libera al limite dell'area e conclude con un destro a giro ma è bravo Provedel a respingere in angolo. La Lazio prova a reagire e al 5' Tavares serve Isaksen ma la conclusione viene ribattuta due volte e sulla respinta Marusic manda alto sopra la traversa. Al 10' la Roma passa: grande ripartenza dei giallorossi con Dybala che allarga, poi la palla arriva al limite a Pellegrini che con un tiro a giro di gran classe batte Provedel per l'1-0. La Lazio accusa il colpo e la Roma prova ad affondare.
Al 13' iniziativa personale di Hummels che conduce palla per diversi metri prima di concludere verso lo specchio ma la palla viene deviata in angolo. Al 17' la squadra di Baroni prova a reagire con Isaksen ma il rasoterra è troppo lento.
Al 18' la Roma raddoppia: sul rinvio di Svilar arriva la sponda di Dovbyk per Dybala si presenta al limite dell'area e scarica per Saelemakers che conclude di destro, Provedel respinge ma sulla respinta il belga deposita in rete il gol del 2-0. I biancocelesti continuano a fare girare il pallone per trovare lo spazio giusto e al 22' Dele-Bashiru semina il panico sulla trequarti prima di concludere verso la porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 38' ancora Lazio pericolosa con Isaksen che devia il cross di Tavares ma la sua spizzata termina al lato.
Ad inizio ripresa Baroni cambia e inserisce Tchaouna e Dia per Isaksen e Dele-Bashiru. La Lazio spinge e sfiora il gol al 48' con Castellanos su cui è attento Svilar e al 50' con Guendouzi che dalla lunga distanza lascia partire un mancino, deviato, su cui Svilar si invola a manda in angolo. La squadra di Ranieri dopo i primi minuti di difficoltà sfiora il tris al 58' ancora con Pellegrini che tenta la conclusione di mancino ma è bravo Provedel a respingere e bloccare su un successivo rimpallo. La Lazio riprende a spingere e Hummels salva su Zaccagni entrato in area dopo aver saltato Mancini.
Al 60' enorme occasione per i biancocelesti con Tchaouna, ben servito da Dia di testa, davanti a Svilar tocca male e va a colpire la parte alta della traversa. Al 65' ancora Lazio pericolosa, questa volta con Tchaouna che di tacco prova a servire Castellanos ma decisivo Hummels in copertura. Poi Ranieri cambia Pellegrini e Saelemakers inserendo Pisilli ed El Shaarawy.
La pressione della Lazio non accenna ad affievolirsi e al 69' Castellanos conclude da posizione defilata ma è attento Svilar. Ranieri cerca forze fresche e toglie Dybala e Dovbyk per Baldanzi e Shomurodov. Al 76' la Roma si salva ancora sull'ennesimo spunto di Tchaouna che crossa per Zaccagni che è bravo a servire Dia a due passi dalla porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 79' altra perentoria azione di Tavares che entra in area e conclude di sinistro ma il suo tiro termina di pochissimo al lato. Finale concitato e nervoso con rissa finale e Lazio che chiude in dieci uomini per l'espulsione di Castellanos. La Roma vince il derby, la squadra che va tutta sotto la Sud a ricevere l'abbraccio del pubblico giallorosso.
Perugia, 5 gen. (Adnkronos) - Ha sparato con la pistola di servizio (Glock 17 cal. 9) regolarmente detenuta un colpo alla moglie 29enne, romena, per poi spararsi alla tempia. Sono i dettagli emersi dalla ricostruzione dell'omicidio-suicidio avvenuto questa mattina a Gualdo Tadino, nella frazione Gaifana, in una abitazione in via degli Ulivi.
L'uomo, una guardia giurata di 38 anni, è stato trovato senza vita accanto alla vittima. I rilievi ancora in corso, a cura della Sezione rilievi del Nucleo Investigativo di Perugia e Compagnia Carabinieri di Gubbio, confermano la dinamica. Secondo gli investigatori, il movente sarebbe legato a dissidi coniugali. Sul posto il medico legale e il sostituto procuratore di turno.
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Una pronuncia del Consiglio regionale della Sardegna sulla decadenza della presidente della Regione Alessandra Todde per presunte irregolarità sul rendiconto delle spese elettorali non è ipotizzabile nell'immediato. "Secondo la Corte costituzionale (sent. 387/1996) la questione della pronuncia del Consiglio regionale sulla decadenza si porrà solo nel momento in cui il provvedimento diventerà 'definitivo'". A indicare la significativa sentenza della Consulta è il professore ordinario di Diritto pubblico all'università di Roma Tor Vergata, Giovanni Guzzetta che, analizzando all'Adnkronos una vicenda ingarbugliata sia sul fronte politico che giudiziario, rileva anche che"il giudizio del Consiglio regionale è sempre sindacabile in sede giurisdizionale".
Pertanto, "immaginando che la Presidente della Regione Sardegna impugni effettivamente l’atto, sul piano giudiziario i tempi non saranno brevi: la lunghezza dei tempi si trasforma in una prolungata spada di Damocle 'politica' sulla Presidente e sulla sua legittimazione. E qui, subentrano tutte le valutazioni di opportunità che non spetta a me fare".
Secondo il costituzionalista, "la vicenda è molto complessa perché ha evidentemente implicazioni politiche e giuridiche ma le letture appaiono molto semplificate e assertive". "Sul piano politico - analizza - ci troviamo di fronte ad una ordinanza-ingiunzione che contesta gravi violazioni della disciplina in materia di spese elettorali e relativa rendicontazione. In base alla legislazione vigente applicabile anche alla regione Sardegna, a seguito dell’accertamento di tali violazioni consegue anche la sanzione accessoria della decadenza, in quanto si concretizza una causa di ineleggibilità del consigliere regionale che si riflette sulla carica di presidente della Regione, perché, in base alla disciplina vigente ribadita dalla stessa legislazione sarda, il Presidente non può non essere anche membro del consiglio regionale. Sul piano politico la rilevanza della questione, e quindi le conseguenze in termini di opportunità, sono rimesse alle valutazioni degli interessati e al dibattito politico".
"Sul piano giuridico quello che succede è che il provvedimento, che è immediatamente esecutivo, è comunque un provvedimento amministrativo, sebbene adottato da un organo particolarmente autorevole in quanto istituito presso la Corte d’Appello e presieduto dal Presidente della Corte d’Appello. A tale provvedimento si può fare opposizione davanti al giudice ordinario, cui spetta anche decidere se sospenderne o meno l’esecutività. Secondo la Corte costituzionale (sent. 387/1996) la questione della pronuncia del Consiglio regionale sulla decadenza si porrà nel momento in cui il provvedimento diventerà “definitivo” (cioè una volta esauriti i gradi di giudizio di impugnazione dell’ordinanza o qualora tale impugnazione non ci sia, nei termini di 30 giorni dall’adozione del provvedimento). Da questa sentenza della Corte costituzionale sembrerebbe dunque che fino a quel momento il Consiglio non possa pronunciarsi, anche se il provvedimento del Collegio regionale di Garanzia rimanesse esecutivo".
Guzzetta osserva che "in questa prospettiva, immaginando che la Presidente della Regione Sardegna impugni effettivamente l’atto bisognerà attendere i vari gradi di giudizio e potrebbero passare mesi. Nel momento in cui il provvedimento, confermato dai giudici, divenisse effettivamente definitivo spetterebbe al Consiglio regionale dichiarare la decadenza. Sui poteri del Consiglio in questa materia c’è molta confusione, perché si tende a pensare in modo analogo a quello che vale per le Camere. Ma c’è una fondamentale differenza. Le Camere sono organi costituzionali e la Costituzione riserva a esse in via esclusiva la valutazione della decadenza. Lo stesso principio non vale per i Consigli regionali, le cui deliberazioni sono impugnabili davanti al giudice ordinario secondo i principi generali che valgono in questa materia, peraltro ribaditi dalla stessa legge statutaria della regione Sardegna 2007 articolo 26 comma 9. Questo vuol dire che i margini di valutazione dei Consiglio regionale sono comunque più ristretti, perché le loro scelte sono sindacabili quanto al rispetto delle norme sulla decadenza".
"Il controllo del Consiglio regionale, dunque, è vincolato dal quadro normativo e non può ritenersi politicamente libero. Il che non vuol dire che il suo voto sia una formalità (possono essere rilevati vizi procedurali ad esempio), ma certo la valutazione non è meramente politica. Né la legge ordinaria potrebbe riconoscere ai consigli regionali quella garanzia di insindacabilità degli atti che è assicurata dalla Costituzione alle Camere - sottolinea il professore di Tor Vergata - Questo peraltro vale per tutti i casi in cui i Consigli regionali accertino cause di decadenza. Le dichiarazioni di decadenza sono impugnabili davanti al giudice ordinario. Al limite possono ipotizzarsi anche dei conflitti di attribuzione davanti alla Corte costituzionale tra Regione e autorità giudiziaria".
"Sul piano giudiziario, dunque, i tempi non saranno brevi.Sul piano politico, ovviamente, la lunghezza dei tempi si trasforma in una prolungata spada di Damocle 'politica' sulla Presidente e sulla sua legittimazione. E qui, subentrano tutte le valutazioni di opportunità che non spetta a me fare", conclude il costituzionalista. (di Roberta Lanzara)
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Papa Francesco ha ricevuto una targa con riflessioni su Gesù da parte della Guida suprema iraniana, l'Ayatollah Ali Khamenei. Secondo quanto rende noto l'agenzia di stampa Irna, la targa è stata consegnata al Pontefice dall'ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, Mohammad Hossein Mokhtari, ricevuto nei giorni scorsi.
''Se Gesù fosse tra noi oggi - scrive Khamenei - non esiterebbe un attimo a combattere i leader dell'oppressione e dell'arroganza globale. Non tollererebbe la fame e lo sfollamento di miliardi di persone spinte dalle potenze egemoniche verso la guerra, la corruzione e la violenza".
Partendo dal fatto che ''l'importanza di Gesù per i musulmani non è senza dubbio inferiore alla sua importanza e stima agli occhi dei devoti cristiani'', il testo sottolinea che ''questo grande profeta divino ha trascorso tutto il suo tempo tra il popolo in lotta per opporsi all'oppressione, all'aggressione e alla corruzione'' e ''a coloro che usavano la loro ricchezza e il loro potere per schiavizzare le nazioni e trascinarle nell'inferno di questo mondo e dell'aldilà''.
Nelle riflessioni di Khamenei è contenuto un invito: ''Cristiani e musulmani che credono in questo grande profeta devono rivolgersi ai suoi insegnamenti per stabilire un giusto ordine mondiale. Devono promuovere le virtù umane come sono state insegnate da questi maestri dell'umanità''. Quindi, prosegue il testo, ''per essere un seguace di Gesù Cristo bisogna sostenere la verità e rifiutare i poteri che vi si oppongono. Si spera che i cristiani e i musulmani in ogni angolo del mondo manterranno viva questa profonda lezione del profeta Gesù nelle loro vite e azioni'', auspica il leader iraniano.
Perugia, 5 gen. (Adnkronos) - Marito e moglie sono stati trovati morti nell'abitazione nella quale vivevano a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che indagano sull'ipotesi di omicidio-suicidio. Da una prima ricostruzione si tratta di una coppia giovane, i due avevano una trentina di anni. L'uomo, dai primissimi accertamenti, avrebbe ucciso la donna per poi togliersi la vita.
Milano, 5 gen. (Adnkronos) - Sono in corso le indagini dei carabinieri per fare luce sulla morte di un 28enne marocchino trovato morto ieri sera a Cisliano in provincia di Milano. E' stato un passante ieri a chiamare il 112 dopo aver notato un uomo riverso sul ciglio della strada in via Regina Elena, quasi all'incrocio con una strada provinciale. Sul posto sono intervenuti, insieme al 118, i carabinieri di Bareggio e Magenta che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. A quanto si apprende si indaga per omicidio perché, da una prima ispezione del medico legale, è emersa sul cadavere una lesione all'addome inferiore compatibile con un'azione violenta. Tuttavia sarà l'autopsia a fare definitivamente chiarezza.
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Visita lampo di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, dove la premier ha incontrato il presidente eletto degli Usa Donald Trump. Dopo circa 5 ore dal suo arrivo a Palm Beach, la premier è risalita sul volo che la sta riconducendo a Roma.