Ieri sera si è tenuta all’Auditorium Parco della Musica di Roma la grande festa per i 40 anni di Repubblica. Oltre a Scalfari, De Benedetti, direttori vecchi e nuovi, giornalisti di spicco, una carrellata di ospiti ha intrattenuto il pubblico in sala.
Il giornalismo di Repubblica ha raccontato l’Italia degli ultimi quarant’anni, e per dirla come il suo editore, lo ha fatto e continua a farlo in virtù di “tradizione, democrazia, innovazione” e “in difesa dei principi di giustizia sociale e di equità”.
Scorro gli articoli sulla serata, clicco i video degli artisti che si sono accavallati uno dopo l’altro e riesco a scorgere il nome di una sola donna, Paola Cortellesi, protagonista di un’ottima performance in ‘Miss Celie’s Blues‘.
Tutti gli altri (almeno quelli in evidenza oggi sul sito di Repubblica) sono uomini. Ah, che noia che barba, che barba che noia questa Vecchione. Prima polemizza sui giudici di Masterchef (tutti uomini) e adesso se la prende con quelli di Repubblica. Eh già. Veramente che noia. Perché poi è inevitabile finire sul dilemma dicotòmico, anche un po’ Morettiano del: se solleviamo la tematica siamo pedanti femministe ma se non la solleviamo rischiamo l’accondiscendenza e l’addomesticazione.
In cuor mio, siccome non mi sono mai sentita troppo bene tra quattro mura, voglio rischiare la prima. Ma senza cadere nella trappola delle quote rosa a tutti i costi, anche in televisione. No, perché quelle sono un po’ come quei genitori che per non fare un torto a un figlio, comprano a entrambi la stessa macchinina, lo stesso giocattolo, garantendo sì una certa equità di forma ma a scapito della spontaneità e dei singoli valori.
Ieri sera c’erano un bel po’ di invitati, anche alcuni che francamente riposavano in naftalina fino a qualche ora prima. Non parlo ovviamente dei mostri sacri come De Gregori (‘Rimmel’ era da brividi), ma piuttosto…in tutta onestà, era davvero necessario per riempire la scaletta, farci vedere il balletto in collegamento video di prezzemolino Jovanotti?
Nel dipingere quarant’anni di vita, costume, politica italiana mi volete dire che Repubblica non si è mai avvalsa della collaborazione di una donna? O che in Italia non ci sono cantanti, musiciste, giornaliste, attrici capaci di portare il loro contributo creativo a una serata come quella di ieri? Nah. E infatti a Webnotte, il programma musicale di Assante e Castaldo, partecipano e si esibiscono molte artiste. E’ dunque difficile comprenderne l’assenza in un evento di gala come quello di ieri.
Hanno creduto che in effetti no, non ci sono performers all’altezza o semplicemente non ci hanno proprio pensato? In entrambi i casi, fatico a vedere l’“innovazione”.
Tranquilli però, la gloria è a portata di un soffio, giusto una manciata di settimane. Quando le vedremo comparire su un palco veramente, ma veramente importante, al fianco di un abbronzatissimo Carlo Conti nelle vesti di vallette d’onore.