Ambiente & Veleni

Piemonte, parchi e ambientalisti: una vicenda esemplare

giardinierigenova

Se all’uomo della strada chiedete quali sono le associazioni ambientaliste, lui, con ogni probabilità, vi risponderà: “Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Greenpeace, Pro Natura”. Difficile che vada oltre.
Peccato che, come evidenziai in un post di qualche tempo fa, il riconoscimento di una associazione sia letteralmente una burla. Dal 1986, anno della legge che lo istituiva, il Ministero dell’Ambiente ha riconosciuto di tutto, persino associazioni legate al mondo venatorio, come l’Ekoclub. L’impressione chiara e netta è che, per essere riconosciuta, all’associazione sia sufficiente avere un santo in paradiso (si fa per dire, in Parlamento), indipendentemente dall’attività di tutela dell’ambiente effettivamente svolta.

Fin qui potrebbe essere la solita storia di questo paese di Pulcinella (con tutto il rispetto per la maschera). Se non fosse… Se non fosse per il fatto che ottenere il riconoscimento fa anche sorgere dei diritti in capo al sodalizio riconosciuto. E veniamo allora ad un caso eclatante.

In Piemonte, una recente modifica della legge regionale sulle aree protette prevede che, nell’ambito del Consiglio di ciascuno degli undici Enti di Gestione di parchi e riserve naturali esistenti, sieda un rappresentante delle associazioni ambientaliste riconosciute. Quando si tratta di nominare i nuovi consigli direttivi, come sta accadendo in questi giorni, ecco che ogni associazione può avanzare una propria candidatura, e saranno poi le Comunità del Parco (cioè i sindaci dei comuni che ricadono all’interno delle aree protette ed i presidenti degli altri enti locali) a decidere chi nominare. Successivamente, spetterà alla Regione ratificare.

Bene, che cosa è accaduto? Che nel Parco delle Alpi Marittime, uno dei più prestigiosi della Regione e conosciuto anche a livello internazionale, sia stato nominato il rappresentante di Bicincittà, associazione federata alla Federazione Italiana Amanti della Bicicletta, ovviamente riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente. Nei Parchi delle Alpi Cozie e dell’Ossola, sono stati invece eletti personaggi proposti localmente dal CAI, sempre a scapito delle associazioni ambientaliste maggiormente rappresentative. Nel Parco della Collina e del Po torinese, invece che il rappresentante delle associazioni storiche, è stato eletto Pierangelo Cumino, noto per essere un appassionato cacciatore (fino a qualche tempo fa era presidente di un Ambito Territoriale di Caccia), nonché, quale esponente Udc, un fautore di grandi opere, Tav e tangenziale est di Torino su tutte. Cumino è stato proposto da Agriturist, emanazione della Confagricoltura che si occupa di agriturismo, anch’essa ovviamente riconosciuta.

Così, in alcune importanti aree protette le associazioni ambientaliste maggiormente rappresentative non saranno presenti. In compenso ci saranno amanti della bicicletta, dell’alpinismo, dell’agriturismo e delle grandi opere.
Qualcuno potrà dire che questo episodio è di scarsa rilevanza. Beh, io invece credo sia un caso di scuola.
Personalmente, non opero più nelle associazioni, ma ho mantenuto in esse contatti ed il sentimento che – dopo questa vicenda – prevale al loro interno è un misto di delusione e rabbia contro questo potere politico, che si perpetua sempre uguale. Prima o Seconda Repubblica non fa alcuna differenza. “Deve cambiare tutto perché niente cambi”.