Titoloni e annunci in pompa magna per il debutto in Serie B del cartellino verde ai giocatori che si distinguono per fair play. Servirà a poco (o a nulla): nel calcio italiano c'è bisogno di gesti buoni più che di buonismo
Prima giornata del girone di ritorno, con una nuova capolista: il 20° turno di Serie A chiama il Napoli (sabato alle 20.45) alla conferma, in casa contro il temibile Sassuolo che ha già fatto lo scalpo dell’Inter a San Siro. Mentre domenica (ore 15) la Juventus cerca il decimo successo consecutivo nello stadio tutto nuovo dell’Udinese. Prima di loro, apre il weekend calcistico l’Inter (sabato alle 15), sul campo tradizionalmente ostico dell’Atalanta. Debutto per Luciano Spalletti sulla panchina della Roma, chiude nel posticipo Milan-Fiorentina, con Mihajlovic ancora a rischio esonero in caso di risultato negativo.
LA SFIDA – SPALLETTI DEVE CAMBIARE LA ROMA
Roma-Verona è la prima della seconda era Spalletti. Forse il miglior debutto possibile, in casa con un Olimpico di nuovo caldo (negli ultimi mesi era stato più che altro un ostacolo per i giallorossi) e contro l’ultima in classifica, già rassegnata o quasi alla retrocessione in un’annata stortissima. L’ideale per iniziare con il piede giusto. Il tecnico toscano, però, non deve solo vincere ma cambiare la Roma. Non tanto negli uomini: che arrivino o meno rinforzi dal mercato, la rosa è già competitiva. Ma nel gioco, nel fisico e nella testa. Spalletti comincerà dal modulo, rispolverando quel 4-2-3-1 che tante soddisfazioni gli ha regalato nella Capitale. Poi i giocatori dovranno tornare a correre: lo hanno fatto poco nell’ultimo anno e mezzo, ipnotizzati dal proprio stesso, inutile possesso palla. E i tifosi, l’ambiente tutto, rasserenarsi e remare dalla stessa parte. È questa la vera sfida di Luciano Spalletti, e non è da poco. Alla sua prima esperienza ci era riuscito solo in parte. Adesso – come lui stesso ha detto – “è tornato per finire il lavoro che aveva iniziato”.
DIAMO I NUMERI – FINALMENTE IL NUOVO FRIULI
25: i milioni di euro spesi dall’Udinese per rifare lo stadio Friuli. Tutti a carico della società, ma finanziati in gran parte dall’Istituto di Credito sportivo. Altri 25 milioni circa dovrebbe costare la ristrutturazione interna, che renderà fruibile l’impianto sette giorni su sette.
30: i mesi di lavoro della ristrutturazione. Cominciati nel giugno del 2013, sono stati ultimati a dicembre 2015. Il 4 gennaio è arrivato il via libera della Commissione di Vigilanza. L’intervento è stato effettuato a lotti in modo che la squadra potesse comunque giocare in casa per tutto l’arco delle opere.
25.144: la nuova capienza dell’impianto dopo il restyling, ampliabile fino a 34mila posti per eventi extra-calcistici. Contro la Juve, prima apertura integrale del nuovo stadio, previsto il tutto esaurito.
IL FATTO – CI MANCAVA IL CARTELLINO VERDE
Nel weekend (già da venerdì sera, in realtà) torna anche la Serie B, dopo la sosta di gennaio e il tour de force natalizio. Con una novità regolamentare: il cartellino verde. La Green Card servirà a premiare e non a punire: l’arbitro lo “sventolerà” in faccia al giocatore che durante la partita dovesse rendersi protagonista di un particolare gesto di fair play. E il pubblico giù ad applaudire. Quale sia la funzione reale di questa trovata non è molto chiaro: il destinatario del cartellino verrà annotato sul referto arbitrale e registrato dal Giudice Sportivo, proprio come ammoniti ed espulsi. Poi a fine stagione dovrebbe arrivare il premio per i migliori. Anzi, per i più buoni: una targa, una medaglietta o un pubblico riconoscimento dai vertici della Federazione, magari dal presidente Tavecchio in persona (non proprio il re del politicamente corretto). O addirittura una “segnalazione ai grandi club calcistici”, che notoriamente acquistano i giocatori in base alle loro qualità morali. Evidentemente qualcuno in Lega e in Figc ha pensato che con un semplice cartellino si possa cambiare la cultura sportiva di un Paese. Ma al calcio servono gesti buoni, più che buonismo.