Loro sono Matteo Corradini, Luigi Di Capua e Luca Vecchi e il loro debutto al cinema vede la produzione di Pietro Valsecchi, reduce dal grande successo di Quo Vado: “Abbiamo collaborato con Pietro per la seconda stagione della serie che poi è andata in onda su Italia 1 e lui ci ha proposto di fare un film, ma all’inizio avevamo paura perché non pensavamo di essere in grado"
Un caffè, un tavolino e tre amici con una ferma convinzione: una vita con la sveglia alle 7.30 di mattina non vale la pena di essere vissuta!. Nasce così, nel 2010, The Pills, la web serie ideata da Matteo Corradini, Luigi Di Capua e Luca Vecchi, tre ragazzi romani che ottengono in pochi anni migliaia di visualizzazioni su YouTube e una meritata notorietà. “Appena laureati non riuscivamo a trovare lavoro, e invece di stare in ufficio otto ore per 300 euro abbiamo deciso di provare a fare qualcosa di divertente in casa” ci spiega Luigi, aggiungendo: “Andare a lavorare avrebbe voluto dire smettere di fare The Pills e smettere in un certo senso di credere in qualcosa che avevamo creato insieme. Se uno di noi fosse andato a lavorare sarebbe stato come rompere questo incantesimo”.
Questo tacito accordo è il punto di partenza del film Sempre Meglio che Lavorare, il loro debutto al cinema per la produzione di Pietro Valsecchi. “Abbiamo collaborato con Pietro per la seconda stagione della serie che poi è andata in onda su Italia 1 e lui ci ha proposto di fare un film, ma all’inizio avevamo paura perché non pensavamo di essere in grado. Infatti il processo di scrittura è stato lungo e dopo quasi due anni abbiamo tirato fuori un prodotto” ci ha raccontato Matteo. Reduce dal grande successo di Quo Vado? con Checco Zalone, Valsecchi ha accettato la sfida di investire in questi giovani talenti, cercando di donare una nuova linfa al cinema italiano. Mentre il programma televisivo Non Ce la faremo Mai è passato un po’ in sordina su Italia 1 in seconda serata, questo film è una piacevole sorpresa che conferma le capacità artistiche dei The Pills, dalla teoria alla pratica. “La televisione ha un suo linguaggio e noi non siamo dei mattatori” hanno sottolineato, dichiarandosi più a loro agio sul grande schermo: “Siamo abituati a fare cose sul web da sempre e il cinema l’abbiamo sentito come un’esperienza diversa. Abbiamo imparato molto, e le speranze sono quelle di avere un riconoscimento e che questo film possa trovare la sua fetta di pubblico”.
Alla soglia dei trent’anni gli alter ego di Luca, Matteo e Luigi giurano di vivere il più possibile nell’immobilismo post-adolescenziale che prevede di non lavorare mai e passare le giornate a bere, fumare e divertirsi. Ma una sera Luca incontra una ragazza ad una festa e comincia a farsi sedurre dal lavoro, questo nemico invisibile che cambia l’ordine delle sue priorità e lo allontana dagli amici. La dichiarata allergia al posto fisso, ma anche ad un impiego part time, è come un dogma con origini nel lontano passato di questi tre ragazzi di Roma Sud, e la confusione di Luca comincia a minare gli equilibri.
Ormai il web sembra essere diventato una fucina di talenti destinati al grande e piccolo schermo. Basti pensare all’ascesa di Frank Matano o al recente Game Therapy, film coraggioso ma poco riuscito con FaviJ, Federico Clapis, Leonardo Decarli e Zoda. In questo caso la crisi si è rivelata motore della creatività e ha permesso la realizzazione di un film convincente, in cui vince una comicità malinconica sullo stile di Francesco Muti e Carlo Verdone sullo sfondo di una fotografia che gioca sul contrasto tra il colore e un bianco e nero documentaristico alla Clerks. Un film che fa sorridere per poi riportarci alla realtà con una maggiore consapevolezza. Tanti sono i riferimenti alla storia del cinema, dai fratelli Marx ai film hollywoodiani anni ’80 e ’90, i videoclip di MTV e le vecchie commedie all’italiana. E tutto è guidato da una regia attenta e fresca, sostenuta da una sceneggiatura intelligente che riesce ad adattare la riuscita formula web originale al grande schermo, intrattenendo con ironia e offrendo interessanti spunti di riflessione.
“Sicuramente questo film incasserà più di Checco Zalone” scherza Matteo a fine intervista, anche se The Pills – Sempre Meglio che Lavorare non ha molto da invidiare alla nuova avventura del comico pugliese, tenendo conto delle limitate risorse che i ragazzi hanno saputo sfruttare con idee geniali che conquistano, la società segreta del Bangladesh stile Fight Club su tutte.