L’effetto antiossidante della vitamina C e i suoi benefici in tema di prevenzione dei tumori sono noti da tempo. Tuttavia non per questo si può parlare di cura alternativa. “Da oncologo dico che oggi non ci sono evidenze per integrare l’ascorbato nell’ambito dei trattamenti oncologici”, afferma Enrico Ricevuto, professore associato di oncologia all’Ospedale San Salvatore dell’Università dell’Aquila, specialista in terapia dei tumori. “Anche ammesso che possano essere stati osservati dei benefici da un punto di vista sperimentale (cioè in laboratorio, non sull’uomo), o in qualche singolo caso clinico, attualmente nulla è scientificamente provato”, chiarisce.
L’informazione da parte del medico deve essere corretta: se non è provato che serva, nessuno deve far spendere soldi alle persone”
“Questo perché mancano studi clinici randomizzati, cioè strutturati, che dimostrino scientificamente gli effetti. Oggi ci sono migliaia di molecole che si stanno testando per il trattamento dei tumori. L’ascorbato evidentemente non rientra tra quelle più interessanti”, aggiunge. Inoltre, da un punto di vista deontologico, Ricevuto sottolinea che “anche se un collega medico crede personalmente nell’efficacia dell’ascorbato, nulla giustifica il trattamento a carico del paziente. L’informazione da parte del medico deve essere corretta: se non è provato che serva, nessuno deve far spendere soldi alle persone”.
I consulti medici della Fondazione Pantellini sono gratuiti, ma per richiederli è necessario diventare “soci” pagando una quota di iscrizione annuale di 200 euro (una cifra che se moltiplicata per gli 800 casi circa presi in carico ogni anno raggiunge i 160mila euro). Il medico di riferimento è Andrea Bolognesi, omeopata e psichiatra. Nell’organigramma non ci sono oncologi. Al vertice c’è Garuti in qualità di “figlio” di Pantellini, pur non avendo il suo cognome (stando a quanto spiega Paoli, la madre di Garuti sarebbe stata la compagna o la moglie del chimico fiorentino).