I siti di interesse nazionale, o Sin, rappresentano delle aree contaminate molto estese classificate più pericolose dallo Stato Italiano e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari. I siti individuati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio erano 57 (28 dei quali interessano la fascia costiera) sparsi in tutta Italia, ridotti a 39 ad inizio 2013. Le bonifiche dei siti declassificati sono diventate di competenza delle regioni. Tra di esse il litorale Domitio Flegreo, parte della cosiddetta Terra dei Fuochi, che ricomprende in base al report Sentieri di Iss, non meno di tre milioni di abitanti.
Le dichiarazioni della Prof Musmeci, che appaiono su Il Mattino del 14 gennaio 2016, hanno un significato e logiche conseguenze sia economiche che sanitarie tutt’altro che rassicuranti e tutte a danno solo della Regione Campania e dei cittadini (italiani) residenti in Terra dei Fuochi.
Siamo perfettamente d’accordo, e da noi declarato ben otto anni prima in Parlamento in data 16.1.2008, che l’incremento di patologie tumorali nelle aree delle province di Napoli e Caserta, ormai comunemente note come “Terra dei Fuochi” (3 milioni di cittadini!) sia sostanzialmente in linea (in verità i dati attestano comunque un peggioramento) rispetto alle più inquinate zone industriali di Italia: Porto Marghera (28mila cittadini) e Taranto (200mila cittadini), io aggiungerei anche Brescia-Caffaro (100mila cittadini).
Quale è la purtroppo la gravissima conseguenza delle dichiarazioni della prof Musmeci su cui riflettere ma per agire e non per continuare a discutere e perdere tempo come chiede a gran voce il vescovo Spinillo? Ilva Taranto, il 90% della diossina ufficiale di Italia, si vede eccome avvelenare Taranto, la martirizzata Taranto, la spartana Taranto, grazie alla cui esistenza si deve la nascita stessa di Neapolis nel 326 a.C.. Si vede e si discute ancora delle soluzioni ma come Sin (sito che presuppone impegno economico diretto del governo a soluzione). Porto Marghera di Venezia, i cui fanghi tossici abbiamo incamerato nella nostra fertilissima terra di Campania con le ovvie conseguenze di avere cittadini con gli stessi veleni nel sangue a Castelvolturno, così come ad Acerra.
Tutta Terra dei Fuochi, il litorale Domizio flegreo, oggetto dello studio dei colleghi dell’Iss, con un danno sanitario equivalente se non maggiore come ormai certifica lo studio Sentieri, a Porto Marghera e Taranto, viene invece colpita ancora oggi e ogni giorno da una quotidiana attività di “fabbriche a nero”, che ufficialmente non esistono, e di sversamenti antichi, mai bonificati (resit, cava riconta, eccecc) e, a mio parere da tecnico, mai bonificabili se per bonifica intendiamo la rimozione completa del danno e dei tossici, ormai di fatto impossibile.
Come conseguenza gravissima di questa situazione di evasione fiscale di attività produttive e quindi di sversamenti illegali, nostri e di altre regioni, i nostri siti, in assenza di evidente e certa individuazione della fonte inquinante, sono stati declassati a Sir (siti di interesse regionale) di fatto attestando “siete voi la causa, come incivili ed evasori: vedetevela voi e a vostre spese!”
I fondi destinati quindi non ad evitare Terra dei Fuochi, che ha altra genesi, ma almeno ad evitare allo Stato italiano non alla regione Campania la multa pesantissima della Ue, appaiono così quasi un regalo e non un risarcimento minimo dovuto, innanzitutto perché i dati sanitari sono e restano in continuo e costante peggioramento. Siamo passati dai meno due anni di vita quando noi medici Isde facevamo in Senato nel 2008 le dichiarazioni che oggi fa Istituto Superiore di Sanità con la D.ssa Musmeci, ai meno 3,6 di aspettativa di vita alla nascita del dicembre 2015 in provincia di Napoli vs Firenze.
Ancora oggi, dopo il vigile di Acerra Michele Liguori, devo registrare in questi giorni un cancro ematologico di un nostro fratello sentinella del territorio a tutela dalle discariche tossiche abusive che mostra, alle analisi tossicologiche, lo stesso profilo Brescia-Caffaro, con eccessi di pcb 118-126, già da me riscontrati anni fa nei pastori di Acerra, nel vigile Michele Liguori, in ovvia sintonia con quanto accertato dalla Magistratura a seguito degli sversamenti di pcb- Brescia Caffaro ad Acerra-Villa Literno e a Castelvolturno, profili tossicologici tipo Porto Marghera.
Non possiamo permetterci di perdere altro tempo in discussioni sterili sui numeri sanitari o tossicologici , su “progettini” di ricerca medica finalizzati solo a fare perdere altro tempo fornendo alibi ai responsabili di tanti disastro per continuare a non fare nulla, dalle discariche a norma per amianto (zero impianti in Campania), alla rimozione di tonnellate di cancerogeni fertilizzanti incendiati a Mariglianella nel 1995, ed oggi ancora abbandonati sotto un telone ad avvelenare, ma dobbiamo impegnarci tutti al massimo per fare emergere il lavoro nero, tracciare i manufatti ed i Tir dei rifiuti (Sistri) e contrastare efficacemente l’evasione fiscale, vera causa di Terra dei Fuochi. La gestione criminale dei rifiuti speciali e tossici prodotti in regime di evasione fiscale oggi è compresa tra i 25 ed i 30 milioni di tonnellate l’anno, cioè più di tutti i rifiuti urbani prodotti in Italia.
Ultima e gravissima conseguenza di tutto questo disastro ambientale negato e scientificamente coperto, continuiamo a ricevere meno soldi di tutti per il nostro Ssn, giacché la ripartizione dei fondi avviene solo sul criterio di correzione per età: noi siamo i più giovani, ancorché (in modo ancora negato) i più malati, e per questo, riceviamo pure meno soldi in sanità. Posta una differenza media di circa 200 euro procapite anno tra un cittadino campano ed uno ligure, per circa tre milioni di cittadini esposti in Terra dei fuochi, abbiamo diritto ad un riequilibrio del fondo non inferiore ai 600 milioni di euro/anno.
Le principali richieste che sottoporremo al presidente del Consiglio Matteo Renzi