“Non avete idea delle potenzialità che può avere un disabile”. Capelli scuri, occhi vispi, e il sogno di cambiare il mondo. Simone Soria ha 36 anni e nella vita fa l’ingegnere. Dalla nascita è affetto da disabilità motoria grave: non cammina, non usa le mani, “e per di più – dice – articolo le parole a fatica”. Nulla di tutto questo lo ha fermato. Da più di dieci anni, infatti, Simone sviluppa software per migliorare la vita dei disabili nella sua stessa situazione. E insieme alla sua cooperativa, Aida, gira l’Italia in lungo e in largo per assisterli. Spingendosi fino in Ucraina, Isole Mauritius e Giappone. “Grazie alla tecnologia possiamo cambiare la vita di tantissime persone”, spiega.

Tutto ha inizio in terza elementare, quando un operatore dell’Asl gli propone di utilizzare il computer in classe. “Fu l’inizio di una splendida avventura”, ricorda. Grazie ad un caschetto particolare, Simone riesce infatti a utilizzare la tastiera in maniera efficiente. Alla maturità si presenta con una tesina sulla Casa intelligente, quando la domotica era agli albori. Da lì la decisione di iscriversi al corso di laurea in Ingegneria Informatica.

“Non avete idea delle potenzialità che può avere un disabile”

“Ero il primo disabile motorio grave a intraprendere questo percorso – racconta –. Le barriere istituzionali erano molte, e a volte erano azioni di ostruzionismo”. Come tesi di laurea, invece, Simone presenta FaceMouse, un programma ideato e realizzato di propria mano, che permette di utilizzare il computer e di scrivere muovendo una qualunque parte del corpo davanti ad una comunissima webcam. L’elemento più innovativo è rappresentato dal fatto che si può interfacciare con qualunque movimento della persona, un po’ come l’acqua che prende la forma del contenitore che la raccoglie.

Nel 2005, la svolta. Simone decide di mettere le sue competenze a disposizione dei disabili e delle loro famiglie. È lì che nasce la cooperativa sociale onlus Aida, acronimo di “ausili ed informatica per disabili e anziani”, l’unica realtà italiana che propone e realizza soluzioni efficaci per i disabili motori gravi. Da Aosta a Trapani, Simone e le 5 persone del suo team incontrano disabili e le loro famiglie in giro per l’Italia. “Il nostro obiettivo è proprio quello di permettere anche ai disabili gravi di essere inclusi nella società, nella scuola e nel lavoro”. Ad oggi, dopo 10 anni di attività, sono stati aiutati più di 400 persone, “ma potremmo raggiungerne molte altre”, aggiunge.

“All’estero stiamo lavorando soprattutto in Giappone, con l’aiuto di mia moglie come interprete. Ma siamo stati anche a Shanghai e Pechino e abbiamo aiutato ragazzi in Ucraina, nelle Isole Mauritius e in Francia”

E non è tutto. La tecnologia sviluppata da Simone è arrivata fino in Giappone. I primi contatti ci sono stati nel 2005, quando un ricercatore dell’istituto governativo Nise (National Institute for Special Education) lo ha invitato a Yokosuka per sperimentare FaceMouse con alcuni bambini disabili gravi. Il software, inoltre, ha ricevuto diversi riconoscimenti relativi a innovazione e utilità sociale, tra cui il brevetto internazionale, il marchio in Cina, Giappone ed Europa. “All’estero stiamo lavorando soprattutto in Giappone, con l’aiuto di mia moglie come interprete. Ma siamo stati anche a Shanghai e Pechino in occasione di Expo 2010, abbiamo aiutato ragazzi in Ucraina, nelle Isole Mauritius e in Francia. Stiamo preparando un sito internet multilingue per proporci in modo più sistematico”.

L’ostacolo più difficile da superare rimane ancora la “diffidenza di molti genitori di bambini disabili”, inclusi medici e professionisti dell’handicap in genere. C’è poi da fare i conti con l’indifferenza e la negligenza: “Quanti problemi si risolverebbero – dice – se, ad esempio, ogni insegnante ed educatore scolastico mettesse un po’ di impegno e spirito d’iniziativa nel lavorare con lo studente disabile”.

“Sogno di formare educatori ed insegnanti di sostegno pronti a valorizzare le capacità del proprio studente”

Dopo la laurea (con lode), il matrimonio, una battaglia vinta contro il cancro, Simone ha ancora voglia di lottare. E i suoi progetti non si fermano: oltre a FaceMouse ora c’è da testare EasyMath, un software di matematica che permette di scrivere formule in modo semplice ed intuitivo. Ma anche Fabula, una tastiera virtuale utilizzabile con un dito che permette di comunicare, scrivere e giocare con il pc. “Spesso nelle scuole i disabili sono solo parcheggiati in classe e abbandonati a se stessi –  racconta – Io sogno di formare educatori ed insegnanti di sostegno pronti a valorizzare le capacità del proprio studente”. Prossima fermata? Simone sorride: “Andiamo fino ai confini del mondo”.

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