Una delibera dell'amministrazione di Ogliastro apre l'iter per l'opera: del monumento esiste per ora solo un modellino, costato 8mila euro donati da un pasticciere. La sola progettazione potrebbe arrivare a costare 15 milioni. I comitati protestano: dal 1994 la città aspetta la realizzazione di una piscina. "E non abbiamo un acquedotto né strade efficienti"
Cilento terra di Santi e di statue. Dopo il San Francesco sulla collina di San Marco, voluto da padre Sinforiano Basile e mai terminato, è il progetto di una riproduzione gigante di Padre Pio ad approdare nella provincia salernitana. Il sindaco di Ogliastro, Michele Apolito, sembra voler fare del turismo religioso la nuova frontiera dello sviluppo del piccolo paese che amministra, popolato da poco più di 2mila anime. Le stesse fanno sapere che a Ogliastro non c’è acqua, che la rete fognaria è un colabrodo, che le comunicazioni stradali sono pessime. Eppure la giunta ha accettato la sfida per la costruzione di un mirabolante monumento a Padre Pio. Alto 85 metri, costerebbe 150 milioni di euro e dovrebbe diventare la 59esima statua più alta del mondo, in base al progetto che aspetta ancora di essere riportato su carta. Una magnificazione che farebbe impallidire il Cristo redentore di Rio de Janeiro, e che risulterebbe essere alta più del doppio del Cristo di Maratea. Solo il plastico, che ora occupa la sala del Consiglio comunale, è costato 8mila euro, arrivati grazie a un pasticciere campano, ma torinese di adozione: sua l’idea della costruzione della statua, dopo la guarigione da un male apparentemente incurabile che a suo avviso sarebbe avvenuta grazie ad un miracolo del santo di Pietrelcina.
Sul progetto si è pronunciata la giunta comunale, tramite una delibera dello scorso 18 dicembre che riporta nero su bianco quanto espresso in un protocollo d’intesa siglato con il comune di Prignano, confinante con Ogliastro, ad aprile 2015. La statua dovrebbe infatti essere costruita al confine tra i due paesi, e per realizzare il mastodontico progetto dovrebbe essere spianata un’intera collina. Nella delibera, si legge, l’unico impegno preso ad oggi è lo stanziamento, da parte dell’amministrazione, di 2mila euro, utili per regolare l’afflusso di eventuali visitatori che volessero recarsi nella sala del Consiglio comunale per ammirare il modello in scala della statua di Padre Pio: un basamento, una pedana, poi la statua, con una colomba appoggiata sulla mano del santo di Pietrelcina.
Dei 150 milioni di euro, però, nessuna traccia: ne parla chiaramente anche la delibera, ma il problema sarà come reperirli. Si sa che una parte dovrebbe arrivare da fondi pubblici, necessariamente regionali ed europei, date le piccole casse di un Comune come quello di Ogliastro, mentre la fetta restante dovrebbe essere ottenuta grazie a privati devoti e volenterosi e associazioni benefiche. Solo il progetto su carta costerebbe 15 milioni di euro, il 10 percento dell’importo totale.
Alla notizia, il malcontento tra le famiglie di Ogliastro si è diffuso rapidamente, anche tramite gruppi Facebook e sondaggi. A raccogliere una parte del dissenso è Gerarda Ariana, 45 anni, fondatrice del movimento politico “Mettiamoci la faccia” e portavoce del comitato cittadino “Ogliastro Cilento e frazioni”. Mal di pancia per l’acqua che manca, perché “con un serbatoio”, dicono i cittadini, “possiamo resistere 48 ore”, non avendo a disposizione un acquedotto funzionante. Per la viabilità dissestata, a causa della mal ridotta arteria principale, la Statale 18. Non si comprende allora come il turismo religioso potrebbe partire dopo la costruzione della statua votiva di Padre Pio. E se il traffico urbano regge, il tratto di superstrada che collega Agropoli e Vallo della Lucania è interrotto, rendendo difficili, anche per il passaggio di tutti i mezzi commerciali, i collegamenti verso Sapri e verso il nord.
Il sindaco Michele Apolito e la sua giunta non hanno però convocato alcuna assemblea cittadina per comunicare alla popolazione un progetto così invasivo sul panorama cilentano. Apolito, espressione di un movimento civico e auto-traghettatosi negli anni tra le file di vari partiti (dall’Udeur al Pd), ha dalla sua un’amministrazione trentennale: dopo due mandati consecutivi e uno da vice sindaco, ha potuto ricandidarsi nel 2006, e ora, grazie alla nuova legge Delrio sui piccoli comuni, potrà presentarsi come capolista per la terza volta alle amministrative della prossima primavera. E chissà se questa per le “grandi opere” di Ogliastro sarà la volta buona. La città attende ancora dal 1994 la costruzione di una piscina, che la giunta avrebbe voluto “olimpionica”. Il progetto è stato a sua volta ridimensionato, tanto che ora la piscina dovrebbe arrivare ad avere solo tre corsie. Ad oggi però ancora nulla da fare.