Secondo gli inquirenti che indagano su una presunta associazione a delinquere e un sistema di corruzione sugli appalti dei rifiuti a Ischia, alla vigilia delle elezioni politiche del 2013 scatta la corsa a moltiplicare il numero di adesioni al Pdl per farle “pesare” al momento delle candidature: quelli che ne portano verrebbero "premiati". Uno dei collaboratori del politico: "Porta la carta d’identità tua, dei parenti”
“Porta la carta d’identità tua e di tuo padre…”. “Porta la carta d’identità tua, dei parenti…”. “Recupera 10, 15 carte d’identità, va bene anche la fotocopia…”. Sono le intercettazioni dei galoppini di Forza Italia a Napoli tra i quali Oscar Rumolo, la ‘longa manus’ di Domenico De Siano (nella foto), nel capitolo ‘tesseramento Pdl’ dell’inchiesta sul senatore di Forza Italia che rischia l’arresto per associazione a delinquere e corruzione sugli appalti dei rifiuti a Ischia. Le telefonate svelano metodi e clientele da Prima Repubblica alla vigilia del congresso napoletano del partito di Berlusconi del marzo 2012. Gli inquirenti hanno accertato che per gonfiare il tesseramento Pdl, i galoppini si sono messi davanti alle sale Bingo per ‘adescare’ i giocatori, offrendo loro un buono da 10 euro per la sala giochi in cambio dei dati anagrafici per la tessera.
Le tessere costano dieci euro a cranio e nel gruppo politico-affaristico che risponde a De Siano e al deputato Luigi Cesaro, già presidente della Provincia di Napoli, scatta la corsa a gonfiare il numero di adesioni al Pdl per farle “pesare” al momento delle candidature alle politiche. Per quelli che ne ‘portano’ di più, c’è qualche promessa. Nomine. Favori. Per uno si parla di un posto nel collegio sindacale di una società partecipata. Circostanza sulla quale sono in corso accertamenti, come sul tizio al quale sarebbero riferibili ben 3000 tessere. Il particolare è nell’informativa della Squadra Mobile di Napoli, agli atti delle indagini del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino e dei pm Graziella Arlomede e Maria Sepe.
Il capitolo ‘tesseramento’ rafforza la tesi dell’esistenza di un’associazione a delinquere che vedeva nel senatore De Siano – all’epoca consigliere regionale della Campania – “l’organizzatore, con il compito di sovrintendere ai rapporti con gli altri politici, anche sulla scorta di indicazioni provenienti dai vertici locali del Pdl-Forza Italia”. Il gip Claudia Picciotti sottolinea che l’inchiesta conferma “l’esistenza di un vincolo molto forte tra lo stesso Cesaro, De Siano e Rumolo finalizzata a una indefessa opera di procacciamento di tesserati – anche falsi o oggetto di compravendita – al fine di far apparire la corrente del Cesaro la più votata all’interno del partito Pdl, con conseguente assunzione di posizione predominante nella predisposizione delle liste elettorali, basate sul sistema delle ‘liste bloccate‘”.