L'associazione dei magistrati contabili contro le nuove regole per le società di Stato ed enti locali. In base alle bozze del testo atteso in Consiglio dei ministri mercoledì, consiglieri e sindaci saranno "soggetti alle azioni civili di responsabilità previste dalla disciplina ordinaria delle società di capitali". In più ad attivare il ricorso dovrebbero essere i soci
I magistrati della Corte dei Conti contro la riforma delle partecipate pubbliche che il governo punta a varare nel Consiglio dei ministri di mercoledì. La nuova normativa, stando alle bozze dei decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione, prevede infatti tra il resto che consigli di amministrazione e sindaci rispondano per danno erariale solo al giudice ordinario. Saranno “soggetti alle azioni civili di responsabilità previste dalla disciplina ordinaria delle società di capitali”, si legge nel testo. In più ad attivare il ricorso dovrebbero essere gli enti pubblici soci. I magistrati contabili, che pure più volte hanno messo in luce i pesanti esiti della malagestione delle aziende controllate dagli enti locali, non ci stanno. Ed esprimono in una nota “forte preoccupazione per le predette disposizioni che incidono negativamente sulle funzioni giurisdizionali e di controllo in tale materia”.
“Nel ribadire che la Corte dei conti ha sempre denunciato gli sprechi, le cattive gestioni ed i gravi abusi che si sono verificati nel settore”, sottolinea l’Associazione Magistrati della Corte dei conti, “con danni per diversi milioni di euro, adoperandosi efficacemente per il recupero delle risorse pubbliche ed il risarcimento dei danni, l’Associazione richiama l’attenzione sulla circostanza che molti dei settori affidati alle predette società, come quello dei rifiuti e del loro smaltimento, sono particolarmente esposti a fenomeni di corruzione e di malaffare“.
“Nell’attuale situazione nella quale, a causa della limitatezza delle risorse si comprimono bisogni essenziali della collettività è imprescindibile l’esigenza, anche per realizzare quell’indispensabile effetto di deterrenza, che la tutela sia posta in essere attraverso un’azione efficace a carattere pubblico, quale è quella del Pm contabile, sì da evitare che lo schema e il modello privatistico diventino il mezzo attraverso il quale venga meno, sostanzialmente, il risarcimento, spesso di rilevante entità, del danno erariale che resterebbe affidato, esclusivamente all’azione dei soci”. I magistrati sottolineano infine che “l’azione contabile presenta caratteri di maggiore speditezza rispetto a quella ordinaria, perché affidata ad un giudice specializzato che con tempestività può operare in tale settore”.