Quando mi capitò di avvicinarmi le prime volte al concetto di ‘impresa olonica’ confesso che faticai parecchio ad appropriarmene. Per me era un concetto ostico che facevo fatica a capire.
Il colpo di fulmine l’ebbi un giorno che, sul Lago Maggiore, mi capitò di osservare quei bellissimi stormi di uccelli che cambiano in volo forma, direzione, intensità di nero. Pura magia. Scenari davvero rari da noi: ma in Africa sono frequentissimi e fantastici.

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Ecco che cos’è un’impresa olonica: un aggregato di aziende non ufficializzato da alcun patto, che muta forma, direzione, consistenza sotto gli impulsi di alcune aziende componenti, per fortuna un po’ più lentamente rispetto agli stormi di volatili ma sempre in modo silenzioso e non immediatamente visibile. Difficile da descrivere, da ‘fotografare’, però esiste ed è diventato un ‘modo di fare business’ concreto, potente, per questo occorre averne una idea la più chiara possibile.
Attenzione, chiedo un grosso impegno: perché è tanto più abituale e normale considerare le valenze di un’azienda sotto l’aspetto della qualità, della sua efficienza produttiva che non sotto l’aspetto ben più globale e più cogente del business.

Holos (tutto); on (parte).
Un olone è quindi un sistema autosufficiente, parte di un sistema più ampio ; si comporta da unità autonoma ma tende a cooperare con altri oloni in modo più o meno spontaneo. Un sistema di imprese-oloni forma un’unica impresa, definita appunto impresa virtuale perché non corrisponde a un impresa reale.

Nei voli degli stormi di uccelli è che – non si capisce bene quali – alcuni di essi sono i ‘leader’: gli altri seguono con cieca obbedienza le virate imposte dai ‘conduttori’. Nell’economia industriale invece, chi siano i ‘leader’ delle danze è oltremodo chiaro: sono esclusivamente le aziende ‘Oem’, Original Equipment Manufacturers, aziende che producono prodotti che vanno direttamente al consumatore finale: tutte le altre aziende Ssm (Sub fornitori) sono costrette a seguire gli andazzi imposti dalle prime.

Ma, è forse questa una novità? Le aziende Oem hanno sempre avuto subfornitori: invio disegni del componente, richiesta d’offerta, discussione sulle condizioni commerciali, conclusione della trattativa. Direi quasi che la prorompente entrata a gamba tesa delle caratteristiche della ‘lean-production’ giapponese ha un po’ (e non poco) modificato, anche se silenziosamente, il quadro tradizionale: cerchiamo di chiarire.

Holos (tutto); on (parte).
Il significato è che un’azienda può appartenere completamente a questo organismo virtuale ma può parteciparvi anche solo in parte; e oggi esserci e domani non più, per poi magari ritornarci più avanti. Ma ci sono aziende che possono anche non farne mai parte: quali? Innanzitutto le ‘IdB’ (Industrie di base); ma anche alcune aziende Ssm che, tutto sommato, non presentano un aspetto di sufficiente affidabilità e questo aspetto potrebbe anche essere tale per cui non c’è prezzo basso che tenga: restano ‘fuori’ e basta.

Le ragioni dello ‘stare fuori’ possono essere molteplici: una fondamentale è la ‘distanza’ della Ssm dalla Oem capofila specie con prodotti a rilevante contenuto tecnologico. Esempio: uno stampo per carrozzerie auto non puoi ordinarlo in Cina se lo impieghi a Wolfsburg: richiede sempre modifiche, adattamenti, e il fornitore Ssm deve correre e intervenire anche più volte e subito; ma anche lo scoprire che il semiprodotto consegnato è qualitativamente inaccettabile e dover aspettare altri due o tre mesi per vederlo sostituito è un rischio dal costo incalcolabile: gli esempi si sprecano: ci sono molti casi in cui aver vicino e veloce il cosiddetto ‘indotto’ oltrepassa anche forti differenze di prezzo.

Melfi, Fiat: facendo il nuovo stabilimento, i fornitori-chiave Ssm dovevano ritagliarsi la loro area produttiva ‘dentro’ i confini dello stabilimento, altrimenti non potevano fornire. Capire bene questo concetto è cogliere quella grandissima innovazione che – per la verità da anni – si offre al mondo imprenditoriale: l’impresa ‘olonica’ è la base costitutiva e vincente della gestione delle ‘reti di impresa’. Il nostro ‘sistema manifatturiero’ (e qui ben poco c’entrano i politici) si è finora mostrato molto sordo nei confronti di questa grande opportunità: bisogna ancora spiegare bene i vantaggi fortissimi che se ne derivano: ciascuno ben chiuso nella sua cittadella, dove magari pure muore di fame…

Per questo ho voluto dedicare questo post al concetto ‘olonico’: perché la nostra cultura imprenditoriale, basata fortemente sull’impresa familiare (anche certe grosse imprese), tende a rifiutare con timore questa enorme opportunità pur di conservare la proprietà dell’azienda. Vedremo come questo timore viene a sparire e come altre e ben più positive opportunità si aprono introducendo concetti nuovi di gestione. La ‘rete d’impresa’ è lo sviluppo poderoso dell’impresa ‘olonica’.

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