Il fascicolo è stato aperto sulla base di un esposto dell'associazione consumatori che hanno chiesto di accertare le responsabilità dello sfiorato default e dei danni patrimoniali subiti da chi ha visto azzerato il valore dei propri investimenti
Nuovo capitolo giudiziario nella vicenda delle quattro banche salvate dal governo con il decreto del 22 novembre, in seguito al quale gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati hanno perso tutto. La Procura della Repubblica di Chieti ha aperto un’inchiesta per truffa sul crac di uno degli istituti, Carichieti. L’indagine, per ora contro ignoti, nasce dall’esposto presentato nelle settimane scorse dal Codacons. L’associazione si era rivolta ai pm chiedendo che fossero accertate le responsabilità del default mancato (grazie all’intervento dell’esecutivo) e dei danni patrimoniali subiti dai risparmiatori che hanno visto azzerato il valore dei propri investimenti.
“E proprio in tema di risparmiatori Carichieti emergono ora – scrive il Codacons in una nota – le vergognose storie di cittadini abruzzesi che hanno perso tutti i propri soldi a seguito del salvataggio della banca. Come il caso di due genitori che in quelle obbligazioni subordinate avevano investito 100mila euro, derivanti dal risarcimento ottenuto per la tragica scomparsa della figlia, morta in un incidente stradale. Soldi che si sono letteralmente volatilizzati, producendo per la coppia, oltre ad una lesione patrimoniale, un intollerabile e vergognoso danno morale“. “Il Codacons ricorda a tutti i risparmiatori Carichieti che è possibile partecipare all’azione risarcitoria promossa dall’associazione e finalizzata a far ottenere agli investitori il rimborso integrale delle obbligazioni”, conclude la nota.
Come è noto i pm di Arezzo indagano invece sul caso di Banca Etruria sugli ex vertici per conflitto di interessi, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni e attendono la dichiarazione di insolvenza per decidere se aprire un filone anche per bancarotta fraudolenta. A Civitavecchia è invece in corso un’inchiesta per truffa e istigazione al suicidio del pensionato Luigino D’Angelo, che si è tolto la vita il 28 novembre dopo aver perso i suoi risparmi.