Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che a Milan-Fiorentina ha preferito Chissà perché…capitano tutte a me. (Non è una battuta, lo davano sul serio ieri a Rete4 e l’ho visto assieme al mio amico Nardella e alla icona fetish Bonafè). Altre considerazioni.
1. “Senza Handanovic avevano meno punti di noi! Ciao Cipollino!!!”. Così mi scriveva sabato sera Massimo Boldi. Non sapendo perché Boldi mi scriva, e soprattutto perché si ostini a chiamarmi “Cipollino”, non ho risposto. Ma la cosa un po’ mi turba.
2. “Scanzi, mi spieghi cos’hai contro l’Inter?”. Era la notizia con cui Mentana ha aperto il Tg serale de La7. Rispondo volentieri a Enrico. Non ho nulla contro l’Inter, ma avevo tutto contro questa Inter prima in classifica. Gioca quasi sempre male, ha più culo che anima e vanta almeno 6-8 punti in più di quanto (non) meriti. Anche contro l’Atalanta è stata oscena: vederla prima era un oltraggio al gioco del calcio, e questo dovrebbero pensarlo tutti. Tifosi dell’Inter compresi. L’Inter, a oggi, non merita né il primo né il secondo posto. Dal terzo posto in poi, nulla da dire.
3. La Juve è alla decima vittoria di fila, ha fatto scempio dell’Udinese ed è la favorita. Ovunque si leggono articoli in cui l’editorialista di turno chiede scusa per aver dato la Juve spacciata dopo il tonfo col Sassuolo. Mi aggiungo una volta di più alla schiera. Omaggio in ogni modo Dybala. E recito il mea culpa celebrando la guittezza – mascherata da aziendalismo – di Allegri. Fenomeni.
4. Che Gue Sarri ottiene col Sassuolo una vittoria pesantissima. Tre punti d’oro e un Higuain a quota 20 reti in 20 partite. Più o meno la media di Dzeko alla Roma. Il Commodoro Marxista sta attuando una rivoluzione proletaria che, qualora sfociasse nel meritato (a oggi) scudetto, coinciderebbe con un anno-evento, paragonabile per esempio allo scudetto di Sacchi. Una sua vittoria sarebbe meravigliosa, tanto per bellezza del gioco espresso quanto per portata epica. Sia lode, sempre lode, imperitura lode al Commodoro Marxista.
5. Male la Fiorentina. Brutta con la Lazio, brutta con il Milan. Ieri, a San Siro, nulla da segnalare a parte qualche magia del Mirabile Ilicic. La difesa senza Gonzalo balla e Mario Suarez aspettava giusto il check-in per tornare in Spagna. Così facendo non solo il terzo posto è un miraggio, ma diventa arduo persino mantenere il quarto (o quinto) posto. Complicato, a questo punto, che Renzi sostituisca Kalinic per il giro d’onore all’ultima di campionato.
6. Mihajlovic ha collezionato “ultime spiagge” ma, se non altro, ha portato la squadra a giocare tutta dalla sua parte: non era facile. Con la Fiorentina si è visto il suo miglior Milan, ex-aequo con Lazio e secondo tempo con la Roma. Curioso come Romagnoli paia Nesta con Alex accanto mentre sembri Senderos con qualsiasi altro partner. Si è persino rivisto un Montolivo degno. Bene anche Honda. Boateng mi diverte a prescindere, quindi sono (molto) di parte. Niang, nel decathlon, sarebbe un fenomeno: nel calcio si vedrà. Bacca regna e non di rado signoreggia. Quanto a Bonaventura, egli è – come noto – costantemente sontuoso. Il quinto posto è a tre punti e il terzo non sarebbe lontanissimo senza le indecenze indicibili con Carpi, Verona e Bologna. Si aggiunga la finale di Coppa Italia a un passo, grazie a un tabellone probante come un faccia a faccia con Andrea Romano. Stagione strana.
7. Voi direte: sì, ma se hai guardato ieri Bud Spencer su Rete4 come fai a sapere tutte queste cose? Semplice: ho appena telefonato a Pistocchi. E’ il mio intellettuale di riferimento, insieme a Barbareschi e Gozi.
8. Roma disastrosa, e le voci (Dagospia) sulla vendita della società hanno peggiorato un ambiente imploso. Dzeko sta fallendo persino più di Gomez alla Viola, Salah non ha ancora effettuato un passaggio e Castan – nell’azione del rigore – pareva avere le ganasce. La situazione è oltremodo complicata. Molto più di quanto Spalletti pensasse.
9. Note in libertà. Ogni volta che lo tolgono dal sarcofago, Klose regala calcio. Empoli e Chievo, giunti a gennaio, hanno già terminato la loro stagione. Encomiabile il Carpi, che se solo tenesse Borriello e avesse un portiere si salverebbe. Continua poi a giganteggiare Pavoletti, che ovviamente Galliani non aveva sin qui neanche ipotizzato di acquistare: lui, dall’amico Preziosi, acquista solo campioni sicuri. Tipo Bertolacci e Kucka. Vamos.
10. Animals dei Pink Floyd è un disco semplicemente pazzesco. Lo sto (ri)ascoltando ininterrottamente da tre settimane e il solo interludio centrale di Pigs vale 18 carriere. E pensare che è ritenuto un album minore: minore un paio di palle. O, se preferite gli eufemismi: minore un paio di Nardella.
P.S. Lo so, Animals non c’entrava niente, ma il decimo punto originale della rubrica me l’ha cancellato Peter Gomez, arrabbiatissimo per i passi falsi della sua Inter. Così l’ho sostituito con la prima cosa che m’è venuta in mente. Scusate. E a lunedì prossimo.