WhatsApp tornerà gratis. La popolare app di messaggistica istantanea viaggia ormai verso il miliardo di utenti ed è utilizzata in tutto il mondo. Non tutti quelli che la usano però hanno una carta di debito o di credito, motivo per cui il fondatore Jan Koum ha annunciato l’eliminazione dell’annuale “tassa” di 89 centesimi (o,99 in dollari) previsto dopo il primo anno di utilizzo della chat.
L’annuncio è stato dato dallo stesso fondatore durante la Digital Life Design di Monaco e successivamente riportato anche sul blog dell’applicazione. “Per alcuni anni abbiamo chiesto ai nostri utenti di pagare una tassa per usare WhatsApp dopo il primo anno” si legge nel post, ma “siamo cresciuti e abbiamo scoperto che questo approccio non ha funzionato bene“. Molti utenti “sono preoccupati di perdere i contatti con amici e familiari dopo il primo anno di utilizzo” spiega il comunicato che annuncia così la rimozione della tassa “nelle prossime settimane”.
A chi si chiede come farà l’app a sostenersi senza il pagamento degli utenti, Koum promette: non cambierà nulla e soprattutto niente spam o pubblicità. L’ingegnere americano resta fedele ai suoi principi, elencati su un biglietto che tiene sempre sulla scrivania e che costituiscono la base dello sviluppo e del funzionamento della piattaforma: “No Ads! No Games! No Gimmicks”, “niente pubblicità, niente giochi, niente trucchetti”. L’obiettivo è quello di sviluppare un nuovo modello di business basato sulla comunicazione tra aziende e clienti: “Vorrebbe dire comunicare con la vostra banca su un’operazione fraudolenta oppure con una compagnia aerea su un volo cancellato o in ritardo” spiega il post. Tutte informazione che oggi riceviamo attraverso sms o telefonate e che Koum punta a “rendere più facili su WhatApp”. Si tratterebbe sempre di una scelta dell’utente e non di un’operazione imposta dall’app.
Che sia un modo per difendersi dall’avanzata del concorrente russo Telegram o per riacquistare popolarità tra i suoi utenti dopo le numerose critiche degli ultimi anni, l’eliminazione della tassa farà felici molti. L’imposizione del canone infatti, seppure di soli 89 centesimi, aveva fatto arrabbiare non poco gli utenti, abituati a scaricare e utilizzare l’applicazione in modo gratuito. A queste erano poi seguite le polemiche sui cambiamenti imposti dopo l’acquisizione di Whatsapp da parte di Facebook, che tra le novità aveva portato la doppia spunta blu, non gradita a molti, che avano parlato di “morte della privacy”.