Un documento dei deputati questori certifica il dato: “Dal 2011 a Montecitorio risparmi per 130 milioni. Mentre nello stesso periodo è cresciuta del 12,6% la spesa delle Amministrazioni centrali”. Nel cui elenco figura anche la Presidenza del Consiglio. Che nel 2014, primo anno di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, ha impegnato 3,68 miliardi di euro: 139,5 milioni in più del suo predecessore Enrico Letta nel 2013
Nel 2016 la Camera dei deputati spenderà 9,1 milioni in meno del 2015. Lo certifica nero su bianco il bilancio di previsione 2016 di Montecitorio anticipato ieri da ilfattoquotidiano.it. Ma spulciando tra carte e verbali della seduta dell’Ufficio di presidenza del 21 dicembre scorso, da un documento del collegio dei Questori che accompagna la prima bozza del progetto di bilancio emerge anche un altro dato significativo: Montecitorio taglia, lo Stato (e il governo) no.
MALEDETTA FORBICE Se “la spesa della Camera dei deputati diminuisce” per il quinto anno consecutivo (130 milioni in meno rispetto al 2011, con un calo dell’11,7%), si legge nel testo, nello stesso periodo “la spesa delle Amministrazioni centrali dello Stato segna un aumento del 12,62%”. Con una forbice “di oltre 23 punti percentuali”. In pratica, certificano i Questori, mentre Montecitorio ha proseguito nella sua azione di contenimento dei costi, confermando per il triennio 2016-2018 che “la spesa complessiva resterà al di sotto del miliardo di euro”, non si può dire altrettanto del governo. L’elenco delle Amministrazioni centrali dello Stato è lungo e articolato. Contempla, innanzitutto, la Presidenza del Consiglio e i ministeri. Seguiti da un affollatissimo esercito di enti, agenzie e istituzioni di varia natura. Non tutti, ovviamente, sono responsabili della costante crescita della spesa pubblica nell’ultimo quinquennio. Quello richiamato dallo speach dei Questori della Camera.
CARISSIMO RENZI Ma di certo, stando al bilancio 2014, primo anno da premier di Matteo Renzi, anche Palazzo Chigi, dopo quattro anni di dieta ininterrotta, ha dato una spinta all’impennata dei costi. Impegnando una spesa di 3 miliardi 683 milioni 168 mila euro, con un incremento di 139,5 milioni rispetto al 2013, quando a guidare l’esecutivo c’era il predecessore dell’ex sindaco di Firenze, Enrico Letta. Lo stesso Letta al quale, proprio Renzi diede dell’“incapace” nel corso della telefonata intercettata con il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi e pubblicata dal Fatto Quotidiano. Un’accusa ingiustificata almeno sul fronte del contenimento dei costi: i numeri INFATTI raccontano tutta un’altra storia.
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