Parla Gaetano Sannolo, amministratore di Investimenti e Valore e allora vicedirettore generale della Banca popolare del Frusinate, indicato dal presunto P3 per guidare l'istituto aretino
Un colloquio con i vertici di Banca Etruria nel 2014. La nomina da direttore generale a un passo. Poi, a suo dire, il gran rifiuto: “I conti stavano messi troppo male”. A parlare è Gaetano Sannolo, Amministratore di Investimenti e Valore, nonché consigliere della Sampdoria di Massimo Ferrero. Allora era vicedirettore generale della Banca Popolare del Frusinate.
Affari e intrecci: lo studio di via Ludovisi
A portarlo al cospetto di Lorenzo Rosi e Pier Luigi Boschi ad Arezzo però non è stata una società di cacciatori di teste. Secondo l’imprenditore romano Riccardo Starace, è stato Flavio Carboni a presentarlo a Boschi e Rosi. Alla Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio gli uomini chiave si cercavano nella sala riunioni dello studio di via Ludovisi, a due passi da via Veneto. Là dove Carboni dava gli appuntamenti nel 2010 quando era indagato per la P3 con il coordinatore Pdl Denis Verdini. Nello stesso ufficio, Pier Luigi Boschi e Lorenzo Rosi, cioé il vicepresidente e il presidente della BPEL, cercavano chi avrebbe dovuto prendere in mano il timone della banca e salvare i risparmi di migliaia di clienti, compreso il pensionato di Civitavecchia Luigino D’Angelo che poi si è suicidato per il crac.
Le versioni di Carboni, Starace e Sannolo, sentiti ieri dal Fatto, non collimano ma fin quando, anche per rispetto alla memoria di D’Angelo, il padre del ministro non troverà il coraggio di parlare, ci dobbiamo accontentare di questi scampoli di ricordi dai colori sbiaditi e spaiati.
“Ho conosciuto Carboni al ristorante Il Piccolo Mondo di Roma. L’avrò visto tre volte – spiega Starace, fondatore di un’associazione considerata vicina al Pdl, anche se lui la definisce apartitica, Blu per l’Italia – e l’avrò sentito una decina di volte.
Non lo sento da un anno e mezzo. Gli raccontai di essere in contatto con un fondo di investimento di Abu Dhabi dello sceicco Hamed bin Ahmed al Hamed (membro della famiglia reale, ndr) perché vado spesso ad Abu Dhabi. Io non mai stato massone e sono solo un piccolo imprenditore che fattura meno di due milioni di euro con la sua società nella sanità. Mi ha chiesto un giorno di salire nel suo ufficio perché c’era una cosa importante.
In questo ufficio di via Ludovisi, dove sono stato due volte in tutto, Carboni è entrato in una sala. Poco dopo mi ha fatto entrare e mi sono trovato davanti, seduti intorno al tavolo della sala riunioni, Pier Luigi Boschi e Lorenzo Rosi, che mi sono stati presentati da Carboni. C’era anche un altro imprenditore romano che io non conosco, Mauro Cervini mentre non c’era e io non lo conosco Valeriano Mureddu”, cioé l’amico di Boschi e Carboni che li mette in contatto.
“Carboni mi ha presentato a Rosi e Boschi come ‘un amico che può darci una mano. Poi ha parlato di una nomina da fare e mi ha chiesto se avevo un nome. Io ho detto che una persona in gamba era il vicedirettore generale della Banca Popolare del Frusinate, Gaetano Sannolo. Penso che il nome del manager fosse da mettere in relazione al fatto che mi stavano chiedendo una mano per trovare capitali. Sono uscito dopo cinque minuti e loro sono rimasti nella sala. Poi ho presentato Sannolo a Carboni. Lui ha fatto il colloquio ad Arezzo ma alla fine ha rifiutato”.
Tante verità, troppe versioni
Sannolo conferma: “Sono andato ad Arezzo e ho incontrato il presidente Rosi, il vicepresidente Boschi e i consiglieri di BPEL. Mi hanno proposto di fare il direttore generale ma, dopo avere appreso qual era la situazione, ho declinato. E ho fatto bene. La notizia della mia possibile nomina è uscita su Il Sole 24 Ore, in quei giorni e mi ha danneggiato inutilmente visto che avevo rifiutato”. Flavio Carboni precisa: “Io non ho presentato Starace a Rosi e Boschi. Non ho fatto riunioni con Boschi che era amico di Mureddu. Non ho raccomandato Sannolo. È stato Mureddu che era presente all’incontro tra Boschi, Rosi e Starace. Inoltre a me Starace è stato presentato al ristorante sì ma da Gianmario Ferramonti che poi avrà anche raccomandato il suo amico a Mureddu”. Troppe verità. Quanto tempo dovremo aspettare per conoscere quella del padre del ministro Boschi?
Da il Fatto Quotidiano di martedì 19 gennaio 2016