Carcere a vita al mostro di Motta. Titola la Provincia Pavese. Carlo Lissi è stato condannato all’ergastolo. Per chi non ricordasse, condannato per aver assassinato la moglie e due figli di 5 anni e 20 mesi. Carlo Lissi, fa parte della redazione del mensile Numero Zero, scritto dai detenuti della Casa circondariale di Pavia, che esce nelle pagine del settimanale Il Ticino, da tre anni portato avanti da Vivere con Lentezza.
Da 5 anni entro in due carceri (Pavia e Piacenza) ma ancora oggi non riesco a rendermi conto di come si possano commettere certi atti. Carlo a Pavia lo incontravo nella cosiddetta area protetti, cioè in quella parte del carcere in cui si trovano, normalmente sex offenders (donne e bambini) e quanti hanno tradito la fiducia dei propri compagni di malefatte o complici. Nel suo caso questa forma di detenzione immagino sia stata attuata per tenerlo al riparo dalla legge sommaria che ogni tanto viene esercitata da parte dei “comuni”, che a fatica hanno accettato la presenza di questi detenuti sul giornale.
Quando mi è stato rivelato il capo d’accusa, non riuscivo a crederci, avevo conosciuto il suo lato pubblico e non la sua tragica oscurità. Non riesco ancora a pensare che cosa possa essere scoppiato nella testa di un uomo di 34 anni per compiere un delitto così efferato cercando poi l’alibi della partita dei mondiali con amici. Quello che mi colpisce è come ancora oggi, di fronte a situazioni non infrequenti (Carlo amava un’altra donna) si possa decidere che l’unica soluzione sia quella di eliminare quanti si frappongono fra noi e la “felicità”. Divorziare è ancora un tabù tale da non poter essere tentato? Non c’erano amici con cui parlare, a cui chiedere aiuto? Non sto dalla parte di Caino, troppo spesso dimentichiamo Abele, ma non riesco a spiegare questo delitto se non con sempre minor valore che attribuiamo alla vita umana e come a partire da questo prendiamo senza riflettere decisioni irrevocabili.
Se sarà possibile continuerò a far partecipare Carlo alle riunioni di redazione, così come continuerò a essere contrario all’ergastolo.