Nuove anomalie riscontrate sull'Espace 5 e sulla Opel Zafira. Secondo Les Echos i richiami saranno fino a 700mila ma il gruppo francese smentisce. Il caso è scoppiato il 14 gennaio quando la polizia antifrode ha effettuato un blitz per verificare se anche la casa automobilistica utilizza software per truccare i test sugli inquinanti
Dopo le accuse di aver violato le norme anti inquinamento con i suoi motori, la Renault ha richiamato in fabbrica 15mila veicoli non ancora messi in commercio. L’annuncio è stato dato dal ministro dell’Ecologia francese, Segolene Royal, dopo che la casa automobilistica era stata convocata dalle autorità francesi allo stesso ministero. L’obiettivo è “una verifica e un corretta regolazione affinché il sistema di filtraggio funzioni”. Secondo il quotidiano Les Echos i richiami saranno fino a 700mila, ma in serata il gruppo ha “smentito categoricamente”.
Les Echos riporta che la commissione tecnica creata dal governo francese, intanto, ha rilevato anomalie su altri due modelli oltre alla Renault Captur: si tratta dell’Espace 5, uscita la scorsa primavera, e del monovolume Opel Zafira. Per i test preliminari, anche queste due veicoli sorpassano di molto i limiti sulle emissioni fissati per legge. I proprietari di auto già in circolazione potranno chiedere a partire da luglio se sul loro veicolo sia necessario intervenire per un’operazione di messa a punto gratuita.
Le prime perquisizioni della polizia antifrode alla Renault erano state effettuate giovedì 7 gennaio ma la notizia è stata resa nota solo un settimana dopo, il 14 gennaio. Il sospetto degli inquirenti è che la casa francese, così come la Volkswagen, utilizzi un software per truccare i test sugli inquinanti. Sono stati sequestrati i computer aziendali di molti dirigenti. Subito dopo il blitz il governo francese aveva voluto rassicurare i consumatori francesi. “C’è stato un sforamento delle norme sul Co2 e sull’ossidio di azoto – aveva dichiarato Royal – ma nessuna frode e non esiste un software illegale per truccare le emissioni”.
Dopo il caso Renault, la Commissione Ue ha esortato il Parlamento europeo ad adottare quanto prima la riforma dei test sui livelli di emissione delle auto: “Rispettiamo il diritto dei legislatori di vagliare la proposta – ha spiegato la portavoce Ue, Lucia Caudet – ma ciò che conta per noi è avere un pacchetto realistico e ambizioso il più rapidamente possibile”. Il Parlamento europeo, che è stato tagliato fuori dalla costruzione della proposta dalla Commissione e dai 28 Stati membri Ue, ha fino al 24 febbraio per discutere la proposta. La commissaria Ue al Mercato interno Elzbieta Bienkowska ha scartato l’ipotesi di una modifica alla proposta già inoltrata dall’esecutivo di Bruxelles. Se i deputati respingono il pacchetto di nuove norme, che non avrebbe comunque alcuna efficacia prima del 2017, la Commissione può riavviare il processo di approvazione, senza passare per l’Europarlamento. La portavoce di Bruxelles ha ricordato che Bienkowska incontrerà giovedì prossimo l’amministratore delegato di Vw, Matthias Mueller, dopo lo scandalo dieselgate che ha colpito il gruppo tedesco. Per quanto riguarda il caso della Renault, la Commissione “ha invitato tutti gli Stati membri per indagare sulla possibile presenza di tentativi di frode nelle proprie giurisdizioni”, secondo Caudet.