La rivista dedica all’argomento un numero speciale e una campagna, The silence around stillbirth is unspeakable, perché si parli di più di questo problema, che in molti casi è prevenibile con una migliore assistenza alle mamme
Morire durante il parto o nei tre mesi precedenti. Dopo i casi di Foggia, Torino, Vicenza, Bassano del Grappa e Brescia c’è maggiore consapevolezza su quanto può accadere prima e durante un travaglio. Ma stupisce comunque la notizia che più di settemila bambini muoiono nel mondo ogni giorno e precisamente sono 7200 le vite perse ogni giorno. Questo avviene negli ultimi tre mesi di gravidanza e nel 50% dei casi durante il parto. La rivista Lancet all’argomento dedica un numero speciale e una campagna (The silence around stillbirth is unspeakable, L’indicibile silenzio intorno nati-morti) perché si parli di più di questo problema, che in molti casi è prevenibile con una migliore assistenza alle mamme.
La causa principale per cui i bambini nascono morti è il parto ritardato rispetto alla data presunta, che contribuisce per il 14%. A seguire ci sono problemi di salute delle mamme, da fattori legati allo stile di vita come malnutrizione, obesità e fumo a malattie come diabete, cancro o problemi cardiovascolari, con un contributo di circa il 10%. L’8% è dovuto all’infezione da malaria e circa il 7,7% a quella da sifilide. Anche l’età della mamma superiore ai 35 anni ha un ruolo, nel 6,7% dei casi, mentre nel 5% il problema è l’eclampsia, l’innalzamento eccessivo della pressione sanguigna della gestante.
“La maggior parte di queste morti – scrivono gli oltre 200 autori dei cinque articoli che compongono l’edizione speciale tra cui gli italiani Claudia Ravaldi e Alfredo Vannacci (medici e ricercatori, fondatori di CiaoLapo onlus) – è prevenibile con un miglioramento del sistema sanitario. Si possono evitare attraverso una migliore qualità delle cure prima e durante la nascita, con investimenti che hanno un ritorno economico quadruplo rispetto alla cifra impegnata”. Il 98% delle 2,6 milioni di morti annue avviene nei paesi a medio e basso reddito, sottolinea Lancet, soprattutto nell’Africa Subsahariana, ma i paesi ricchi non sono immuni. L’Islanda, che ha la cifra più bassa al mondo, vede 1,3 nati morti ogni 1000 nati totali, un valore che è un terzo rispetto all’Italia che ne conta 3,3 mentre la Francia ne ha 5. La performance peggiore è invece quella del Pakistan, con 43 nati morti ogni 1000 totali.