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Riforme, a rischio i dipendenti gruppi consiliari. M5s Lombardia: “Gli enti li assumeranno senza concorso”

In caso di approvazione dei referendum costituzionali, le 195 persone alle dipendenze dei gruppi si troverebbero senza lavoro e i gruppi senza personale. Il Movimento 5 stelle: "È inaccettabile procedere all’assunzione del personale politico in un ente pubblico senza prevedere concorsi pubblici"

Per lavorare alle dipendenze di un gruppo consiliare di un ente legislativo non basta essere dei bravi funzionari o degli ottimi burocrati. Nella maggior parte dei casi è fondamentale avere una tessera in tasca, essere politicamente schierati, dare garanzia di fedeltà alla linea, di adesione alla causa.

Ed è per questo che il personale in questione viene scelto dai partiti (retribuito con fondi pubblici) e rimane in servizio per la durata della legislatura. Ma le riforme costituzionali che Renzi sta spingendo potrebbero presto cambiare le carte in tavola. Queste, infatti, prevedono la cancellazione dei fondi a disposizione dei gruppi consiliari. Risultato: in caso di approvazione dei referendum costituzionali, le 195 persone (dati relativi al 2015) oggi alle dipendenze dei gruppi si troverebbero senza lavoro e i gruppi consiliari si troverebbero senza personale.

Come aggirare i tagli imposti dalle riforme costituzionali? Assumendo il personale alle dipendenze dirette dell’ente, senza passare da una selezione pubblica. Questo, almeno, è il timore espresso dal gruppo regionale del Movimento 5 Stelle che sulla stabilizzazione del personale dei gruppi politici ha detto di volerci vedere chiaro, invitando Pd e Lega a uscire allo scoperto, facendo intendere che tra i due gruppi sarebbero in corso dei contatti informali. Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia, va all’attacco diretto, puntando il dito soprattutto contro i dem: “Mentre a Roma il Pd di Renzi distrugge la nostra Costituzione, il Pd lombardo pianifica di stabilizzare a spese dei cittadini il personale politico dei gruppi consiliari, con l’avvallo della Lega di Maroni. Come si può essere così incoerenti?”. Poi incalza: “È inaccettabile procedere all’assunzione del personale politico in un ente pubblico senza prevedere concorsi pubblici. È una proposta incostituzionale per sanare le “schiforme” dell’accentratore Renzi. Non è così che si cancella un passato fatto di sprechi e spese pazze e si difende l’immagine della Regione che noi vogliamo tutelare”.

Il gruppo M5S sottolinea d’altro canto l’importanza del personale per i gruppi consiliari: “Noi pensiamo che il personale dei gruppi sia fondamentale per espletare al meglio il mandato politico in un ente legislativo; in più i budget sono già stati ridotti da quando siamo nelle istituzioni, ma queste furbate per noi sono intollerabili“. Buffagli invita poi gli esponenti del Pd ad opporsi a Renzi “che sta distruggendo sia la Costituzione che gli enti territoriali e la Lombardia”, promettendo che il M5S si opporrà in tutti i modi “per difendere le nostre istituzioni, ma non a spese dei cittadini lombardi!”.

Una lettura, quella del M5S, che viene respinta in blocco da Lega e Pd. Enrico Brambilla, capogruppo Pd in Regione Lombardia spiega di essere convinto che “i consiglieri regionali debbano poter lavorare meglio e per farlo i collaboratori sono necessari”, sottolineando così un punto su cui tutti concordano. Poi continua: “Stiamo lavorando a una proposta che farebbe risparmiare soldi al Consiglio regionale perché prevede un fermo agli ingressi e una progressiva diminuzione dei costi per il personale (nel 2015 il personale dei gruppi consiliari è costato 4.587.953 euro). Al contempo vogliamo mettere l’assemblea lombarda sullo stesso piano di quella delle altre Regioni, dove provvedimenti analoghi sono stati adottati in passato, e anche del Parlamento, dove nessuno si sogna di eliminare gli staff dei gruppi”.

Insomma, nessuna manovra segreta, secondo il capogruppo Pd. Del resto al tavolo delle trattative sul tema – stando a quanto spiegano dal gruppo consiliare dem – sarebbe stato invitato anche il M5S.

Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega Nord in Regione Lombardia, minimizza la polemica M5S e chiede di concentrarsi sul problema: “Si tratta di un problema noto da tempo, oggi ne ho parlato in aula ed è per questo che la notizia si è diffusa, comunque non ho problemi a dire che si, credo che serva un confronto con il Pd e gli altri gruppi sul punto. L’unica cosa certa è che serve una soluzione. C’è gente d’esperienza che rischia seriamente di restare senza impiego. Gente che da anni lavora, dando un contributo notevole al lavoro dei gruppi consiliari e quindi a tutta la regione”.

Il punto, dunque, non è se i dipendenti siano utili o meno. Sulla necessità di una struttura alle dipendenze dei gruppi, tutti concordano. Il punto è che le riforme costituzionali stanno ponendo un problema e questo va affrontato: “Che noi vogliamo far assumere i dipendenti dalla Regione è una interpretazione del M5S – conclude Romeo – qui nessuno ha una soluzione in tasca, ma mi pare evidente che la strada che verrà trovata dovrà avere tutti i caratteri di legittimità”.