Il premier a Porta a Porta: "Nei prossimi giorni faremo alcuni colpettini che sorprenderanno, c'è gente che vuole venire a lavorare per l’Italia. Altro che amici degli amici"
“Quando si tratta di staff è giusto che ognuno porti i suoi come succede in America”. Ospite di Porta a Porta, Matteo Renzi rivendica il diritto di piazzare i suoi uomini di fiducia nei posti chiave. Lo fa tornando (e cercando di mettere la parola fine) sulle polemiche riguardo alla possibile nomina – anticipata da Il Fatto Quotidiano – alla cybersecurity dell’amico di sempre e imprenditore nel campo della sicurezza informatica, Marco Carrai. Che se deciderà di “dare una mano” dovrà lasciare tutti gli incarichi che ricopre e rispondere solo ed esclusivamente al sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
“Deve decidere lui, se vuole venire a dare una mano al governo deve mollare tutto, molti incarichi e rimetterci un sacco di soldi. Il capo dei servizi resta Minniti e in caso Carrai risponderà a Minniti (sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ndr). Quando si tratta di staff è giusto che ognuno porti i suoi come succede in America o in altri Paesi. Nei prossimi giorni faremo alcuni colpettini che sorprenderanno, c’è gente che vuole venire a lavorare per l’Italia. Altro che amici degli amici, stiamo portando i migliori”, ha precisato Renzi dal salotto televisivo di Bruno Vespa aggiungendo che “serve una grande professionista su big data e cybersecurity e noi portiamo al governo i migliori”.
Il premier però non scioglie il nodo sulla possibile creazione di un’Agenzia per la sicurezza informatica da inserire nel nostro sistema dei servizi segreti, come era emerso in un primo momento ma poi smentito da alcune fonti vicine al governo. Ad oggi la cybersecurity rientra nelle competenze del consigliere militare della presidenza di Palazzo Chigi. Dopo gli attacchi di Parigi, però, viene spiegato da fonti governative, Renzi ha avviato una riflessione sulla possibilità di affidare un incarico specifico all’imprenditore. Ma sono ancora da definire la forma e la cornice dell’incarico e la stessa possibilità dell’approdo di Carrai nello staff di Palazzo Chigi.
L’ipotesi è che a Carrai venga affidato un ruolo di “consulente“, come ha spiegato il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi durante il question time alla Camera, dopo l’interrogazione di Sinistra italiana sulla vicenda: “Il governo ha la facoltà di avvalersi di consulenze tecniche: laddove decidesse di avvalersene il governo provvederà a rispondere celermente”. “Non è prevista alcuna forma di partecipazione di strutture private” nella gestione della sicurezza informatica e cibernetica “e – ha aggiunto il ministro in Aula – l’unica autorità politica preposta alla gestione di servizi di sicurezza è Marco Minniti legato da un rapporto di piena stima e fiducia alla presidenza del Consiglio”. Al termine della seduta, il Copasir – l’organismo di controllo sui servizi – ha disposto un approfondimento sull’ipotesi che a Carrai venga affidato un incarico di questo tipo. La prossima settimana verrà ascoltato il direttore del Dis, Giampiero Massolo.