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Finanziamenti illeciti, 17 condanne per imprenditori “amici del Pdl”

C’è buona parte del gotha dell’imprenditoria bresciana e bergamasca tra i condannati in primo grado per finanziamenti illeciti a Franco Nicoli Cristiani, l’ex vicepresidente bresciano del consiglio della Regione Lombardia arrestato nel 2011
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Imprenditori dei rifiuti, dell’acciaio, cavatori, immobiliaristi, patron di catene di centri commerciali e della logistica. C’è buona parte del gotha dell’imprenditoria bresciana e bergamasca tra i 17 condannati in primo grado per finanziamenti illeciti a Franco Nicoli Cristiani, l’ex vicepresidente bresciano del consiglio della Regione Lombardia arrestato nel 2011 nell’inchiesta sull’autostrada Brebemi che nel 2014 ha patteggiato una pena di due anni per corruzione per la tangente sulla discarica d’amianto di Cappella Cantone.

L’indagine sui finanziamenti al politico del Pdl aveva preso inizio proprio dai documenti acquisiti dopo l’arresto di Nicoli Cristiani, eseguito il 30 novembre 2011. I carabinieri di Brescia, su ordine dei pm Silvia Bonardi e Carla Canaia, avevano scoperto un conto corrente aperto presso la Unicredit intestato all’“Associazione amici del Pdl” e riconducibile all’allora consigliere regionale, dove erano transitati complessivamente 666mila euro tra il 2009 e il 2011. I nomi dei “benefattori”, amici imprenditori del Pdl e di Nicoli Cristiani, erano finiti sotto la lente della Guardia di finanza e la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per 32 indagati. Secondo il giudice Giovanna Faraone, che ha emesso sentenza di condanna per 17 imputati, gli imprenditori avrebbero versato illecitamente i contributi al politico bresciano. Quattro indagati avevano patteggiato nel corso delle indagini, mentre la tesoriera dell’associazione, Graziella Filippini, e Nicoli Cristiani erano stati assolti dalle accuse (ma Nicoli è stato condannato a 6 mesi per aver attestato falsamente davanti al collegio della Corte d’Appello di Milano di aver ottenuto contributi per soli 67 mila euro).

Tra i condannati per finanziamento illecito (tutti con pene inferiori a un anno e con la sospensione condizionale) l’imprenditore bresciano Ezio Carpelli, a capo del Carpelli Group di Cellatica che si occupa di sviluppo di centri direzionali e commerciali (30mila euro agli “amici del Pdl”); Bruno Dossi, presidente della società immobiliare Isola Verde Spa (50mila euro); Riccardo Odolini, presidente della Ithos Srl e rampollo della famiglia proprietaria della catena di supermercati Italmark (10mila euro); Giacomo Torriani, amministratore unico della società di “real estate” Stilo Retail Srl del gruppo bergamasco Stilo-Percassi (20mila euro); Carlo Ambrosini, presidente del gruppo Ambrosini Holding che si occupa di prodotti alimentari per la grande distribuzione (10mila euro); Bortolo Bellini, amministratore unico della Trafer Spa di Berzo Inferiore (Brescia) attiva nel commercio degli acciai speciali (5mila euro); Stefano Vezzola, amministratore unico della Cave di Ghedi Srl (20mila euro).

Nel settore dei rifiuti condanne per Daniela Grandi, a capo del gruppo Gabeca che gestisce la discarica di rifiuti speciali Gedit di Montichiari (Brescia) e ha interessi nel settore immobiliare, nello sport e nell’agroalimentare (10mila euro); Giovanni Bonacina, amministratore unico della Progeco Ambiente di Berzo Inferiore (10mila euro); Antonio Amato, presidente del colosso del recupero e dello smaltimento rifiuti Rmb Spa di Polpenazze (Brescia) che gestisce le ceneri dell’inceneritore campano di Acerra (5mila euro); Virgilio Bidasio, presidente dell’azienda bresciana di smaltimento di rifiuti elettrici Vi.bi Elettrorecuperi (3mila euro); Gianfranco Merici, imprenditore dei rifiuti e amministratore delle ditte Gfm Srl e Mgf Srl (55mila euro). Pene fino a undici mesi anche per Giuseppina Taschini Vitali, amministratrice unica della ditta bergamasca Mediaservice Srl di Costa di Mezzate (80mila euro); Giacinto Musicco, consigliere delegato della Finsibi Srl interessata alla riqualificazione urbanistica dell’ex acciaieria Pietra di Brescia (25mila euro); Francesco Benedini, amministratore unico della Investimenti Clarensi Srl (15mila euro); Monica Zucchini, presidente dell’immobiliare Business Investments di Brescia (20mila euro); Cristian Meroni, liquidatore della Amaleo Srl (10mila euro). Assolti invece per non aver commesso il fatto il procuratore speciale del Consorzio Stabile Sardegna, Giovanni Pietro Vargiu, e l’immobiliarista bergamasco Filippo Duzioni.

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