La regina d’Inghilterra può permettersi desideri fuori dal comune, soprattutto per il suo compleanno. Eppure ci sono cose che nemmeno Elisabetta II può avere, come il Palio di Siena. Per i suoi 90 anni infatti la regina ha ricevuto un netto rifiuto da parte delle Contrade del Palio, invitate a partecipare ai festeggiamenti che si terranno ad aprile al castello di Windsor. L’invito è stato gentilmente declinato dal sindaco Bruno Valentini e dal Magistrato delle Contrade, l’organo che ne rappresenta la volontà. “Non vedrete mai un alfiere o un tamburino fuori da Siena” ha spiegato Valentini, “non sono giocolieri ma contradaioli che raccontano una storia lunga secoli”. Il motivo del rifiuto è presto spiegato: le contrade chiedevano “di poter rappresentare la tradizione con una cornice e con un tempo adeguato” ma questo “non è stato possibile”.
Il direttore dei festeggiamenti inglesi, Simon Brooks-Ward, ha spiegato che “la durata complessiva della parata dovrà essere contenuta nell’arco di 90 minuti” un tempo giudicato insufficiente per “rappresentare compiutamente l’idea del Palio storico di Siena”. Lo stesso Brooks-Ward ha poi espresso “un sincero ringraziamento per la disponibilità iniziale ad esprimersi a riguardo”, rammaricandosi del fatto che la rappresentanza delle Contrade e il Palio di Siena non possano partecipare all’evento.
I contatti tra Londra e Siena sono iniziati a novembre scorso: il 14 di quel mese la deputazione del Magistrato delle contrade incontrò la project manager di H Power group, Rebecca Lewis Lalatta, incaricata della realizzazione della cerimonia, la quale spiegò che l’invito era diretta espressione della regina e dovuto al suo amore per i cavalli. Da Siena fu allora avanzata formale richiesta di una maggiore conoscenza sulle modalità di svolgimento dell’iniziativa in modo tale da poter discuterne internamente e prendere una decisione sull’eventuale trasferta oltre la Manica. Trasferta che adesso non ci sarà. Nodo della questione è stato, per il sindaco Valentini, “come raccontare Siena senza snaturarla“, senza cioè trasformare il Palio in una sfilata da circo. D’altronde sul sito del Palio si legge: “Il Palio non è una manifestazione riesumata ed organizzata a scopo turistico: è la vita del popolo senese nel tempo e nei diversi suoi aspetti e sentimenti”. Ed è per conservare questo spirito che il sindaco ha ribaltato l’invito di Londra: “Invitiamo noi la regina Elisabetta a venire a Siena a vedere il Palio direttamente dalle finestre del nostro palazzo comunale” ha proposto, sottolineando che “se si vuole vedere il Palio bisogna venire a Siena, per capirlo davvero, e magari entrare in un museo di contrade e partecipare in qualche modo al rito, perché il Palio non si sviluppa solo nel minuto e quindici secondi della corsa, ma ha una storia precedente e una futura“.
A chiudere la polemica anche il Magistrato delle Contrade che ha aggiunto: “Le riflessioni conclusive sono che il Palio e le sue secolari e storiche tradizioni hanno avuto l’onore di suscitare interesse anche da parte della Corte Reale del Regno Unito per un evento di carattere planetario, tuttavia, per motivi sostanzialmente organizzativi ma anche etici, non ci sono state le condizioni per poter nemmeno affrontare la questione – e la conseguente decisione – nelle sedi deputate: le assemblee di Contrada”.
In tutta la storia del Palio sono solo due le volte in cui la manifestazione si è spostata da Siena: nel 1938 quando i rappresentanti delle Contrade andarono a Firenze per la visita di Hitler e nel 1970 quando il Palio sfilò per papa Paolo VI, nel giorno in cui Santa Caterina da Siena fu proclamata dottore della Chiesa.