Diritti

Unioni civili: #svegliatitalia, la diversità è un bene comune

Unioni civili

Voglio partire subito dai fatti perché non c’è molto da spiegare; c’è bisogno di diritti, e di essere in tanti a rivendicarli. Il 23 gennaio ci sarà una mobilitazione nazionale a favore e sostegno del disegno di legge sulle unioni civili in attesa che il Senato si pronunci; organizzata a livello nazionale dalle associazioni Lgbt (Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno, Mit), coinvolgerà circa 80 piazze italiane. Dei fatti, e sul perché di questa manifestazione, voglio far parlare direttamente l’amico Claudio Tosi (presidente di “Approdo Arcigay Genova” che ho incontrato qualche giorno fa, mentre alla “poesia”.. ci penserò dopo.

“L’italia è l’unico paese dell’Europa occidentale a non avere una legge che tuteli e quindi riconosca l’omosessuale come persona, lasciandolo di fatto senza diritti. Nella pratica, ci confrontiamo con una legislazione che fa finta che gli omosessuali non esistano. È terrificante questa cosa, forse ancora peggio per certi versi della persecuzione. Per questo è fondamentale sostenere questo primo gradino che sono le unioni civili, un passo fondamentale per arrivare al matrimonio ugualitario, e cioè al pieno riconoscimento da parte dello stato dell’amore tra due persone dello stesso sesso. Il ddl Cirinnà, prevede le unioni civili sia per gli etero che per le persone dello stesso sesso. Ciò su cui ancora si sta discutendo, è oggi la Stepchild Adoption, che noi spingiamo venga riconosciuta.

Ovvero la possibilità per il compagno/a di adottare il figlio del partner; un modo per tutelare i diritti di un bambino che già di fatto vive con una coppia omo-genitoriale, e che di fatto oggi è figlio di serie B. In trent’anni di lotte non siamo riusciti a ottenere niente, e oggi siamo tutti d’accordo nel sostenere un testo che per noi è un passo avanti. Questo non significa che smetteremo di lottare per ciò che in altri paesi è già consuetudine e che resta il nostro obiettivo: il matrimonio e l’adozione anche per le coppie omosessuali. Non è questo però ciò di cui si discute in questi giorni. Il 23 gennaio scendiamo in piazza perché vogliamo vedere approvate le unioni civili e la Stepchild Adoption. Un secondo dopo, riprenderemo la nostra battaglia per un’uguaglianza piena”.

Eccoli i fatti. Definiti, chiari, semplici da comprendere. Quelli che creano così tanto clamore e di cui la Chiesa si interessa, sbandierando la propria presunzione e unica verità che dice: l’amore “giusto” e quindi tutelabile anche dallo Stato, è quello tra un uomo e una donna, l’unico in grado di dare stabilità psicologica a un ipotetico figlio. Teoria smentita dai fatti. Non dalle opinioni.

Lo stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.” Articolo 7 della Costituzione. Fatto. Non opinione. Lo stato quindi dovrebbe essere laico, e se anche questa volta non avrà il coraggio di fare ciò che civilmente è giusto, perderà nuovamente occasione per educare quella parte dei suoi cittadini che resta intrappolata in preconcetti e flebili certezze. Smentite dai fatti. Perché anche questo è dovere dello Stato; educare alla civiltà, ed essere indipendente. A meno che non voglia continuare a essere uno stato iniquo, corrotto, ricattabile e incivile anche sotto questo aspetto, come fino a oggi è avvenuto. Uno Stato ancorato al fascismo e ai dictat della Chiesa. Uno Stato composto da una maggioranza di governo che ha paura di mettere in pratica ciò che dovrebbe rappresentarla, vile e scorretta perché rinnega ciò che diceva di essere. Serva e schiava. Che oggi tentenna. Riduce. Smussa. E non delude neppure più se stessa.

C’è una frase di C.E.Hughes, che le ragazze di Tessere le identità (associazione alessandrina che si occupa di tematiche Lgbtqi), hanno scelto per la loro campagna tesseramento 2016; da sempre il loro motto è “La diversità è un bene comune”, e oggi lo completano così: “Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi”.

Lo so. Ora sto proprio esagerando!! Ma avevo detto che sarei arrivata alla poesia. Per chi comunque oggi non riesce a comprendere l’essenza profonda di questa frase, o per chi non voglia farlo, restano comunque i fatti. Ai quali non servono interpretazioni, e forse neppure la poesia (nonostante serva al cuore per non inaridire). Iniziamo da una legge, e la poesia di quella frase, con il tempo, verrà compresa.