La legge sul whistleblowing in estrema sintesi è la legge che tutela i dipendenti che segnalano reati, fra cui ad esempio la corruzione.
Questa legge è stata l’oggetto della mia tesi due anni fa e mentre la scrivevo spesso mi chiedevo: ma perché in Italia non esiste una legge sul whistleblowing come quella degli Stati Uniti che permette di recuperare ogni anno miliardi di dollari? Perché in Italia i dipendenti non vengono tutelati e incentivati a segnalare reati?
Il whistleblowing è il tema che mi ha permesso di iniziare a scrivere su ilfattoquotidiano.it.
Ed è il motivo che mi ha portato ad avvicinarmi al Movimento 5 Stelle nonostante prima di allora non mi fossi mai interessato alla politica. È stata infatti l’unica forza politica ad aver depositato una proposta di legge in materia, a prima firma di Francesca Businarolo (n.b. la legge del 2012 sul whistleblowing attualmente in vigore fa acqua da tutte le parti).
Veniamo ad oggi. Poche ore fa alla Camera dei Deputati la maggioranza ha approvato la proposta di legge M5S sul whistleblowing, ma con alcuni emendamenti rispetto alla versione originaria, in particolare ha eliminato il premio per chi segnala reati (15-30% della somma recuperata a seguito della condanna definitiva della Corte dei conti nei confronti del segnalato).
Stante che sarà necessaria l’approvazione del testo al Senato, le maggiori novità a mio parere sono essenzialmente tre:
– la tutela riguarda anche i dipendenti privati, non più soltanto quelli pubblici. Questa mancanza era priva di qualsivoglia motivazione logica;
– una sanzione pecuniaria amministrativa fino a 30mila euro per chi commette atti discriminatori nei confronti del segnalatore compensata dal licenziamento in tronco in caso di condanna del segnalante in sede penale (anche in primo grado) per calunnia e diffamazione;
– divieto di rivelare l’identità del whistleblower fino alla chiusura delle indagini preliminari.
Sono molto felice di questo primo piccolo grande passo, anche se confermo quanto scritto nei miei post precedenti.
Per combattere la corruzione ad armi pari servirebbe un premio per chi la denuncia (insieme ad una seria legge sulla prescrizione affinché la pena torni ad essere certa). Un premio che permetta di pagare le spese legali, le spese mediche e di sopravvivere nel momento in cui vi sia un licenziamento (ancorché illegittimo) da parte dell’azienda. Altrimenti molte persone continueranno a non denunciare per paura di non farcela economicamente a resistere a tutto quello che potrebbe succedere dopo la denuncia.
Come risulta da varie fonti parlamentari, Pd e Ncd (non parliamo di Forza Italia che ha votato contro questa proposta di legge) si sono opposte con forza all’introduzione del premio, che come detto era invece previsto nella versione originaria della proposta di legge M5S.
Oggi come 2 anni fa sono, quindi, convinto di una cosa. Esiste un solo modo affinché l’Italia possa avere leggi per combattere ad armi pari la corruzione: un governo a 5 stelle.