Le proposte di legge per tagliare gli assegni all’esame della commissione Affari costituzionali scatenano la rivolta di ex deputati e consiglieri regionali. Bianco: “Contro di noi una falsa campagna di giustizia. Col ricalcolo contributivo vogliono negarci ciò che è riconosciuto a tutti i cittadini”. Bottin: “Interventi retroattivi in contrasto con la Costituzione”. La replica del presidente Mazziotti: “Argomentazioni comprensibili, ma i diritti acquisiti non sono un tabù”
La guerra incombe e l’esercito del vitalizio scende in trincea. Per ‘difendersi’ dalle proposte di legge (pdl) all’esame della commissione Affari costituzionali della Camera, che minacciano di decurtare pesantemente i ricchi assegni mensili che in molti, ormai da anni, incassano regolarmente. “Quello che francamente rifiutiamo è di essere oggetto di una campagna che si presenta all’opinione pubblica come una campagna di giustizia contro i privilegi”, lamenta il presidente dell’Associazione degli ex parlamentari della Repubblica, Gerardo Bianco (nella foto). Che arriva addirittura a denunciare un trattamento discriminatorio nei confronti della categoria da lui rappresentata. Perché con il ricalcolo contributivo dei vitalizi già in essere, che diverse pdl puntano ad introdurre, ai parlamentari sarebbe “negato ciò che si riconosce” al resto dei cittadini. Ossia la tutela dei diritti acquisiti.
ASSEGNI INTOCCABILI – Nella memoria portata martedì in audizione all’attenzione della commissione, l’ex ministro Dc della Pubblica istruzione, già leader del Partito popolare italiano, solleva innanzitutto rilievi sul metodo. Perché tra le varie proposte presentate, quelle ordinarie violerebbero la “posizione di indipendenza e di autonomia” di Montecitorio, intervenendo su una materia disciplinata dai regolamenti parlamentari e ai quali deve “rimanere riservata”. Nessuna obiezione, invece, sul ricorso dello strumento della revisione costituzionale scelto dalle due pdl del presidente della commissione Affari costituzionali, Andrea Mazziotti, e del sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti. Che non vengono, però, risparmiate, al pari delle altre, dai rilievi di merito. Bianco arriva a sostenere che, con il ricalcolo contributivo dei vitalizi in corso di erogazione, “ai parlamentari è negato ciò che si riconosce, invece, a tutti i cittadini”. Perché le riforme delle pensioni che si sono susseguite negli anni, compresa la Fornero del 2011, “hanno tutte fatti salvi i diritti dei cittadini maturati prima della loro entrata in vigore”.
REGIONI IN SUBBUGLIO – Poi c’è la memoria firmata dal presidente del Coordinamento nazionale delle Associazioni di consiglieri ed ex consiglieri regionali, Aldo Bottin. Che richiama, tanto per cominciare, il limite invalicabile dei diritti acquisiti. Sui quali “la retroattiva” di riforme peggiorative “contrasta” con la Costituzione. “Nessun trattamento pensionistico pubblico o privato erogato con il sistema retributivo è stato ricalcolato con il sistema contributivo”, prosegue, ricordando che i vitalizi dei consiglieri regionali “erano soggetti a trattenute non fiscalmente deducibili pari al 18-30% della indennità di carica” contro “la quota a carico dei dipendenti pubblici dell’8,2%”, peraltro, “interamente deducibile ai fini fiscali”. E a fronte di “versamenti sostanzialmente difformi”, ricalcolare gli assegni in corso di erogazione sarebbe “non proponibile”. Premesse che portano dritto alla bocciatura delle pdl del leghista Davide Caparini e del dem Matteo Richetti. Che, con la sua proposta, arriva addirittura ad ipotizzare tagli dei vitalizi ai livelli delle pensioni sociali per tutti gli ex parlamentari e consiglieri regionali che, con il ricalcolo contributivo degli assegni, non abbiano maturato versamenti sufficienti a garantire una pensione decente.
OBIEZIONI RESPINTE – Obiezioni che, però, non sembrano suscitare ripensamenti nel presidente della commissione Affari costituzionali della Camera. Deciso a portare avanti la sua pdl costituzionale. “Le argomentazioni portate avanti da consiglieri e parlamentari sono comprensibili e alcune motivazioni sono anche corrette”, replica Mazziotti sentito da ilfattoquotidiano.it. “Ma due punti sono pacifici, e li ha confermati (ieri) il professor Beniamino Caravita di Toritto in audizione – spiega il deputato di Scelta civica –. Il Parlamento ha il potere di legiferare su vitalizi e pensioni di parlamentari e consiglieri e la legge può prevedere anche interventi che tocchino i ‘mitici’ diritti acquisiti, a condizione che gli interventi siano giustificati, proporzionali e ragionevoli”. Non basteranno, insomma, i rilievi degli ex a far cambiare idea ai ‘rottamatori’ del privilegio. “L’obiettivo mio, di Scelta Civica, e degli altri firmatari di proposte di legge sui vitalizi è proprio questo – conclude Mazziotti –. Intervenire sulle situazioni di privilegio con disposizioni ragionevoli, eque e proporzionate. Nessun populismo. Solo equità”.
Twitter: @Antonio_Pitoni