“La 5 stelle Raggi nelle carte di Mafia Capitale”, titola l’Huffpost Italia. Ohibò, dunque è tristemente vero: il M5S è proprio come tutti gli altri! Ma cosa è successo? Ecco, pare che a pagina 669 nel verbale dell’inchiesta di Mafia Capitale, desecretato a novembre scorso, appaia anche il nome della consigliera pentastellata. La notizia, lanciata da Dagospia, è stata poi ripresa da Huffington post.
Nel frattempo, l’indomito Stefano Esposito (senatore Pd, condannato in primo grado per diffamazione ai No Tav) ritwittava tale Andrea Benedino: “@stefanoesposito @orfini non è che dopo #Quaterloo arriva #Romerloo ?”. Risposta alla domanda del buon Benedino: no.
https://t.co/n945zbcP4Y @stefanoesposito @orfini non è che dopo #Quaterloo arriva #Romerloo ?
— Andrea Benedino (@andreabenedino) 22 Gennaio 2016
Perché la bufala di Virginia Raggi invischiata in Mafia Capitale dura pochissimo, con intervento diretto del prefetto Franco Gabrielli che ha smentito tutto (il nome della Raggi è nei verbali per puro errore tecnico). L’Huffington Post si è poi scusato a modo suo, titolando a piena pagina “Gabrielli tira fuori la raggi da Mafia Capitale”, che è un modo ben curioso di definire la dinamica della faccenda.
La bufala, in verità, era facilissima da evitare. L’elenco di nomi in cui Virginia Raggi è inserita rappresenta la lista dei consiglieri operativi sia durante l’amministrazione Marino che in quella Alemanno. La Raggi, non essendo stata eletta nel 2008, non poteva essere lì presente.
L’appartenenza alla suddetta lista, fra l’altro, non comportava alcuna responsabilità (all’Huffington però nessuno si è chiesto: “Se la Raggi ha fatto qualcosa di male, come mai non è stata nemmeno indagata?”. La compulsione al titolone denigratorio è stata più forte di ogni logica…).
Questo è il loro sistema, un circolo chiuso che genera casi sul nulla e poi li diffonde sui canali amici. Ma a volte la troppa bava alla bocca annebbia. Ma il bello deve venire. Sì, perché (guarda caso) la fonte usata da Dagospia e da Huffington Post per il pdf del documento è nientedimeno che il sito ufficiale di Stefano Esposito. Chi sarà mai stato a spifferare la pseudonotizia a Dagospia? Chi mai l’avrà prontamente rimbalzata all’Huffington post, alfiere fedelissimo della propaganda Pd, ripetutamente linkato su Twitter da boss del calibro di Orfini? Serviva forse un rinfreschino di disinformazione a orologeria, visto che ormai il caso Quarto è esaurito?
A volte la troppa bava alla bocca annebbia il raziocinio e capitano cortocircuiti del genere. E ce ne saranno sicuramente altri, perché è chiaro che la disinformazione sarà in tour fino a maggio prossimo, con tappa in ogni comune con eletti pentastellati.
Ps. Senatore Stefano Esposito, se dovesse venir fuori che lei c’entra qualcosa con questa figuraccia, darà le sue dimissioni?