Mentre diversi Paesi Ue ripristinano i controlli alle frontiere e il premier francese Manuel Valls ribadisce che “l’Ue non può accogliere tutti i migranti”, Matteo Renzi difende il trattato di Schengen: “Non è che sospendendolo si bloccano i terroristi. – ha detto il presidente del Consiglio intervistato su Rtl – alcuni terroristi sono nati nelle nostre città. Se avverrà, trarremo le nostre conseguenze. Dobbiamo essere molto seri sulle paure del terrorismo e degli attentati. Ma dobbiamo essere i più forti a richiamare il valore dell’Ue. Noi siamo per controlli, grandi investimenti per la sicurezza, no alla sospensione dell’accordo di libera circolazione” perché “c’è paura e mancanza di visione nella chiusura di Schengen che mette a rischio il progetto europeo”.
Negli stessi minuti Valls incalzava: “Non possiamo dire o accettare che tutti i rifugiati possano essere accolti in Europa – ha affermato ai microfoni della Bbc – il primo messaggio che dobbiamo mandare adesso è, con la massima fermezza, quello che non accoglieremo tutti i rifugiati in Europa altrimenti le nostre società verrebbero completamente destabilizzate”. Più ottimista invece il presidente della Bce, Mario Draghi, secondo cui l’emergenza profughi rappresenterà per l’Europa una grande sfida, ma anche un’opportunità: “E’ il più grande progetto di investimenti pubblici che ci sia stato in molti anni – ha affermato a Davos (Svizzera) durante il World Economic Forum – sono fiducioso che verrà raggiunto un accordo ragionevole”.
In Europa Renzi vuole ribadire il ruolo di Roma: “No a due pesi e due misure”, l’Italia “non è più l’ultima ruota del carro” ma”si deve far sentire, è finito il tempo in cui va con il cappello in mano”, ha scandito il premier riferendosi ai recenti botta e risposta scambiati prima con la cancelliera tedesca Angela Merkel il 18 dicembre e poi lo scorso venerdì con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker.
In quest’ottica il premier inquadra la nomina del nuovo capo della rappresentanza italiana a Bruxelles. “A Carlo Calenda ho chiesto di creare un team molto forte e di farsi sentire, fare incontri e iniziative. Si è detto che il mio atteggiamento in Ue è sbagliato, perché così parlano male di noi. Se smettiamo con l’atteggiamento di subalternità e cominciamo a dire che l’Italia ha energie e risorse fondamentali il rispetto arriverà naturale”.
Intanto c’è da ricomporre lo strappo delle ultime settimane e il 29 gennaio Renzi incontrerà Angela Merkel dopo le turbolenze dei giorni scorsi: “Con la cancelliera il rapporto è buono, la Germania ha bisogno dell’Italia, ha voglia che l’Italia sia forte”, ha detto il presidente del Consiglio, tornando poi a criticare Bruxelles: “L’impressione che c’è molto forte è che in alcuni casi ci siano due pesi e due misure. Quello che serve al nord si può fare, quello che serve al sud no. Io sono uno di quelli che quando c’è da intervenire, interviene”, assicura Renzi.
Che smentisce l’indiscrezione riportata dal Corriere della Sera, secondo cui il premier italiano avrebbe chiesto le dimissioni del capo di gabinetto di Juncker Martin Selmayr: “Non ho mai chiesto una testa in vita mia. Di mestiere non faccio il cacciatore di teste. Tanto più che stiamo parlando di un funzionario dell’Unione europea, non di collaboratori del governo tedesco”.
A dominare la politica interna in questi giorni è la legge sulle unioni civili. “Una legge ci vuole e se su alcuni punti non troviamo l’intesa dobbiamo andare a votare a scrutinio libero”, spiega Renzi ribadendo l’importanza della decisione del Parlamento, definendo il confronto nel Pd “acceso ma buono”. Quanto alla scelta del ministro Galletti di partecipare al Family Day, per Renzi “i ministri sono liberi di andare a tutte le manifestazioni che vogliono, al Family Day come alle iniziative promosse dalla comunità Lgbt. Tutte le manifestazioni sono da rispettare”.
“Io credo che – ha affermato il premier – quello della stepchild adoption sia un tema molto delicato, dobbiamo avere un principio di riferimento, una stella polare: l’interesse del bambino. Ciò che importa è il diritto del bambino a crescere nell’ambiente considerato più giusto”. Su questo tema “c’è una discussione: il Parlamento voterà, vedremo se troverà una soluzione alternativa, ma spero che si faccia la legge in un tono civile, evitiamo che sia uno scontro”.
Quindi l’affondo sul Movimento 5 Stelle: “Non capisco perché nessuno ne parla. C’è questo clamoroso fallimento dei 5 stelle, ogni qualvolta sono chiamati a governare. Vorrei abbracciarli forte, perché tutte volte che hanno un sindaco c’è un problema…”. Eppure “noi – dice il premier – sui grillini ci abbiamo scommesso. Di Maio è diventato vicepresidente della Camera grazie ai nostri voti, anche Fico è stato eletto presidente della Vigilanza con i nostri voti. Lì ce li abbiamo messi noi. Avevamo fatto una scommessa su questi ragazzi che quando c’è da fare le pulci in tv al governo sembrano persone serie e misurate. Ma poi, vai a vedere come governano e c’è sempre un casino”.
C’è anche il tempo di annunciare un nuovo sottosegretario: “L’obiettivo è arrivare a un vero e proprio statuto dei nuovi lavori, consentire a chi sta nel privato e nel mondo delle partite iva di avere una serie di agevolazioni per cui diventa semplice fare il proprio lavoro”, ha spiegato il presidente del Consiglio che poi ha annunciato: “Ci sarà anche un sottosegretario ad hoc che se ne occuperà, Tommaso Nannicini, professore alla Bocconi. Avrà una serie di responsabilità tra cui quella di lavorare su questo jobs act dei nuovi lavori”.