Proclamato lo stato d'agitazione, per l'imminente arrivo di quasi 150 neonati, tutti figli del personale della struttura. In tilt reparti strategici come le terapie intensive e la gastroenterologia
La cicogna mette in crisi l’ospedale di Padova. Reparti svuotati e turni cancellati nelle sale operatorie per l’imminente arrivo di quasi 150 pargoli, tutti futuri figli del personale ospedaliero. Centotrenta infermiere e sedici ostetriche sono infatti in dolce attesa, tutte dipendenti del nosocomio veneto. Le future mamme hanno mandato in tilt reparti strategici come le terapie intensive e la gastroenterologia, che si sono trovati improvvisamente senza personale addetto, al punto che gli organismi di rappresentanza dei lavoratori hanno proclamato lo stato d’agitazione e chiesto l’intervento del prefetto Patrizia Impresa.
Secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, i fiocchi rosa e azzurri in arrivo rischiano di creare una vera e propria emergenza, in un ospedale che in teoria può contare su un organico di 2.100 infermieri. A spiegare la situazione è Luigi Zuin, a nome della Uil: “Nel giro di dieci giorni l’equipe di cardiochirurgia ha perso tre infermiere, tutte rimaste incinte”. Una bella notizia per le dirette interessate ma un po’ meno per i colleghi rimasti che “dovranno allungare l’orario di lavoro” per sostituirle in sala operatoria e prendersi cura dei pazienti, oltre a “sobbarcarsi di 13/14 reperibilità al mese invece delle 6 pattuite”. Il 2 febbraio è prevista l’assemblea generale dei lavoratori e se l’azienda non risponderà all’emergenza sarà dichiarato lo sciopero.