Dice di non poter andare al Circo Massimo perché “ricoprendo l’incarico di ministro dell’Interno ho il compito di supervisionare che l’intera manifestazione si svolga in un clima sereno e ordinato”, ma assicura che sarà “in piazza con la mente e con il cuore”. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, intervistato dall’Huffington Post, spiega le ragioni per cui non parteciperà di persona al Family Day del 30 gennaio, manifestazioni contro le unioni civili contrapposte ai 100 flash mob di #SvegliaItalia organizzati da associazioni e cittadini il 23 gennaio.

Al centro, come ammette lui stesso, c’è la mancanza di una posizione condivisa all’interno della coalizione di governo. “Sì a più diritti, no ad un’equivalenza con il matrimonio. E su questi punti non mi pare che al momento esista una mediazione efficace”. La sua è quindi una mancata partecipazione legata esclusivamente a ragioni politiche, commenta il senatore leghista Roberto Calderoli, che attacca. Il ministro, dice, “sia meno ipocrita: non scende in piazza semplicemente perché sarebbe devastante che il ministro dell’Interno manifestasse contro una legge che rischia di mandare a casa il suo governo se non dovesse passare. Tutto qui”.

A insistere sull’approvazione del ddl sulle unioni civili è anche la presidente della Camera Laura Boldrini, favorevole alla stepchild adoption. “Quando il partner muore ed il figlio resta solo, il partner ha il dovere di occuparsi del figlio – osserva -. E’ quasi naturale che questo dovere si traduca in un diritto. Se è un dovere naturale perché non deve essere anche un diritto?”. Ma ad assicurare battaglia è il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che alla vigilia di #SvegliaItalia, ha deciso di illuminare il Pirellone con la scritta Family Day. “Pronti per il referendum abrogativo se il Parlamento dovesse approvare il pasticcio #Cirinnà #FamilyDay”. E su Twitter aggiunge: “La difesa della famiglia naturale fondata sul matrimonio è la difesa della Costituzione repubblicana e delle nostre radici”.

La mediazione di cui parla Alfano, leader di Area popolare che è il principale alleato del Pd al governo, è necessaria. Anche perché se l’attuale testo passasse con i voti del M5s e di Sinistra italiana, spiega lui stesso, “non sarebbe un bene per la coalizione“. “È un grave errore del Pd – prosegue il ministro – mettere insieme quelli che sono i diritti patrimoniali di due conviventi con il tema di adozioni, perché così facendo si apre la porta ad un’equiparazione con il matrimonio. È di buon senso auspicare un allargamento delle tutele per chi convive, è altrettanto di buon senso – prosegue – affermare che se si paragonano le unioni civili con i matrimoni, e si pensa a un insieme analogo di diritti e di doveri, si smonta la famiglia così come è prevista dalla nostra Costituzione. E inoltre qualunque giudice potrebbe a quel punto consentire l’adozione”.

Il ministro dell’Interno, peraltro, non aveva partecipato nemmeno al Family Day dello scorso giugno, ma a fine manifestazione era intervenuto su Twitter. Lì aveva ribadito la contrarietà alle unioni omosessuali e, riportando l’hashtag #difendiamoinostrifigli aveva commentato: “Spettacolo Piazza #SanGiovanni stracolma di donne, uomini e bambini! In Parlamento faremo sentire la loro voce”.

Calderoli: “Alfano, a dire le bugie cresce il naso”– Calderoli insiste sull’opportunità politica per Alfano di rimanere fisicamente lontano dalla piazza. “Alfano non va in piazza perché deve stare nella ‘stanza dei bottoni’ del Viminale per tutta la durata della manifestazione? Ma per favore”, dice Calderoli. Che prosegue: “Quindi secondo Alfano il ministro dell’Interno passerebbe le sue giornate da recluso nel Viminale per ‘sovrintendere’ alla sicurezza ogni volta che si svolge un grande evento di popolo, ogni volta che in piazza San Pietro c’è la folla ad ascoltare il Papa, ogni volta che lavoratori e sindacati sfilano per le strade di una metropoli, ogni volta che si gioca un derby di calcio e via dicendo? Attenzione, perché a dire le bugie poi cresce il naso“.

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