Un milione nelle piazze arcobaleno. Presumibilmente un altro milione nei Giorni della famiglia. Chi ha ragione? Si fa il tifo in base a convinzioni politiche per cui chi è schierato a destra o a sinistra ha già un punto di vista ideologico cui aggrapparsi. Emergono, su un altro piano, le emozioni interiori che fanno riferimento al modello educativo, alle esperienze sentimentali e sessuali che ognuno di noi ha vissuto nel corso dell’infanzia.
La sessualità interroga ognuno di noi in quanto rappresenta il nostro anelito di immortalità. Il momento esistenziale in cui tentiamo di alleviare la solitudine attraverso la vicinanza con l’altro e sconfiggere la morte attraverso l’idea della vita. In un libro scritto per Aliberti editore dal titolo Ama e fa ciò che vuoi ho cercato di mettere in evidenza attraverso una numerosa serie di racconti di situazioni esistenziali di coppia i diversi aspetti della sessualità.
Lavorando con le persone che vivono in prima persona la gioia e il dolore che la vita intima e sessuale possono dare all’esistenza ho capito che non è utile chierarsi armati da una parte o dall’altra. Occorre comprendere la sensibilità e le emozioni degli altri e capire che quando parliamo di aspetti intimi non possiamo solo aggrapparci a dei ragionamenti. Come descritto da Goleman esiste un’intelligenza emotiva che deve aiutarci a comprendere che l’omofobia è in percentuale presente in ognuno di noi e spesso convive con l’accettazione emotiva e il sentimento di identificazione con chi è diverso.
Sul merito della questione ritengo che nella società l’idea che le persone omosessuali debbano trovare uno strumento giuridico per siglare le loro relazioni e il loro amore sia ampiamente accettato. Dividersi e lottare su singoli aspetti mi sembra più un modo, tutto politico, per continuare ad affermare “Io sono diverso da loro! Votatemi perché io proteggo la famiglia tradizionale o viceversa i diritti di chi finora era emarginato”. Del contendere, in questo caso l’adozione dell’eventuale figlio del partner, penso che in concreto interessi veramente poco.
Si tratta infatti di situazioni rare che in tutti i casi si dovranno affrontare con molto tatto e sensibilità senza carte bollate. Il problema è che i politici hanno sempre bisogno di un campo di battaglia in cui far guerreggiare degli eserciti per poi mettersi alla testa di uno dei due manipoli. Fare il politico purtroppo non vuole più dire cercare una soluzione ma ormai, nella società mediatica, è divenuta l’arte di alimentare artificiosamente il conflitto per creare uno schieramento da capeggiare. Con l’intelligenza emotiva sarebbe facile comprendere che costringere con le carte bollate un bambino a legarsi a questo o a quello è assurdo. Il legame emotivo si deve prima costruire, poi diverrà eventualmente un elemento da regolarizzare.