“Sono innocente“. E’ arrivato da Forlì accompagnato da un avvocato. Ha detto di essere vittima di “un errore“. Con la storia dell’Audi gialla non c’entra niente. Un albanese di 32 anni, A.P., si è riconosciuto nella foto segnaletica diffusa nei giorni scorsi sui social e sui giornali per rintracciare la banda che da una settimana tiene in scacco le forze dell’ordine di tutto il Nord-Est. Per questo nella notte tra sabato e domenica 24 gennaio si è presentato in questura a Torino spiegando che è totalmente estraneo alla vicenda. Così come le altre due persone che sono state immortalate con lui. Ha detto che si trovano in Albania. Dopo gli accertamenti la polizia si è convinta della sua innocenza. Il 32enne è stato accompagnato al Cie di Torino: su di lui pende un ordine di espulsione. Il giudice ha disposto l’allontanamento immediato dall’Italia.
Il 32enne ha dimostrato che in questi giorni è sempre stato ospite di un cugino che ha un’officina meccanica e che è in regola con il permesso di soggiorno. “Mai visto quell’Audi gialla” ha detto. Quando ha visto per la prima volta la foto era in un cinema insieme al cugino e sul telefonino hanno notato che i social associavano la foto sua e dei suoi amici all’Audi gialla. A quel punto ha contattato il suo avvocato torinese, Wilmer Perga, ed è andato in questura. Il 32enne ha precisato che la foto in cui viene ritratto vicino all’auto è vera. Ma loro l’auto ricercata non l’hanno mai vista. “Hanno messo sul web una foto nostra ma noi con quell’auto non c’entriamo niente” ha spiegato agli investigatori. L’albanese era entrato in Italia circa un anno fa. Fermato in treno per un controllo, lo scorso 13 gennaio aveva ricevuto un provvedimento di espulsione perché non in regola con il permesso di soggiorno. I rapinatori che da una settimana scorrazzano sulle strade del Nord Italia rimangono dunque in fuga. “Una sfida bella e buona allo Stato, ai suoi uomini, ai loro mezzi, all’intera comunità che attonita assiste alle scorribande furiose cui non si riesce a porre fine”, denuncia il segretario di polizia Coisp, Franco Maccari.
La scorribanda a bordo dell’Audi Rs4 gialla, motore Lamborghini e targa ticinese e rubata il 26 dicembre a Malpensa, è iniziata il il 16 gennaio. Quel giorno, per la prima volta, il bolide viene intercettato ad Albano Terme. Ma all’alt dei carabinieri il guidatore accelera e semina le gazzelle. Inizia una caccia che impegna centinaia tra carabinieri e poliziotti. Il territorio viene disseminato di posti di blocco. Si alzano in volo gli elicotteri. Le segnalazioni si susseguono a centinaia. Ma della banda nessuna traccia. Fino a quando l’auto viene intercettata una seconda volta in Friuli. Ma anche questa volta riesce di nuovo a smaterializzarsi sotto gli occhi delle forze dell’ordine.
“Hanno fra le mani una macchina che ha più di 400 cavalli e va da zero a cento all’ora più o meno in quattro secondi. Mi dice come facciamo a stargli dietro con i nostri mezzi di servizio?”, si sfoga un investigatore al Corriere della Sera. Poi il 21 gennaio l’Audi con tre persone a bordo fa sosta a un distributore di San Donà di Piave dove una telecamera riprende due di loro in modo non chiaro. Semina il panico sul Passante di Mestre. Per paura di essere raggiunti dalla polizia e per evitare una coda, l’uomo alla guida decide di fare un’inversione a “U”: cinque chilometri a 150 all’ora sulla corsia di emergenza. Le auto che arrivano nel senso opposto sbandano. C’è un incidente. Una donna russa muore sul colpo. A Spinea l’Audi abbatte la sbarra del casello ed esce dall’autostrada e svanisce.
Fino ad oggi. Quando è riapparsa nel Trevigiano. La segnalazione è ritenuta attendibile dei carabinieri. E’ stata vista sfrecciare lungo la strada che collega Terraglio di Treviso con Casale sul Sile. Nella zona sono arrivate numerose pattuglie. I militari hanno allertato tutte le altre forze dell’ordine per presidiare i caselli autostradali e le vie di comunicazione a cavallo della provincia di Venezia. L’Audi è stata vista passare con il semaforo rosso. Poi è scomparsa, ancora una volta. Nel nulla.