Sorpresa. La deputata del Pd, Maria Grazia Carrozza (nella foto) punta alla presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Già rettore del Sant’Anna di Pisa e poi ministro dell’Università nel governo di Enrico Letta, ha infatti deciso di rispondere all’interpello del Miur che porterà a breve a individuare i nuovi vertici del più importante ente di ricerca italiano. E’ infatti ufficialmente aperta la corsa alla successione a Luigi Nicolais per la guida dell’istituto di Piazzale Aldo Moro nel prossimo quadriennio. Si tratta di una poltrona ambitissima. Più di un ministero, atteso che – fa notare Rocco Tritto del sindacato Usi-Ricerca  – il budget del Cnr è di circa un miliardo di euro, roba da far impallidire le casse sempre più sguarnite di diversi dicasteri costretti da anni ad una dieta ferrea.

TITOLI IN BILICO Ma non è solo per questo che la procedura che porterà alla nomina del nuovo presidente è delicatissima. A selezionare i curriculum è infatti un Comitato ministeriale di alto livello, incaricato di procedere ad una prima scrematura delle candidature. E proprio la comparazione dei titoli, utile ad individuare la rosa di cinque profili migliori su cui il titolare del Miur farà ricadere la sua scelta finale, si è spesso rivelata gravida di polemiche. Ne sa qualcosa l’ex presidente dell’Ingv, Enzo Boschi anche lui deciso a candidarsi per il Cnr. Di nuovo. Per lui nel 2007 la corsa alla poltrona più ambita di Piazzale Aldo Moro finì con una polemica violenta e molti imbarazzi: non entrò neppure nella rosa dei finalisti e se la prese apertamente con lo scienziato Giorgio Parisi, presidente del Comitato incaricato dall’allora ministro Fabio Mussi di fare la preselezione. In quella occasione, la prima in cui venne adottata questa procedura all’americana, venne incoronato presidente del Cnr, Luciano Maiani che ebbe la meglio non solo su Boschi ma su una quarantina di altri scienziati di chiara fama. Una competizione spietata, insomma, che si rivela soprattutto occasione per pesarsi: è il gotha della comunità scientifica (e tutto ciò che vi orbita attorno) che si misura in una gara che proclamerà un vincitore e tanti ‘bocciati’ eccellenti.

PROFUMO DI NOMINA Per questo il riserbo dei candidati, tutti di altissimo livello, è generalmente strettissimo. Non conferma né smentisce con ilfattoquotidiano.it di aver inviato il proprio curriculum, per esempio, l’ex ministro Francesco Profumo, oggi presidente (in scadenza di mandato) della multiutility torinese Iren e che da molti è dato in corsa anche per Compagnia San Paolo, principale azionista di Banca Intesa. Eppure, il suo, è il primo nome che viene in mente per la partita del Cnr e tra i più accreditati tra gli esperti del settore. Ne divenne presidente a metà del 2011 dopo una durissima selezione, scelto dall’allora ministro forzista, Maria Stella Gelmini, che preferì il suo curriculum a quello, tra gli altri, del presidente uscente Maiani e a quello di Luigi Nicolais. Profumo, però, dovette lasciare l’incarico perché chiamato, nel frattempo,  a novembre dello stesso anno, a far parte del governo Monti: diventato ministro dell’Istruzione e dell’Università, proprio al posto della Gelmini che lo aveva scelto per la guida del Cnr, si dimise dalla presidenza non senza rammarico. L’impasse durò qualche mese fino alla decisione, a gennaio, di dimettersi. Il mese dopo, da ministro dell’Università, Profumo scelse il suo successore al Cnr: Luigi Nicolais che, come ricordato, aveva sconfitto nella selezione per titoli pochi mesi prima.

PROFILI ECCELLENTI Ora che il tempo di Nicolais al Cnr sta per finire è partita una nuova selezione che porterà alla scrematura delle domande per la poltrona del nuovo cda che sono giunte al Miur entro la scadenza fissata al 18 gennaio.  Al lavoro per un altro mese scarso, il  Comitato di selezione (in cui siede, tra gli altri il direttore del Cern di Ginevra, Fabiola Gianotti) che è presieduto da Lamberto Maffei, professore emerito di Neurobiologia presso la Scuola Normale di Pisa e Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Le regole di ingaggio del Comitato sono chiare anche se è evidente un certo grado di discrezionalità nella valutazione richiesta dalla comparazione dei candidati eccellenti. Quel che è certo è che il Comitato dovrà badare non solo all’alto valore scientifico dei profili degli aspiranti all’incarico: fondamentale anche la cifra manageriale dei candidati e cioè la comprovata esperienza nella direzione di strutture di elevata complessità, in ambito nazionale o internazionale. Nel caso di Nicolais venne riconosciuto anche un altro aspetto ricordato nelle premesse del decreto di nomina e cioè la rilevante carriera scientifica “associata a forte impegno politico”. Il verdetto delle fasi preselettive sarà noto entro febbraio. Poi spetterà al ministro Stefania Giannini il compito di scegliere il migliore tra i cinque candidati più accreditati.

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