Proprio non va giù alla senatrice Elena Cattaneo che Francesca Balzani abbia scelto di battersi, quand’era eurodeputata, contro una pessima legge sulla sperimentazione animale. Non le va giù, e scrive indignata sulla Repubblica di ieri: “Questo non è più un paese per scienziati se un candidato a sindaco di Milano (e attuale vice) si vanta per aver sostenuto la battaglia contro la “famosa direttiva europea sulla vivisezione”.
Stando alla senatrice Cattaneo, “senza la sperimentazione animale, la medicina sarebbe a uno stadio tribale”. Prontissimo il
comunicato di risposta di Stop vivisection, che di quella battaglia è stata la punta di diamante: secondo l’Iniziativa dei cittadini
Stop vivisection– che ha raccolto più di
1.173.131 firme nei 28 paesi europei proprio per segnalare di quante aberrazioni scientifiche e procedurali sia costellata la Direttiva 2010/63/UE – i laboratori della sperimentazione medica lavorano all’ombra di una legge “fondata su troppe certezze, innumerevoli interessi costituiti, moltissima ipocrisia, pochissima scienza e nessuna trasparenza”.
Stop vivisection non chiede la fine della ricerca medica e tossicologica. Tutt’al contrario, chiede che si accendano i riflettori e che finalmente si discuta in modo aperto, ai massimi livelli internazionali in una conferenza indetta dalla Commissione europea, della ricerca che la senatrice difende: “fondata su metodologie arcaiche (la sperimentazione animale), mai convalidata scientificamente (sì, leggete bene: mai nessuno studio scientifico ha potuto convalidarne i presupposti e gli esiti)”, e da questo punto di vista, quindi, “platealmente tribale”.
Vista la posta in gioco (la nostra salute e quella del Pianeta) più che utile o interessante, sarebbe doveroso che “sostenitori della sperimentazione animale e sostenitori della necessità di voltar pagina adottando e sviluppando metodi sostitutivi, potessero mettere a confronto alla presenza del pubblico dati, statistiche, argomenti, prospettive”. Una richiesta assurda? Non proprio, se è vero che pochi mesi fa anche 47 deputati del Parlamento di Sua Maestà, a Londra, hanno chiesto a gran voce la stessa cosa: che sia promosso nel
Regno Unito un grande dibattito pubblico,”properly moderated” (moderato in modo acconcio) sulla scientificità o meno della
sperimentazione animale.
Insomma, c’è chi vuol discutere e confrontare, e chi preferisce di no. Ma l’argomento è caldissimo e rischia da un momento all’altro di far saltare il coperchio che con tanta cura viene tenuto calcato. Volete sapere che cosa bolle in pentola? Date un’occhiata all
’inchiesta della tv francese (Premieres lignea/Canal+ ) andata in onda la settimana scorsa. In
Cobayes bye bye? (questo il titolo del servizio di Aude Favre) si sentono e si vedono cose molto bizzarre: per esempio, si vede e si sente il responsabile scientifico di L’Orèal mentre afferma che malgrado una legge europea del 2013 ordini il contrario, tutti i cosmetici di questa terra contengono sostanze testate sugli animali – quindi magari anche quelli di L’Oréal-Body Shop); si vede e si sente
Malcolm MacLeod, neurologo dell’
Università di Edimburgo, mentre argomenta che almeno i 2/3 di tutti gli studi pubblicati in tutto il mondo sono fondati sul nulla (sì, avete letto bene: almeno i 2/3); si vede e si sente colei che dovrebbe promuovere i metodi alternativi all’interno della farmacopea europea mentre dice che i test sugli animali non sono poi così male… E’ un video di 50 minuti, ricco di eventi e dettagli straordinariamente importanti per tutti noi, qualunque cosa facciamo nella vita. Cose viste e cose mai viste, talvolta persino comiche e per fortuna senza immagini angoscianti. Ma se l’argomento vi interessa, fate presto. Già due volte il filmato è scomparso dal web. La terza potrebbe essere quella definitiva.