Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che non ha scritto nulla sul caso Sarri-Mancini perché si è rotta le palle subito. Altre considerazioni.
1. “Hai visto il tuo Sarri? Mancini l’ha sputtanato e ora il Napoli le perderà tutte. Mancio è un genio, ah ah ah!!!” Così mi scriveva mercoledì sera l’amico Nardella. Lungimirante come sempre: di lì a poco Che Gue Sarri avrebbe fatto scempio della Sampdoria e Mancini sarebbe stato vilipeso dal noto satanasso Kevin Lasagna. Vamos.
2. Pesante la vittoria del Commodoro Marxista. Molto pesante. Serviva uno scatto in avanti e, con la gentile compiacenza del povero Barreto, è arrivata una grandinata con quattro firme diverse. Significativo il gol di Mertens, uno che in qualsiasi altra squadra giocherebbe titolare. Che Gue Sarri deve però evitare quei cali che ricordano (per ora da lontano) le dormite difensive dell’Era Pingue (“Pingue” è Benitez). Contro questa Juve, non è consentito avere flessioni.
3. Già, la Juventus. Si trova una Roma soporifera, col noto e ormai un po’ consunto effetto-ragnatela di Spalletti (depressissimo nel post-partita). Passaggi e passaggi, possesso palla effimero e un solo desiderio: anestetizzare la partita. Serve un guizzo. E la premiata ditta Pogba–Dybala la inventa. Questa Juventus che travolge tutto è un concentrato di grandezza, solidità e ferocia. Che spettacolo. Bravo Allegri: ti avevo proprio sottovalutato.
4. Dopo la telerissa tra Iracondo e Frignone, nel corso della quale aveva detto alla mamma che un compagno di asilo gli aveva rubato il ciuccio, Mancini ha regalato nuove perle. Nel post-partita ha detto che Ljajic è un mezzo citrullo perché non ha tenuto palla nell’azione da cui è nato il gol di KL15; ha dato a Icardi dell’incapace, perché “quel gol lo facevo anch’io a 50 anni e persino Marocchi” (e Marocchi rideva); ha irriso in mondovisione Felipe Melo e Palacio, rei di aver sbagliato gol elementari. Insomma: ha cementato lo spogliatoio come lui solo sa fare.
5. Mancini ha anche avuto il coraggio di dire che il calcio è strano e l’Inter sfortunata. Forse non sa che, ogni tanto, anche i portieri altrui possono fare miracoli. La sfortuna non c’entra niente. Cinque punti in 5 partite sono il frutto naturale di una squadra che è quasi sempre stata orrenda. Per dirla con Giancarlo Dotto: “L’Inter stava per rubacchiare l’ennesimo 1 a 0, strapazzato in lungo e in largo dal Carpi (..) quando uno che si chiama Kevin Lasagna ma va come un razzo vegano, a pochi secondi dalla fine, ha restituito un minimo di etica all’immoralità del pallone”. Non è strano aver pareggiato con Atalanta e Carpi: l’anomalia perdurante era vincere sempre di pura fortuna e spesso agli ultimi secondi (Atalanta e Carpi all’andata). Se poi Mancini è stato sfortunato col Sassuolo (ieri no), si dimentica quanto sia stato benedetto a Empoli. Il problema attuale dell’Inter non è che Icardi e Jovetic siano fuori forma: è che Culovic si sia infortunato.
6. “Scanzi, sei stato bravissimo a gufare l’Inter. Ora non puoi fare lo stesso con il Pd?”. No, perché Renzi governerà per i prossimi vent’anni. E comunque non va abbassata la guardia. L’anticalcio dell’Inter manciniana non muore mai, come Jack Bauer in 24.
7. Da non sottovalutare la vittoria della Viola con il Torino. Un’altra Fiorentina, dopo i rovesci con Lazio e Milan, sarebbe implosa. Questa, no. Bravi. E il terzo posto non è il miraggio. Applausi continui anche a Donadoni (e Giaccherinho).
8. A parte Bacca e Bonaventura, poco o nulla da segnalare nel Milan. Patetica la gita in Cina di Luiz Adriano, balbettante Gigetto Donnarumma, straziante lo stato di forma di Balotelli. Giampaolo ha però visto un Milan solido e in crescita. Bah. Io ho visto un Giampaolo che, giorno dopo giorno, somiglia sempre più a Gasparri. Faccia qualcosa: non se lo merita.
9. Ogni volta che vedo Castori e lo sento parlare, mi viene sempre da dirgli: “Un etto di finocchiona e due di crudo tagliato fine, grazie”.
10. Grandi polemiche per lo “zingaro di merda” sibilato da De Rossi a Mandzukic. Parole oscene, certo. Ma in un campo di calcio, durante una partita, qualsiasi partita, può capitare di dire cose tremende e pentirsene un secondo dopo. L’altro giorno, presso lo Stadio Picierno di Santa Maria Capua Vetere, si è svolto il Memorial Sovversivi Dentro. La finale ha coinciso con l’atteso derby tra Gufi e Disfattisti. A un certo punto faccio un tunnel al capitano dei Gufi, Marco Travaglio. Lui ci rimane male, mi aggancia da dietro e mi butta giù. L’arbitro, Stefano Menichini della Sezione Incoerenti di Roma 2, fischia fallo. Io mi rialzo un po’ incazzato. Marco però non molla, si guarda bene dal chiedermi scusa e mi fa: “Hai simulato, brutto renziano!”. Ci hanno diviso a fatica.
P.S. Poi però abbiamo fatto pace e brindato tutti insieme nello spogliatoio, con la solita gazzosa offerta da Peter Gomez. Siamo davvero una redazione assai festosa.