Cultura

Andrea Camilleri, ‘Certi momenti’ con lui

Interno giorno. Un normale pomeriggio di gennaio, divenuto speciale. Con emozione mi preparo ad incontrare Andrea Camilleri nella sua abitazione di Roma. Grazie alla sensibilità della sua attenta assistente Valentina Alferj riesco a trascorrere un’ora con il Maestro. Un’ora che dura una vita, di quelle che si ricordano e si raccontano. Immediatamente vedendolo apparire nella stanza la memoria comincia a viaggiare e un odore familiare di Sicilia si spande per la casa. Sembra quasi di sentire l’Isola, di respirarla. Un approdo.

In poco tempo riesco ad immaginare tutte le volte che ho preso il traghetto per vedere la mia terra più nitida all’avvicinarsi della nave. Una sensazione bellissima perché la Sicilia da sempre è un crogiolo di emozioni. Sintesi perfetta tra cultura e paesaggio, poesia di bellezza autentica spesso violata, ma proprio per questo ancor più vera e da difendere con orgoglio e azione.

Camilleri ha avuto la capacità di ribaltare la carta geografica dell’Italia, portando proprio la Sicilia in alto, come un Meridione capovolto al nord, un faro che illumina il Paese da troppo tempo al buio.

E così, con spontaneità, si comincia a parlare di giovani costretti andare all’estero, dell’incapacità turistica tutta italiana, di scelte musicali e di Sciascia, con quella “presbiopia della memoria” che consente a Camilleri di ricordare episodi lontani, spesso inediti, che fanno conoscere luoghi e volti sotto una luce nuova e diversa. Egli è un contastorie inesauribile, capace di condurci in molteplici microcosmi. Le sue creazioni, spesso tratte dalla realtà ma rese verosimili e fantasiose, sono raccontate con la magia di una profonda capacità affabulatrice che conquista al primo ascolto.

Ma Camilleri è anche capace di ascoltare e, prima di rispondere, riflette, tra una boccata e l’altra della sua sigaretta, attingendo ai suoi vissuti. Niente è lasciato al caso, ciascuna risposta è meditata, egli è persona abile nel guardare oltre, un vero Linceo che sa bene cosa dire e cosa fare. La sua esperienza è tale che riesce ad intuire l’autenticità dei suoi interlocutori. E’ un vulcano, Camilleri. Un vulcano con una inesauribile “eruzione culturale” universale anche quando racconta storie territoriali.

Proprio in coincidenza con la mia visita nella sua abitazione è stato pubblicato da Mondadori il suo nuovo libro Noli me tangere, che sin dalle prime pagine si delinea già come un film, con la sua perfetta sceneggiatura; è un volume che scorre come una pellicola. I personaggi sono ben tratteggiati e ogni cosa è al suo posto: dai dialoghi alle scene, con significativi riferimenti all’arte.

Camilleri riesce a creare con naturalezza e passione, cercando nella realtà anche un solo appiglio: basta un appunto e la creatività del Maestro percorre orizzonti lontani e suoi personaggi trovando l’autore cominciano a recitare a soggetto. Una capacità di scrittura che consente al lettore di viaggiare da fermo e di farlo sentire come seduto in platea tra le luci e le ombre di un teatro che lo avvolge o nel palcoscenico della vita.

Il mondo di Camilleri è pieno di aneddoti, anche il più piccolo. Ciò che sfugge a molti, il noto scrittore lo raccoglie e lo amplifica attraverso la sua capacità di coinvolgere e di dare vita a nuovi personaggi ciascuno con una sua fisionomia e una propria storia. Non importa se parlino in dialetto, se non siano istruiti. Camilleri, al pari di un dipinto di Guttuso, crea scene di vita; e allora si possono udire le voci in un mercato o le parole sommesse tra due amanti.

Camilleri è anche impegno civile; è una voce forte e attenta che si esprime costantemente, anche con l’arma dell’ironia, sui principali problemi della società; insiste sulla scuola, su una vera riforma e su quella legalità perduta e resa invisibile dall’assuefazione alle notizie di gravi reati in ogni contesto. Il grande scrittore ricorda con nostalgia i tempi del boom economico, quelli di un’altra Italia che aveva voglia di risollevarsi e ricominciare a vivere.

Per fortuna ci sono i libri di Camilleri ad illuminare le strade, spesso senza uscita, di una nazione ferita e offesa. Camilleri ha una luce speciale, una forza di parole e idee sempre nuove che incitano a cambiare “il corso delle cose”. Questa sua produttività è un vero esempio per i giovani. Camilleri dimostra che raccontare storie significa conservare la memoria, attingendo al quotidiano senza tralasciare l’uomo comune.

Incontrare Camilleri è incontrare anzitutto la sintesi della genialità dei grandi autori siciliani; in lui è possibile trovare l’essenza di un pensiero testimonianza di tanti incontri che almeno in parte ha raccontato nel suo libro Certi momenti. C’è in Camilleri il miglior Pirandello, lo scrupoloso Sciascia, ma anche l’insegnamento dei suoi maestri di vita.

Esterno sera. Appena uscito dal suo appartamento romano ripenso al mio “momento” vissuto con questo straordinario autore. Il viaggio di ritorno è un’insieme di emozioni di quelle che vorresti raccontare ma non sai da dove cominciare. E allora basta lasciare spazio alla fantasia per descrivere, in forma di sogno, una realtà: un tè a casa Camilleri dal sapore speciale, indimenticabile come una pagina di un libro che profuma di Mediterraneo.