Cinquanta sfumature di grigio è stato visto al cinema circa un anno fa da poco meno di tre milioni di spettatori. Già allora un successo annunciato dopo l’alluvione di quei possenti mattoni da mille pagine che riciclavano sì i fondamentali della fiaba romantica, salvo che il Principe anziché Azzurro era Grey. Un successo di tali dimensioni da rivelare a chiunque che la “casalinga di Voghera” eroina dei gusti semplici, aveva negli ultimi decenni piuttosto digerito il diritto a gestire il proprio corpo, anche verso avventurose esperienze, in ciò disintermediandosi rispetto alle “élites use” in precedenza a indicare e fare la morale e continuando lungo un percorso che conosce come pietre miliari “I peccatori di Peyton place“ (anni ’50), “Ultimo Tango a Parigi” (anni ’70) e “Nove settimane e mezzo” (anni ’80).
Il libro lo avevamo spilluzzicato, al cinema non ci eravamo andati, ma ieri sera, stimolati dalla puntuale protesta del Movimento italiano genitori (Moige), ci siamo messi davanti a Canale 5. In sintesi accade che la protagonista, da caruccia ma slavata quale si presenta all’inizio della storia, evolve verso la radiosità man mano che acquista in disinibizione sotto la sfida dei gusti particolari dei suo Principe Grigio. Dopodiché (se abbiamo ben capito, perché a un certo punto ci ha colto il sonno) sarà essa stessa che, dopo essersi “liberata” grazie alle costrizioni erotiche consapevolmente accettate, si dedicherà a salvare a sua volta il suo liberatore-costrittore dai fantasmi che l’opprimono e che gli imprimono il bisogno di tenere sotto controllo tutto e tutti.
Ebbene, la notizia che ricaviamo da auditel è che questo assortimento di voglio-non voglio e di pratiche fantasiose usualmente associate ai miraggi maschili, ha fatto bruscamente crollare proprio il pubblico di questo sesso (con una diminuzione di 800.000 spettatori) rispetto a quanti si erano rivisti la settimana prima Sole a Catinelle. E non solo fra gli impuberi, che sono ancora lontani da quegli interessi, ma proprio in ogni fascia di età, fino agli ultra sessantacinquenni. Il che potrebbe indurre a pensare che i maschi di una volta o non ci sono più o non sono mai esistiti. Specie al sud e fra le licenze di scuola media, che, visto che lo Zalone che li aveva calamitati la settimana precedente non era previsto nei giochi di Anastasia e Christian, hanno preferito cambiare canale.
Mentre le donne, grazie al particolare afflusso di quelle comprese nelle età più giovani (da 14 a 35 anni) nonché nella fascia attorno ai 50 anni, hanno tenuto benissimo botta sicché lo stesso numero che aveva riso con Zalone si è ritrovato a vedere le cinquanta sfumature, chi a ridere, chi ammiccando e chi commuovendosi per i turbamenti di Anastasia.