Lobby

Difesa consumatori, buio fitto sui progetti finanziati dal ministro Guidi con i soldi delle multe Antitrust

Nessun dettaglio sui beneficiari dei fondi. E a un mese dalla chiusura dell'ultimo bando non c'è traccia dell'esito. Adusbef, che per la prima volta è stata tagliata fuori, ha chiesto l’accesso agli atti per fare ricorso e lamenta non solo la scarsa trasparenza ma anche i "risultati nulli" delle iniziative fatte finora

Volantini, guide multimediali, sportelli al consumatore. Ogni anno se ne vanno in parte anche così una ventina di milioni di euro che il ministero dello Sviluppo economico stanzia a favore della tutela del mercato. La somma in questione rappresenta una piccola parte dei fondi incamerati dall’Antitrust con le multe comminate alle imprese per comportamenti anticoncorrenziali. Ma è quanto basta alle associazioni dei consumatori locali e nazionali per sopravvivere. Ciononostante sul sito del ministero di Federica Guidi non c’è alcun dettaglio sui beneficiari dei fondi né tantomeno il resoconto delle attività poi realmente realizzate dalle associazioni.

Si sa solo che il ministero mette a bando i soldi ricevuti dall’Antitrust attraverso la direzione generale a tutela dei consumatori, guidata da Gianfranco Vecchio, recentemente rinnovato da Renzi nell’incarico, a titolo gratuito, di Mister prezzi. Interpellato da ilfattoquotidiano.it, Vecchio precisa che una decina di milioni vanno alle Regioni, mentre altri dieci sono destinati ad iniziative a tutela dei consumatori di carattere nazionale. Di questa cifra 4,5 milioni sono stati recentemente messi a bando dalla direzione generale destinandoli alle venti associazioni che fanno parte del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti. Per quali progetti? Ad oggi, questo resta un punto interrogativo.

A un mese dalla chiusura della procedura, sul sito del ministero non c’è infatti ancora traccia dell’esito del bando che, per la prima volta nella storia, ha tagliato fuori due associazioni del Cncu. L’Adusbef, che si è vista bocciare un progetto, ha così deciso di chiedere l’accesso agli atti per procedere a un ricorso sull’assegnazione dei fondi. In una missiva inviata al ministro Guidi e all’autorità anticorruzione di Raffaele Cantone, l’associazione lamenta un sistema di valutazione estremamente discrezionale cui si aggiunge una scarsa trasparenza della procedura. “Elementare canone di trasparenza amministrativa – si legge nella lettera dell’associazione presieduta da Elio Lannutti – avrebbe imposto che tutti i documenti richiesti espressamente da Adusbef il 29 dicembre e non ancora concessi avrebbero dovuto essere pubblicati spontaneamente e senza espressa richiesta sul sito istituzionale del ministero dello sviluppo economico”.

Per l’Adusbef, inoltre, il problema non è tanto lo specifico bando, ma la reale utilità delle iniziative effettuate finora a tutela dei consumatori, colpiti duramente dai recenti salvataggi bancari. “Gli uffici ministeriali al Mise sono serviti in questi anni solo per distribuire i fondi delle multe Antitrust: le somme sono state ingenti, i risultati conseguiti praticamente nulli!”, scrive il vicepresidente dell’associazione Lucio Golino nella lettera indirizzata al ministro Guidi. “Persino in battaglie importanti come la class action, la direzione tutela del consumatore è stata del tutto inesistente”.

A questo punto la parola passa al ministero, chiamato ad alzare il velo sui nuovi progetti che le associazioni dei consumatori hanno deciso di portare avanti a favore dei cittadini in un delicato momento economico e finanziario. Per ora di certo c’è solo una cosa: le ultime attività messe in campo dalle associazioni dei consumatori, accanto alla lobby bancaria dell’Abi, non sono esattamente un esempio di spirito critico costruttivo a tutela del mercato e dei cittadini.