Diritti

Disabili a Roma, ingiusto chiedere alle famiglie di anticipare gli stipendi agli operatori

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Tantissime famiglie che dopo anni di lista d’attesa hanno ottenuto, previa verifica di tutti i requisiti, il contributo per assumere un OSS (Operatore socio sanitario) ora si trovano a dover anticipare stipendi agli operatori anche fino a tre o quattro mesi. Gli operatori assunti si occupano di tutta una serie di mansioni indispensabili alla vita quotidiana dei disabili, o tramite cooperativa convenzionata con il comune o direttamente tramite il citato contributo. E non è secondario notare che i costi del contributo dimezzano la spesa del comune aumentando le ore di servizio erogato. Il Comune di Roma tarda puntualmente il rimborso , nonostante una serie di circolari, note e diffide. E’ così che di fatto chi è stato giudicato in condizione di difficoltà tanto da essere destinatario del contributo, d’improvviso diviene così benestante da poter anticipare stipendi, contributi, ecc. per mesi consecutivi.

Dunque, nel mio caso, dal 2008 attendo un rimborso autorizzato per abbattimento delle barriere architettoniche (rifacimento del bagno). Dal marzo 2015 attendo un rimborso (ridicolo) per l’allestimento della pedana necessaria al trasporto di Diletta. Riceverò (chissà quando) poco meno di mille euro a fronte di una spesa di cinquemila.

Assistenza indiretta: al 31 gennaio 2016 scadrà il terzo mese di contributo arretrato. Dovrò anticipare io come sempre. E’ una vera istigazione a delinquere. Una tortura inflitta in via perenne a noi famiglie che dobbiamo umiliarci , chiedere aiuto alla rete familiare quando esiste. L’alternativa è chiedere prestiti che spesso non possiamo chiedere perché abbiamo perso il lavoro. Rimane la soluzione di dare fondo a quei pochi risparmi frutto di rinunce e di sacrifici che spesso ci impediscono anche di curarci.

Però mia figlia sta per compiere 18 anni. E così devo attivare l’iter per chiedere di essere il suo amministratore di sostegno. E’ così che al danno si aggiunge la beffa. E’ necessario un legale che mi rappresenti perché il nostro vissuto è complesso e delicato. Quindi, giustamente affrontiamo una ulteriore spesa.

Ma quello che più è allucinante, disgustoso , assurdo e fuori da ogni immaginario è che dopo aver subito davvero di tutto e aver dato la mia vita per mia figlia , dovrò spiegare, giustificare e relazionare al giudice tutta la nostra vita. Ora io mi chiedo : cosa dirà il giudice alla Regione Lazio che non rimborsa le spese dovute da otto anni? E cosa dirà sempre alla Regione che grazie alle mie e-mail ha scoperto che aveva legiferato una norma che non conosceva? E cosa dirà al Municipio che mi infligge la pena di dover anticipare tre mesi di stipendi e contributi per una assistenza che già di per se è insufficiente e senza la quale Diletta non potrebbe vedere assolti i diritti più basilari di un essere umano?

Però abbiamo la politica che ci fornisce certezze: li vedi sfilare in Tv a dire banalità, a vomitare consonanti e vocali come fossero ad un saggio di musica. Non tutti ma certamente troppi. Poi scrivi, ma non rispondono mai. Poi fai causa, la vinci, ma lo Stato non la rispetta. Ogni tanto interviene la giustizia divina a metterci le mani e un po’ di equilibrio si ripristina. Ma non è certo la vendetta ciò che noi desideriamo.

Nel frattempo, attenzione! Siamo una razza da evitare: sempre stanche, nervose, isteriche e difficili da capire. Ma chissà cosa ci sarà accaduto? Magari ci hanno solo buttato fuori dal lavoro perché il figlio disabile è impegnativo, magari un ex coniuge si è “dato alla macchia”, magari perdiamo casa, amici, relazioni, perché ogni giorno affrontare tutto questo è guerra. Le ferite non si rimarginano. Il dolore non si dimentica. La rabbia si accumula. In ognuno di noi esiste o coesiste qualche situazione pregressa di quanto ho detto sopra. A volte si sommano tra loro.

Dobbiamo imparare ad ascoltare che non ci sono fondi. Mentre a destra e a manca si ingozzano di ostriche, comprano intimo o cibarie o chissà cos’altro con i soldi di chi deve ascoltare che non ci sono soldi.

E noi siamo lì, con le mani sulla sedia a rotelle dei nostri cari, mentre dobbiamo girare le spalle e uscire dal tale ufficio pubblico schiaffeggiati per l’ennesima volta da un’ipocrita, beffarda, insana, disumana indifferenza . E’ davvero squallido. Ingiusto e dannoso. E’ inutile che si continuano a sprecare soldi per finanziare i soliti noti perseguendo l’altra farsa dell’inclusione. Finchè non ci sarà il rispetto del diritto umano, non sarà un volantino o il pietista “progettino ghetto” di turno a cambiare la storia.

Intanto si va avanti nella certezza che a nessuno importerà nulla. Ma noi non molliamo. Ci avete insegnanto a combattere e noi combatteremo fino a cambiare questa vergogna.