A Venezia, il sindaco Luigi Brugnaro, li aveva censurati. A Ravenna saranno recuperati e diventeranno protagonisti di un grande progetto di lettura e animazione. Stiamo parlando dei 49 libri contro la discriminazione messi all’indice dal primo cittadino del capoluogo veneto, nove giorni dopo essere stato eletto. Ora, quei testi che affrontano il tema del rispetto per l’altro, anche di chi ha due mamme o due papà, saranno “adottati” da un cartello di associazioni romagnole che hanno intenzione di portare nelle piazze, nelle biblioteche e in qualsiasi altro luogo, queste storie.

L’idea è nata da Renzo La Porta dell’associazione “Femminile Maschile Plurale” ma è subito stata condivisa da “Lucertola Ludens”, “Psicologia Urbana e Creativa”, circolo “Dock 61” e da altre realtà tra cui l’Arci che a livello nazionale ha lanciato la campagna “Chi ha paura del libro cattivo?”.

Una risposta concreta al sindaco Brugnaro che potrebbe vedere coinvolta anche l’amministrazione comunale di Ravenna: “Stiamo aspettando il sì delle istituzioni. Vogliamo creare una serie di eventi, da maggio in poi, in tanti luoghi diversi della città, andando anche nei cortili dei giardini a leggere queste libri, coinvolgendo le famiglie e ospitando gli autori”, spiega La Porta. Tra gli obiettivi del gruppo promotore della manifestazione c’è quello di portare in città la mostra “Ci sono anch’io” nata dalla collaborazione tra la casa editrice “Lo Stampatello” e l’associazione “Scosse”.

Gli organizzatori stanno lavorando per coinvolgere più persone possibili: “Vorremmo partire da un manifesto cui aderire. I libri censurati a Venezia andavano nella direzione di raccontare la realtà odierna; noi vogliamo garantire i diritti dei bambini e delle loro famiglie ad avere le informazioni corrette. La parola chiave è la libera scelta”.

A seguire il progetto c’è anche Francesca Ferruzzi, bibliotecaria che all’indomani della decisione di Brugnaro espose i testi messi all’indice: “Ora vogliamo riportare quei libri nelle scuole, nelle librerie ma anche nei bar, ovunque troviamo uno spazio per ospitarli. Vogliamo sollecitare la riflessione per far capire quanto è assurdo questo divieto. Aver messo all’indice alcuni libri è stato persino incomprensibile”.

La decisione di Brugnaro di ritirare dalle scuole della Laguna i libri “incriminati” aveva suscitato la reazione anche di Elton John, padre di due figli con il marito David Furnish, che aveva definito il primo cittadino “bigotto e cafone”. A difendere il sindaco era, invece, sceso in campo lo psichiatra dell’associazione medici cattolici Massimo Gandolfini che aveva dichiarato: “Rispettare i gay non significa cadere nel libero arbitrio. Alcuni di questi libri che snaturano il sesso biologico sono dannosi perché confondono l’identità sessuale dei bambini”. La guerra ai libri definiti “gender” ha visto in trincea anche il sindaco di Padova, Massimo Bitonci, che nei mesi scorsi ha prima negato la sala Paladin di Palazzo, alla libreria “Pel di Carota” che avrebbe voluto leggere i libri censurati a Venezia e poi si è opposto alla presentazione in Comune del testo “Papà, mamma e gender” di Michela Marzano. Ora tocca a Ravenna ridare un palco a questi testi.

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