I renziani contro il conduttore per aver definito il caso Boschi-Banca Etruria un “rapporto incestuoso”. Per Anzaldi (Vigilanza Rai) con il giornalista ci vuole la stessa determinazione usata con il capo-struttura licenziato. Lo scrittore su Facebook: “Ciò che sotto Berlusconi era inaccettabile adesso è grammatica del potere”
Il licenziamento del dirigente Rai che ha autorizzato il countdown anticipato di Capodanno? Per i renziani è peggio Ballarò. Questa volta a dare fastidio ai democratici è stata la frase di Massimo Giannini che nella puntata del 26 gennaio su Rai3 ha definito il caso Boschi-Banca Etruria un “rapporto incestuoso”. L’espressione per Michele Anzaldi, deputato Pd e segretario in Vigilanza, è peggio di quello che ha fatto il funzionario cacciato da Campo Dall’Orto. E se tutti i più vicini al presidente del Consiglio hanno sostenuto l’attacco in coro, in difesa del giornalista invece si è schierato lo scrittore Roberto Saviano: “E’ il nuovo editto bulgaro del Pd”.
Intervistato da La Stampa, Anzaldi ha paragonato la frase di Giannini al licenziamento del capostruttura Rai responsabile del countdown di Capodanno in anticipo di un minuto. “È un’affermazione vergognosa”, ha dichiarato, “che avrà risvolti giuridici pesanti. Mi auguro che Boschi lo quereli. Qualcuno ora deve rispondere: Giannini stesso, ma anche Maggioni, Verdelli e Vianello. Qualcuno mi spieghi perché i super dirigenti Rai che guadagnano quattro volte più del premier non intervengono. Hanno mandato a casa Azzalini per molto meno”. L’intervistatore gli chiede quindi se sia il caso di licenziare Giannini. “Hanno mandato a casa Azzalini per molto meno – replica Anzaldi -. C’è stato un cambio di rotta, ora si vada fino in fondo. Serve la stessa determinazione”. Il deputato Pd ha poi attaccato l’intero talk-show: “Ballarò non è più una trasmissione di qualità e anche gli ascolti lo dimostrano. Prendiamo la trasmissione del 26 gennaio: il servizio pubblico dovrebbe tranquillizzare chi ha perso i propri risparmi, non fomentare”.
Le sue affermazioni sono state fortemente criticate dallo scrittore Roberto Saviano: “Il Pd tramite Michele Anzaldi”, ha scritto su Facebook, “emana un nuovo editto bulgaro chiedendo il licenziamento di Massimo Giannini, auspicando querele e sperando che la Rai tranquillizzi gli italiani piuttosto che fare servizio pubblico. Tutto a dimostrazione che ciò che sotto Berlusconi era inaccettabile adesso è grammatica del potere. È questa la ‘nuova’ Rai di Renzi? Cacciare chi non è allineato?”. Sulla stessa linea di Saviano anche i due senatori della minoranza Pd, Federico Fornaro e Miguel Gotor. “Esprimiamo piena solidarietà a Massimo Giannini e alla redazione di Ballarò, oggetto di un attacco che ricorda tempi e modi che non appartengono alla cultura del Pd, ma di altri partiti”. Ai due ha poi replicato il compagno di partito renziano Andrea Marcucci: “Fatemi capire, quindi per Civati, Gotor e Fornaro è normale che a Ballarò si dica che c’è un rapporto incestuoso del ministro Boschi?”.
Sempre oggi la vice capogruppo del Pd alla Camera Alessia Morani ha criticato il Tg3: “Taglio chirurgico al Tg3 – ha scritto su Twitter – dalle parole di Renzi in Senato tolti riferimenti a Quarto e M5s. Eseguiti gli ordini del blog di Grillo”. Già a settembre lo stesso Anzaldi aveva fortemente criticato il terzo canale: “C’è un problema con Rai3 e con il Tg3. Purtroppo non si sono accorti che è stato eletto un nuovo segretario, Matteo Renzi, il quale poi è diventato anche premier”. Ma il Pd non è l’unico partito ad aver attaccato la tv pubblica. Pochi giorni fa, infatti, Beppe Grillo aveva definito la Rai fascista accusata di non aver raccontato le vicende emiliane sui presunti collegamenti tra ‘ndrangheta e Partito Democratico.